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Aumento pena continuazione: la riduzione per il rito

Un uomo condannato per tentato furto e false dichiarazioni ha ottenuto un parziale annullamento della sentenza in Cassazione. La Corte ha stabilito che sull’aumento di pena per la continuazione tra reati giudicati con rito abbreviato, deve essere sempre applicata la riduzione di un terzo. Inoltre, ha chiarito che un’archiviazione per particolare tenuità del fatto non può fondare una contestazione di recidiva. La questione del trattamento sanzionatorio è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Aumento Pena Continuazione: La Cassazione Sottolinea l’Obbligo di Riduzione per Rito Abbreviato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione interviene su un tema tecnico ma cruciale nel diritto penale: il calcolo dell’aumento di pena per la continuazione quando i reati sono stati giudicati con rito abbreviato. La decisione chiarisce l’obbligo per il giudice di applicare la riduzione di un terzo non solo sulla pena base, ma anche sull’incremento derivante dai reati satellite. Analizziamo la vicenda per comprendere la portata di questo importante principio.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Genova nei confronti di un individuo per il tentato furto di due rasoi in un supermercato e per false dichiarazioni a un pubblico ufficiale sulla propria identità. I reati erano stati unificati sotto il vincolo della continuazione e, tenuto conto delle circostanze e della riduzione per il rito abbreviato, la pena finale era stata fissata in dieci mesi di reclusione.

Successivamente, la Corte d’Appello di Genova, accogliendo parzialmente il gravame dell’imputato, aveva riconosciuto la continuazione anche con un altro reato di false dichiarazioni, oggetto di una precedente sentenza. Di conseguenza, aveva aumentato la pena di ulteriori tre mesi, portando il totale a un anno e un mese di reclusione. L’imputato ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando diversi vizi nella determinazione della pena.

I Motivi del Ricorso e l’Aumento di Pena per la Continuazione

Il ricorrente ha sollevato tre principali motivi di doglianza:
1. Errata valutazione della recidiva: La difesa contestava che la Corte d’Appello avesse ritenuto sussistente la recidiva specifica basandosi su un precedente che in realtà era stato archiviato per particolare tenuità del fatto, e non era quindi una condanna definitiva.
2. Mancata esclusione di un’aggravante: Si lamentava un vizio di motivazione riguardo alla circostanza aggravante di aver commesso il reato di false dichiarazioni per assicurarsi l’impunità dal tentato furto.
3. Omessa riduzione per rito abbreviato: Il punto cruciale del ricorso riguardava il fatto che la Corte d’Appello, nell’aumentare la pena per il reato posto in continuazione, non avesse applicato la riduzione di un terzo prevista per il rito abbreviato, con il quale entrambi i procedimenti erano stati definiti.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso parzialmente fondato, accogliendo i punti relativi alla recidiva e alla mancata riduzione della pena. In primo luogo, i giudici hanno confermato che un’archiviazione per particolare tenuità del fatto non costituisce una sentenza di condanna e, pertanto, non può essere utilizzata per fondare la recidiva. La Corte d’Appello aveva quindi errato nel valorizzare tale precedente, rendendo necessaria una nuova valutazione sul punto.

Ma il passaggio più significativo della sentenza riguarda il terzo motivo. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: quando si unificano con il vincolo della continuazione più reati, tutti giudicati con rito abbreviato, la riduzione di un terzo deve essere applicata non solo sulla pena base del reato più grave, ma anche sull’aumento di pena calcolato per i reati satellite. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva aumentato la pena di tre mesi senza operare la successiva riduzione. Questo errore di calcolo ha viziato il trattamento sanzionatorio, imponendone l’annullamento.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato la sentenza impugnata limitatamente al trattamento sanzionatorio e ha rinviato il caso ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Genova per un nuovo giudizio. Quest’ultima dovrà ricalcolare la pena, escludendo la recidiva basata su un presupposto errato e, soprattutto, applicando correttamente la riduzione di un terzo sull’aumento per la continuazione. La sentenza riafferma un fondamentale principio di garanzia, assicurando che i benefici derivanti dalla scelta di un rito alternativo, come quello abbreviato, siano pienamente e correttamente applicati in ogni fase della determinazione della pena.

Quando si calcola l’aumento di pena per la continuazione tra reati giudicati con rito abbreviato, si deve applicare la riduzione di un terzo?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la riduzione di un terzo prevista per il rito abbreviato deve essere applicata anche sull’incremento di pena disposto per i reati satellite posti in continuazione.

Un’archiviazione per ‘particolare tenuità del fatto’ può essere considerata un precedente per la recidiva?
No. La sentenza chiarisce che un provvedimento di archiviazione per particolare tenuità del fatto non è una sentenza di condanna irrevocabile e, pertanto, non può essere utilizzato per contestare la recidiva all’imputato.

Cosa succede se un giudice omette di applicare la riduzione del rito abbreviato sull’aumento per la continuazione?
L’omessa applicazione della riduzione costituisce un errore nel trattamento sanzionatorio. La sentenza, in questo caso, deve essere annullata limitatamente a tale punto, con rinvio a un altro giudice per la corretta rideterminazione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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