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Attenuanti negate: appello inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due fratelli condannati per la detenzione di 729 kg di hashish. I ricorrenti contestavano la mancata concessione delle attenuanti generiche e della circostanza attenuante della collaborazione, ma la Corte ha ritenuto infondati i motivi, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva negato le attenuanti sulla base di una valutazione discrezionale e ragionevole dei fatti.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti negate: la Cassazione conferma la condanna per detenzione di stupefacenti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 46222/2024, ha affrontato un caso di notevole rilevanza in materia di stupefacenti, chiarendo i limiti per la concessione delle attenuanti e le regole sulla rinnovazione dell’istruttoria in appello. La decisione riguarda due fratelli condannati per la detenzione illecita di 729 kg di hashish, il cui ricorso è stato dichiarato inammissibile. Analizziamo i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Pistoia in un giudizio con rito abbreviato. I due imputati venivano riconosciuti colpevoli per la detenzione di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente. La Corte di appello di Firenze, pur riformando parzialmente la decisione di primo grado, rideterminava la pena, negando però le circostanze attenuanti generiche e quella specifica della collaborazione, prevista dall’art. 73, comma 7, del Testo Unico Stupefacenti.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa degli imputati ha presentato ricorso alla Suprema Corte basandosi su due motivi principali:

1. Violazione delle norme processuali: Si contestava alla Corte d’Appello di aver rinnovato d’ufficio l’istruttoria, acquisendo nuovi documenti senza una motivazione esplicita. Tali documenti erano serviti a dimostrare l’inutilità delle dichiarazioni accusatorie fornite da uno degli imputati contro il presunto fornitore, influenzando così la decisione sulla concessione dell’attenuante della collaborazione.
2. Vizio di motivazione sul diniego delle attenuanti: La difesa lamentava che la Corte non avesse adeguatamente considerato elementi favorevoli agli imputati, come la loro presenza regolare sul territorio nazionale, il tempo trascorso dall’unico precedente penale e il corretto comportamento processuale.

La Decisione della Cassazione sulle Attenuanti

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi, ritenendoli manifestamente infondati e dichiarando i ricorsi inammissibili.

Sulla rinnovazione dell’istruttoria

La Suprema Corte ha chiarito che l’acquisizione di nuovi documenti in appello, anche nel contesto di un rito abbreviato, è possibile, specialmente se finalizzata a valutare la fondatezza di uno specifico motivo di appello. Nel caso di specie, l’acquisizione era stata sollecitata anche dalla difesa per verificare l’esito delle indagini scaturite dalla “chiamata in correità”. La Corte ha quindi ritenuto che vi fosse una motivazione implicita ma chiara, in linea con la giurisprudenza consolidata che ammette l’integrazione probatoria per valutare l’attenuante della collaborazione.

Sulle attenuanti generiche

Per quanto riguarda il diniego delle attenuanti generiche, la Cassazione ha ribadito che la decisione della Corte d’Appello rientrava nel suo potere discrezionale, esercitato in modo logico e non manifestamente illogico. I giudici di merito avevano correttamente osservato che:

* Gli imputati avevano ammesso solo i fatti evidenti che non potevano negare, essendo stati arrestati in flagranza di reato.
* Il presunto grave disagio socio-economico non era stato provato.
* Il precedente penale, specifico per reati di droga, dimostrava che la precedente condanna non aveva avuto alcun effetto risocializzante.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sul principio che il potere discrezionale del giudice di merito nella valutazione delle circostanze attenuanti non è sindacabile in sede di legittimità se esercitato in modo logico e coerente. La Corte di appello ha fornito una spiegazione ragionevole per il suo diniego, sottolineando come la confessione parziale e la presenza di un precedente specifico non fossero elementi sufficienti a giustificare una riduzione di pena. La valutazione negativa è stata considerata immune da vizi logici, in quanto basata su un’analisi completa della situazione degli imputati e della loro condotta.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento rigoroso sulla concessione delle attenuanti. Per ottenere un beneficio, non è sufficiente una confessione limitata all’evidenza o un comportamento processuale formalmente corretto. Il giudice deve valutare la personalità complessiva dell’imputato e l’efficacia deterrente di eventuali condanne precedenti. Questa pronuncia ribadisce che, in caso di reati gravi come il traffico di ingenti quantità di stupefacenti e in presenza di flagranza, la strada per ottenere le attenuanti è particolarmente in salita e richiede elementi positivi concreti e provati.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso degli imputati?
La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso manifestamente infondati. Il primo motivo, relativo a un presunto vizio procedurale, è stato respinto perché l’acquisizione di nuovi documenti era finalizzata a valutare proprio una richiesta della difesa. Il secondo motivo, sul diniego delle attenuanti, è stato respinto perché la decisione della Corte d’Appello era basata su una valutazione discrezionale logica e non irragionevole dei fatti.

È possibile acquisire nuove prove in appello se il processo di primo grado si è svolto con rito abbreviato?
Sì, la sentenza conferma che la rinnovazione dell’istruttoria in appello è compatibile con il rito abbreviato, in particolare quando è necessaria per valutare la fondatezza di specifici motivi di appello, come la richiesta di applicazione dell’attenuante della collaborazione in materia di stupefacenti.

Quali sono state le ragioni principali per cui le attenuanti generiche sono state negate?
Le attenuanti generiche sono state negate perché gli imputati avevano ammesso solo i fatti evidenti essendo stati arrestati in flagranza di reato; non avevano provato il loro asserito grave disagio socio-economico; e il loro precedente penale specifico dimostrava che una precedente condanna non aveva avuto alcun effetto risocializzante su di loro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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