LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Atto arbitrario pubblico ufficiale: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19693/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino contro la sentenza della Corte d’Appello di Bari. Il caso verteva sulla presunta reazione a un atto arbitrario del pubblico ufficiale. La Suprema Corte ha ribadito che la valutazione dei fatti è di competenza esclusiva dei giudici di merito e ha confermato la corretta distinzione, operata dalla Corte d’Appello, tra atto meramente illegittimo e atto arbitrario, quest’ultimo unico presupposto per una causa di giustificazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Atto Arbitrario del Pubblico Ufficiale: Quando la Reazione è Giustificata? L’Analisi della Cassazione

La linea di confine tra un atto illegittimo di un pubblico ufficiale e un vero e proprio sopruso è spesso sottile, ma giuridicamente fondamentale. Comprendere questa distinzione è cruciale per sapere quando la reazione di un cittadino può essere considerata legittima. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 19693 del 2024) fa luce proprio su questo tema, chiarendo i limiti del ricorso e la definizione di atto arbitrario del pubblico ufficiale.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria nasce dal ricorso presentato da un cittadino avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. Il ricorrente sosteneva, in sostanza, di aver agito in reazione a un comportamento dei vigili urbani che riteneva ingiusto e arbitrario. La sua difesa si basava sulla causa di giustificazione prevista dall’articolo 393-bis del codice penale, che esclude la punibilità per chi reagisce a un atto arbitrario di un pubblico ufficiale. Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto questa tesi, ritenendo corretto l’operato degli agenti.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’Atto Arbitrario del Pubblico Ufficiale

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito della vicenda, ovvero non ha stabilito se i vigili avessero ragione o torto nel caso specifico. Piuttosto, ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ripresentare le prove o ridiscutere i fatti. Il suo compito è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione delle sentenze precedenti.

Nel caso in esame, i giudici di legittimità hanno ritenuto che le argomentazioni del ricorrente mirassero proprio a una nuova valutazione del materiale probatorio, un’attività che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Poiché la motivazione della Corte territoriale è stata giudicata congrua, adeguata e priva di vizi logici, il ricorso non poteva essere accolto.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su tre pilastri argomentativi chiari.

Il primo riguarda i limiti del giudizio di legittimità. La ricostruzione dei fatti, l’interpretazione delle testimonianze e l’apprezzamento delle prove sono attività precluse alla Cassazione. Il ricorso è stato respinto perché le doglianze sollevate investivano proprio questi profili, che erano già stati ampiamente e logicamente trattati dalla Corte d’Appello di Bari.

Il secondo, e più rilevante dal punto di vista giuridico, è la distinzione tra “atto illegittimo” e “atto arbitrario”. La Corte ha sottolineato come i giudici d’appello avessero correttamente evidenziato la differenza. Un atto può essere illegittimo (ad esempio, una multa con un vizio di forma), ma non per questo è automaticamente arbitrario. L’atto arbitrario del pubblico ufficiale, che può giustificare la reazione del cittadino, presuppone qualcosa di più: un abuso di potere, un’intenzione vessatoria, una palese violazione dei doveri di correttezza e imparzialità. Nel caso di specie, l’operato dei vigili urbani è stato ritenuto corretto e non arbitrario, facendo così cadere il presupposto per l’applicazione della causa di giustificazione.

Infine, la Corte ha tratto le conseguenze procedurali dall’inammissibilità del ricorso. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende, ritenuta equa in ragione delle questioni sollevate.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, ribadisce che il ricorso in Cassazione non è uno strumento per tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti; è necessario basarsi su vizi di legittimità chiari e specifici. In secondo luogo, e soprattutto, serve da monito per i cittadini: non ogni presunta ingiustizia subita da parte di un pubblico ufficiale legittima una reazione. La legge tutela il cittadino solo di fronte a veri e propri atti di sopruso e prevaricazione, non di fronte a provvedimenti che si ritengono semplicemente sbagliati o ingiusti. Per contestare questi ultimi, l’ordinamento prevede strumenti specifici, come il ricorso al Giudice di Pace o al TAR, che rappresentano la via corretta da seguire.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare come sono andati i fatti in un processo?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la ricostruzione e la valutazione dei fatti e del materiale probatorio sono di competenza esclusiva dei giudici di merito (come la Corte d’Appello). Il ricorso in Cassazione è ammissibile solo per vizi di legittimità, non per un nuovo esame del merito.

Qualsiasi atto illegittimo di un pubblico ufficiale giustifica la reazione del cittadino?
No. La Corte ha confermato la distinzione tra un “atto illegittimo” e un “atto arbitrario”. Solo un atto arbitrario, caratterizzato da abuso di potere o prevaricazione, può costituire una causa di giustificazione per la reazione del cittadino ai sensi dell’art. 393-bis cod. pen. Un semplice errore o un atto contestabile non è sufficiente.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro in favore della cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati