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Attenuanti ricettazione: quando non si applicano

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, confermando la condanna per ricettazione. La Corte ha chiarito che l’attenuante comune per danno di speciale tenuità non può essere concessa se il basso valore dei beni è già stato considerato per qualificare il reato nella sua forma lieve (art. 648, co. 2, c.p.). Anche le attenuanti ricettazione generiche sono state negate per assenza di elementi favorevoli all’imputato.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Ricettazione: la Cassazione chiarisce il principio di assorbimento

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di ricettazione, offrendo importanti chiarimenti sul delicato tema delle attenuanti ricettazione. La decisione sottolinea come l’applicazione dell’attenuante per danno di speciale tenuità venga “assorbita” dalla fattispecie lieve del reato, impedendo una doppia valutazione dello stesso elemento a favore dell’imputato. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un individuo condannato per il reato di ricettazione. L’imputato aveva impugnato la sentenza della Corte d’Appello lamentando due principali violazioni di legge. In primo luogo, contestava la sussistenza del dolo, ovvero l’intenzione di commettere il reato. In secondo luogo, censurava il mancato riconoscimento di due tipi di circostanze attenuanti: quella comune per danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.) e le attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.).

La Valutazione del Dolo nella Ricettazione

Il primo motivo di ricorso, relativo alla mancanza di dolo, è stato giudicato dalla Cassazione come “aspecifico”. Gli Ermellini hanno evidenziato che la Corte territoriale aveva correttamente basato la responsabilità dell’imputato su un principio consolidato: chi viene trovato in possesso di beni di provenienza furtiva ha l’onere di fornire una giustificazione plausibile. In assenza di tale spiegazione, si presume la consapevolezza della provenienza illecita dei beni, integrando così l’elemento soggettivo del reato. Il ricorso, su questo punto, non si confrontava criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, risultando quindi inammissibile.

Il Principio di Assorbimento delle Attenuanti Ricettazione

Il punto centrale della decisione riguarda il secondo motivo di ricorso, relativo alle attenuanti ricettazione. La Corte ha operato una distinzione cruciale:

1. Attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.): La Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito di escludere questa attenuante. La ragione è di natura logico-giuridica: il giudice di primo grado aveva già tenuto conto del “minimo valore della res ricettata” per qualificare il fatto nella sua forma attenuata, prevista dall’art. 648, comma secondo, del codice penale. Questa norma prevede una pena notevolmente ridotta proprio per i casi di ricettazione di cose di particolare tenuità.

2. Attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.): Anche su questo fronte, il ricorso non ha trovato accoglimento. I giudici di appello avevano motivato il diniego sulla base della “mancanza di elementi favorevoli alla mitigazione della pena”. La Cassazione ha ribadito che, per negare le attenuanti generiche, è sufficiente fare riferimento all’assenza di elementi di segno positivo, senza necessità di individuare elementi negativi a carico dell’imputato.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso basandosi su principi giurisprudenziali consolidati. Per quanto riguarda le attenuanti ricettazione, la motivazione chiave risiede nel cosiddetto principio di assorbimento. La Corte ha spiegato che la circostanza attenuante comune del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.) è compatibile con la forma lieve del delitto di ricettazione (art. 648, comma secondo, c.p.) solo se la valutazione del danno non è già stata utilizzata per inquadrare il fatto in quest’ultima ipotesi, più favorevole. Poiché nel caso di specie il minimo valore del bene era stato l’elemento decisivo per applicare la fattispecie attenuata della ricettazione, concedere anche l’attenuante comune avrebbe significato valutare due volte lo stesso elemento (il valore esiguo del bene) a vantaggio dell’imputato, violando il principio del ne bis in idem sostanziale. Di conseguenza, l’attenuante comune risulta “assorbita” in quella speciale, che comporta già una maggiore riduzione di pena.

le conclusioni

In conclusione, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza rafforza un importante orientamento giurisprudenziale: nel valutare le attenuanti ricettazione, i giudici devono evitare duplicazioni di giudizio. Se il valore irrisorio di un bene rubato serve a qualificare il reato come di “particolare tenuità” secondo l’art. 648, comma secondo, c.p., quello stesso elemento non può essere nuovamente utilizzato per concedere l’attenuante comune del danno lieve. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, questa decisione ribadisce la necessità di una corretta e non ridondante applicazione delle circostanze attenuanti nel processo penale.

Perché il motivo di ricorso sulla mancanza di dolo è stato respinto?
Il motivo è stato considerato aspecifico perché non contestava validamente le argomentazioni della corte precedente, la quale aveva correttamente applicato il principio secondo cui la mancata fornitura di una giustificazione plausibile sulla provenienza di beni rubati fonda la responsabilità per ricettazione.

È possibile ottenere sia l’attenuante per danno lieve (art. 62 n. 4 c.p.) sia la pena ridotta per ricettazione di particolare tenuità (art. 648 co. 2 c.p.)?
No. Secondo la Corte, se il valore minimo del bene è già stato utilizzato per qualificare il reato nella sua forma più lieve e favorevole (art. 648, comma secondo), l’attenuante comune per danno di speciale tenuità si considera “assorbita” e non può essere concessa ulteriormente, per evitare una doppia valutazione dello stesso elemento.

Quali sono le ragioni per cui possono essere negate le attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche possono essere negate, come in questo caso, quando il giudice non rileva elementi positivi e favorevoli all’imputato che possano giustificare una mitigazione della pena. Non è necessario che siano presenti elementi negativi, è sufficiente la semplice assenza di fattori positivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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