Aumento pena per continuazione: la Cassazione conferma la decisione della Corte d’Appello
L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sulla discrezionalità del giudice nella determinazione della pena e sui limiti dell’impugnazione in Cassazione. In particolare, il caso verte sulla valutazione della congruità di un aumento pena per continuazione, un meccanismo fondamentale del nostro diritto penale che permette di unificare il trattamento sanzionatorio per più reati legati da un unico disegno criminoso. Analizziamo come la Suprema Corte ha affrontato la questione.
I Fatti del Caso: Il Ricorso in Cassazione
Un individuo, condannato dalla Corte d’Appello di Brescia, ha presentato ricorso in Cassazione avverso la sentenza emessa il 11 giugno 2024. L’oggetto della contestazione era la quantificazione della pena complessiva. Nello specifico, la difesa lamentava che la pena non fosse stata ulteriormente ridotta, nonostante l’applicazione dell’istituto della continuazione tra due reati.
La Corte d’Appello aveva posto in continuazione due distinti reati, partendo da una pena base minima per ciascuno di essi, pari a un anno e sei mesi di reclusione. Su questa base, aveva poi applicato un aumento per il secondo reato. Secondo il ricorrente, tale aumento non era sufficientemente mite e la pena finale risultava eccessiva.
La Valutazione della Corte: Congruità dell’Aumento Pena per Continuazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 21688 del 2025, ha respinto completamente le argomentazioni del ricorrente. I giudici supremi hanno analizzato il ragionamento seguito dalla Corte d’Appello e lo hanno ritenuto logico, coerente e immune da vizi. La decisione di secondo grado era, secondo la Cassazione, “del tutto ragionevole”.
La valutazione si è concentrata su un punto chiave: l’aumento di pena applicato per la continuazione era già stato “particolarmente contenuto”. Considerando che le pene base per i singoli reati erano già al minimo legale, non vi era alcun margine per un’ulteriore riduzione della pena complessiva. La discrezionalità del giudice di merito, in questo caso, era stata esercitata in modo corretto e proporzionato.
Le Motivazioni della Decisione
Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nel principio secondo cui il giudice di merito gode di un’ampia discrezionalità nel determinare l’entità della pena, purché la sua decisione sia supportata da una motivazione logica e non contraddittoria. In questo caso, la Corte d’Appello aveva correttamente considerato la gravità dei fatti e la necessità di applicare una sanzione adeguata, seppur contenuta.
La Suprema Corte ha sottolineato che, una volta stabilita una pena base minima per ciascun reato, l’aumento per la continuazione non può essere considerato eccessivo se è già di per sé limitato. Pertanto, la richiesta di un’ulteriore riduzione è stata vista come un tentativo infondato di rimettere in discussione una valutazione di merito, compito che non spetta alla Corte di Cassazione, la quale si occupa solo di questioni di legittimità.
Le Conclusioni: Inammissibilità e Conseguenze per il Ricorrente
In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione comporta due conseguenze dirette per il ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento delle spese processuali sostenute per il giudizio di legittimità. In secondo luogo, il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile, volta a scoraggiare impugnazioni pretestuose o prive di fondamento giuridico.
Quando un ricorso contro la determinazione della pena viene considerato inammissibile?
Un ricorso viene considerato inammissibile quando le motivazioni addotte non contestano la legittimità della decisione, ma mirano a una nuova valutazione del merito dei fatti, come la congruità della pena, che è già stata ritenuta ragionevole e ben motivata dal giudice precedente.
Cosa significa ‘aumento per la continuazione’ e come viene valutato dai giudici?
L’aumento per la continuazione è l’incremento di pena che si applica quando più reati sono uniti da un medesimo disegno criminoso. I giudici lo valutano con discrezionalità, considerando la gravità dei reati e la pena base. Se la pena base è già al minimo e l’aumento è ritenuto ‘contenuto’, la valutazione è considerata ragionevole.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente se il suo ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21688 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21688 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a SAN PRISCO il 24/02/1949
avverso la sentenza del 11/06/2024 della CORTE APPELLO di BRESCIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto
Rilevato che COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di
Brescia, che ha confermato la sentenza di primo grado per i reati di cui ai capi e), f)
e g) dell’imputazione, condannandolo alla pena di anni due e mesi di reclusione;
Considerato che il primo motivo di ricorso – con il quale il ricorrente denuncia la violazione di legge per l’omessa verifica circa la ricorrenza di cause di non punibilità
giustificative del proscioglimento – è inammissibile in quanto motivo inedito, inerente a violazioni di legge e vizi di motivazione deducibili e non dedotti in precedenza;
Rilevato che il secondo motivo di ricorso – con il quale il ricorrente denuncia la violazione della legge penale in relazione alla determinazione dell’aumento della pena
per la continuazione – è anch’esso inammissibile in quanto costituito da doglianze particolarmente generiche, che non si confrontano con le ragioni rese dai giudici del
merito.
E, infatti, con congrua motivazione, la Corte territoriale ha evidenziato come
l’aumento per la continuazione sia stato particolarmente contenuto, ove si consideri che sono stati posti in continuazione due reati con pena base minima pari ad anni uno e mesi sei di reclusione ciascuno; del tutto ragionevolmente, quindi, la Corte d’appello ha ritenuto non potersi ulteriormente ridurre la pena così complessivamente determinata.
Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende. Così deciso il 14 maggio 2025
Il consigliere estensore
Il Presidente