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Autorizzazione sanitaria: quando lo studio medico serve

La Corte di Cassazione conferma il sequestro di uno studio medico dove si praticavano iniezioni di filler e botulino. La sentenza chiarisce che tali trattamenti, essendo invasivi e rischiosi, richiedono una specifica autorizzazione sanitaria tipica degli ambulatori, non essendo sufficiente la struttura di un semplice studio professionale. La decisione sottolinea la prevalenza della sicurezza del paziente sulla natura dell’organizzazione.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Studio Medico o Ambulatorio? La Cassazione sull’Autorizzazione Sanitaria per Trattamenti Estetici

L’esercizio della professione medica, soprattutto nel campo della medicina estetica, si scontra spesso con normative complesse che distinguono le diverse strutture sanitarie. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale: per eseguire trattamenti invasivi e potenzialmente rischiosi, come le iniezioni di filler e botulino, non basta uno studio medico, ma è necessaria una specifica autorizzazione sanitaria come quella prevista per un ambulatorio. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un medico dietologo il cui studio professionale era stato sottoposto a sequestro preventivo. Il professionista era indagato per aver esercitato attività sanitarie in assenza della prescritta autorizzazione. Nello specifico, all’interno del suo studio, eseguiva iniezioni di filler e botulino, pratiche di medicina estetica.

Inizialmente, il Tribunale del riesame aveva parzialmente annullato il sequestro, limitatamente a cinque apparecchi elettromedicali non invasivi, che potevano essere usati anche in centri estetici. Tuttavia, aveva confermato il sequestro dell’immobile, dei farmaci e degli altri beni utilizzati per le pratiche invasive, ritenendo che per tali attività fosse necessario un contesto ambulatoriale autorizzato.

Il medico ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la normativa non si applicasse al suo caso, trattandosi di uno studio medico con un unico professionista e non di una struttura complessa, e che le pratiche eseguite non fossero così pericolose da richiedere un’autorizzazione speciale.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’obbligo di autorizzazione sanitaria

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando di fatto la decisione del Tribunale del riesame. Il punto centrale della sentenza è la distinzione basata non sulla complessità organizzativa (numero di medici, presenza di segreteria), ma sulla natura delle prestazioni erogate.

Secondo i giudici, quando un’attività medica comporta procedure ‘di particolare complessità o che comportino un rischio per la sicurezza del paziente’, la struttura in cui viene svolta deve possedere i requisiti e l’autorizzazione sanitaria di un ambulatorio. Le iniezioni di filler e botulino sono state classificate come tali, in quanto pratiche invasive con possibili effetti collaterali come reazioni allergiche, infezioni, edemi e paralisi facciali.

La Differenza tra Studio Medico e Ambulatorio

La difesa del medico si basava sull’idea che il suo fosse un semplice studio medico, non rientrante tra le strutture (come gli ambulatori) che necessitano di autorizzazione secondo la legge. La Cassazione ha respinto questa interpretazione, chiarendo che la normativa regionale e nazionale, interpretata alla luce della tutela della salute pubblica, impone un approccio sostanziale: il fattore discriminante è il rischio per il paziente. Anche uno studio gestito da un singolo professionista, se attrezzato per erogare prestazioni invasive, deve adeguarsi agli standard di sicurezza e autorizzativi di un ambulatorio.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la legislazione, sia nazionale (Testo Unico delle Leggi Sanitarie) che regionale, è finalizzata a garantire la massima sicurezza per i pazienti. La necessità di un’autorizzazione sanitaria per le strutture che erogano prestazioni complesse o rischiose non è un mero adempimento burocratico, ma una garanzia che la struttura sia adeguatamente attrezzata a gestire eventuali complicanze.

I giudici hanno specificato che l’interpretazione delle norme deve essere integrata. Anche se un articolo di legge non richiama esplicitamente un altro, il sistema normativo va letto nel suo complesso. L’obbligo di autorizzazione per gli ‘studi medici privati’ che eseguono determinate attività è implicito nel sistema volto alla tutela della salute.

Inoltre, la Corte ha rigettato le argomentazioni del ricorrente sulla presunta scarsa pericolosità dei trattamenti, qualificandole come valutazioni di merito non ammissibili in sede di legittimità. Il Tribunale del riesame aveva già accertato in fatto la natura rischiosa delle pratiche, e tale valutazione non poteva essere messa in discussione davanti alla Cassazione, che si occupa solo di violazioni di legge.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per tutti i professionisti sanitari che operano nel campo della medicina estetica. La distinzione tra studio medico e ambulatorio non dipende dal numero di dipendenti o dalla dimensione della struttura, ma dalla tipologia e dalla rischiosità delle prestazioni offerte. L’esecuzione di trattamenti invasivi, anche se comuni, richiede il rispetto di standard rigorosi e il possesso della corretta autorizzazione sanitaria.

In conclusione, per tutelare la salute dei pazienti e operare nella legalità, è fondamentale che i medici valutino attentamente la natura della propria attività. Se si eseguono procedure che comportano un rischio, anche minimo, è indispensabile adeguare la propria struttura alle normative previste per gli ambulatori, ottenendo la relativa autorizzazione. In caso contrario, il rischio è quello di incorrere in sanzioni penali, incluso il sequestro dello studio e delle attrezzature.

Quando uno studio medico necessita di un’autorizzazione sanitaria come un ambulatorio?
Uno studio medico necessita di un’autorizzazione sanitaria assimilabile a quella di un ambulatorio quando al suo interno vengono erogate prestazioni di chirurgia ambulatoriale o procedure diagnostiche e terapeutiche di particolare complessità, o che comportino un rischio per la sicurezza del paziente, come le iniezioni di filler e botulino.

Le iniezioni di filler e botulino sono considerate pratiche invasive che richiedono un’autorizzazione specifica?
Sì, la sentenza conferma che le iniezioni di filler e botulino sono ritenute pratiche invasive che comportano rischi e possibili effetti collaterali (reazioni allergiche, infezioni, edemi). Per questo motivo, devono essere eseguite in un ‘ambito ambulatoriale’, ovvero in una struttura che abbia ottenuto la specifica autorizzazione sanitaria.

Perché il ricorso del medico è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure mosse dal medico erano considerate argomenti di merito, non contestabili in Cassazione (che giudica solo la violazione di legge). La valutazione sulla rischiosità delle pratiche era già stata fatta dal Tribunale del riesame e, inoltre, la Corte ha ritenuto che l’interpretazione della normativa data dai giudici precedenti fosse corretta e non manifestamente infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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