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Attenuanti generiche: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per trasporto di tabacchi lavorati esteri. L’imputato lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche nella massima estensione, ma la Corte ha rilevato che la Corte d’Appello le aveva già riconosciute e applicate proprio in tale misura, rendendo il ricorso manifestamente infondato.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Inammissibile il Ricorso se Già Concesse al Massimo

La recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un importante principio processuale relativo alle attenuanti generiche. Quando un imputato lamenta la mancata concessione di un beneficio che, in realtà, gli è già stato accordato nella sua massima estensione dal giudice precedente, il suo ricorso risulta privo di fondamento e, di conseguenza, inammissibile. Analizziamo insieme questa decisione per comprenderne la portata.

I fatti del caso: il trasporto di tabacchi e la condanna

Il caso ha origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello di Napoli nei confronti di un soggetto ritenuto colpevole del reato di contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Nello specifico, l’imputato era stato sorpreso a detenere e trasportare, all’interno di un autocarro, un ingente quantitativo di 430 kg di merce illegale. La Corte d’Appello, riformando parzialmente la sentenza di primo grado, lo aveva condannato a una pena di 10 mesi e 20 giorni di reclusione, oltre a una multa di 50.000,00 euro.

Il ricorso in Cassazione sulle attenuanti generiche

L’imputato ha presentato ricorso per cassazione, basando le sue doglianze su due punti principali: un presunto vizio di motivazione e la violazione di legge. Il fulcro del ricorso era la lamentela per la mancata concessione delle attenuanti generiche, previste dall’articolo 62-bis del codice penale, nella loro massima estensione possibile.

A suo dire, la Corte d’Appello non avrebbe adeguatamente valorizzato alcuni elementi a suo favore che avrebbero giustificato una riduzione di pena ancora più consistente.

La decisione della Corte: quando le attenuanti generiche rendono il ricorso infondato

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. La ragione di tale decisione è tanto semplice quanto logica: il ricorso si basava su un presupposto errato.

Le motivazioni

I giudici della Suprema Corte hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse, in realtà, già fatto esattamente ciò che il ricorrente chiedeva. Analizzando la sentenza impugnata, emerge chiaramente che i giudici di secondo grado avevano tenuto in considerazione il “contegno ampiamente collaborativo” dell’imputato. Proprio questa valutazione positiva aveva permesso alla Corte territoriale di:

1. Concedere le attenuanti generiche.
2. Stabilire che tali attenuanti prevalessero sulla recidiva contestata.
3. Partire dal minimo della pena previsto dalla legge per quel reato.
4. Concedere le attenuanti “nella massima estensione”.

Il ricorso, pertanto, appariva del tutto scollegato dalla realtà processuale, poiché si lamentava della mancata concessione di un beneficio che era già stato riconosciuto nella misura più favorevole possibile. La Cassazione ha sottolineato che l’impugnazione non si confrontava minimamente con il contenuto della sentenza di appello, risultando quindi priva di qualsiasi fondamento logico e giuridico.

Le conclusioni

La declaratoria di inammissibilità ha comportato, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, richiamando un principio consolidato della Corte Costituzionale (sentenza n. 186/2000), e non ravvisando una colpa incolpevole nella proposizione del ricorso, la Corte ha condannato l’imputato al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: prima di impugnare una sentenza, è essenziale analizzarla attentamente. Presentare un ricorso basato su presupposti errati o che non si confronta con le motivazioni del giudice precedente non solo è inutile, ma espone anche a conseguenze economiche negative.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile quando è manifestamente infondato, ad esempio se l’appellante chiede un beneficio che la corte precedente gli ha già concesso nella massima misura possibile, come nel caso delle attenuanti generiche in questa ordinanza.

Perché sono state concesse le attenuanti generiche all’imputato?
Le attenuanti generiche sono state concesse perché la Corte d’Appello ha valorizzato il contegno ampiamente collaborativo tenuto dall’imputato, ritenendolo un elemento sufficiente per ridurre la pena nonostante la gravità del reato e la presenza di una recidiva.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro (fissata in 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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