Atto Arbitrario: Quando la Reazione del Cittadino è Legittima?
La linea di confine tra un atto illegittimo di un pubblico ufficiale e un vero e proprio atto arbitrario è spesso sottile ma giuridicamente cruciale. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un’importante chiave di lettura, delineando con precisione i presupposti necessari affinché la reazione di un cittadino possa essere considerata non punibile. Comprendere questa distinzione è fondamentale per chiunque si trovi a interagire con le autorità.
I Fatti del Caso
Due cittadini hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il nucleo della loro difesa si basava sulla presunta mancata applicazione dell’articolo 393-bis del codice penale, che prevede una causa di non punibilità per chi reagisce a un atto arbitrario compiuto da un pubblico ufficiale. Secondo i ricorrenti, la Corte di merito aveva erroneamente valutato la condotta del pubblico ufficiale, non riconoscendone la natura arbitraria e, di conseguenza, negando loro il diritto a una reazione legittima.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della vicenda, ma si fonda su un’analisi dei presupposti giuridici del ricorso stesso. La Corte ha ritenuto che le argomentazioni presentate dai ricorrenti fossero generiche e non idonee a dimostrare un errore di diritto da parte del giudice d’appello. La conseguenza diretta dell’inammissibilità è stata la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.
Le Motivazioni: la nozione di atto arbitrario
Il passaggio centrale della motivazione della Corte riguarda la definizione di atto arbitrario. I giudici hanno chiarito che non basta la semplice illegittimità di un’azione compiuta da un pubblico ufficiale per qualificarla come arbitraria. La nozione di arbitrarietà richiede qualcosa di più grave e specifico.
Perché si configuri un atto arbitrario è necessario che si verifichi una delle seguenti condizioni:
1. Eccesso di potere consapevole: il pubblico ufficiale deve eccedere i limiti dei suoi poteri con la piena consapevolezza di farlo.
2. Scopo estraneo alla funzione: l’azione deve essere mossa da un fine personale o comunque estraneo agli interessi pubblici che il funzionario è tenuto a perseguire.
3. Modalità aggressive o vessatorie: il pubblico ufficiale deve utilizzare mezzi non consentiti dalla legge o avvalersi del suo potere in modo aggressivo, vessatorio, o sconveniente e non consono alle regole della normale convivenza civile.
La Corte ha sottolineato che, nel caso di specie, i ricorrenti non avevano fornito elementi oggettivi sufficienti a dimostrare un errore sul fatto che potesse far apparire arbitrario l’atto del pubblico ufficiale. Le loro lamentele sono state giudicate generiche e non in grado di scalfire la coerenza logica della motivazione fornita dalla Corte d’Appello.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La pronuncia della Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la causa di non punibilità per reazione a un atto arbitrario è un’eccezione che va interpretata in modo restrittivo. Per un cittadino, ciò significa che la semplice percezione di un’ingiustizia o di un’irregolarità da parte di un pubblico ufficiale non autorizza automaticamente una reazione che, altrimenti, costituirebbe reato.
Per invocare con successo questa scriminante, è indispensabile poter dimostrare che la condotta del pubblico ufficiale non sia stata meramente illegittima, ma qualificabile come un vero e proprio sopruso, caratterizzato da un abuso di potere consapevole e finalizzato a scopi illeciti o attuato con modalità prepotenti. Questa ordinanza serve da monito: prima di reagire a un’azione delle autorità, è cruciale valutare se essa rientri nei rigidi confini dell’arbitrarietà delineati dalla giurisprudenza.
Quando un atto di un pubblico ufficiale può essere considerato “arbitrario” ai sensi dell’art. 393-bis c.p.?
Secondo la Corte, un atto è arbitrario quando il pubblico ufficiale eccede consapevolmente dai suoi poteri per perseguire uno scopo estraneo alle sue funzioni, oppure quando usa mezzi non consentiti, aggressivi, vessatori o non consoni alle regole della normale convivenza civile.
La semplice illegittimità di un atto di un pubblico ufficiale è sufficiente per giustificare la reazione del cittadino?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che la mera illegittimità di un atto non si identifica con l’arbitrarietà. Per giustificare la reazione, l’atto deve presentare le caratteristiche più gravi di abuso di potere e vessazione.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene giudicato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Come conseguenza, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 7644 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 7644 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 20/01/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: NOME nato a MAGLIE il 01/02/1995 NOME nato a CASTRIGNANO DE’ GRECI il 26/05/1961
avverso la sentenza del 05/02/2024 della CORTE APPELLO di LECCE dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che le deduzioni sviluppate nel ricorso con riferimento all’apprezzamento del materiale probatorio, investono profili del giudizio rimess alla esclusiva competenza della Corte di appello di Lecce, che ha fornito una congrua e adeguata motivazione, esente da vizi logici, perché basata su corrett criteri di inferenza, espressi in un ragionamento fondato su condivisibili massim di esperienza e convergente con quello del Tribunale;
ritenuto che le doglianze riferite alla mancata applicazione della causa di no punibilità prevista dall’art. 393-bis c.p. sono del tutto generiche in assen elementi oggettivi da cui desumere un errore sul fatto, tale da fare apparire com atto arbitrario quello posto in essere dal pubblico ufficiale, considerato che per si configuri l’atto arbitrario è necessario che il p.u. ecceda dai suoi poteri c piena consapevolezza di farlo, per perseguire uno scopo estraneo alle sue funzioni, o che usi mezzi non consentiti dall’ordinamento giuridico o si avvalga del suo potere in modo aggressivo, vessatorio o anche semplicemente sconveniente e non consono alle regole della normale convivenza civile, ne consegue che neppure la mera illegittimità dell’atto si identifica con l’arbitrarietà del medesimo;
rilevato che nulla è dovuto in relazione alla memoria difensiva ed allegata nota spese depositata dalla parte civile costituita COGNOME Rossano, tenuto conto del superfluità e genericità dei rilievi dedotti, del tutto ininfluenti nel merito decisione (vedi Sez. U, Ordinanza n.5466 del 28/01/2004; Rv. 226716 Sez. 6, n.9430 del 20/02/2019, Rv. 275882);
Da quanto precede deriva la inunnnissibili9 del ricorso dalla quale consegue ex art. 616 c.p.p. la condanna dello ricorrente COGNOME-Gasag-~01-al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro tremila.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile i ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3.000,00 in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 20 gennaio 2025
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Il Co igliere estensore
Il Presidente