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Attenuanti generiche: quando non vengono concesse?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato. La Corte ha negato sia l’attenuante del danno di speciale tenuità, ritenendo 400 euro una somma non irrisoria, sia le attenuanti generiche. Queste ultime richiedono elementi positivi di valutazione, che non possono essere individuati nella mera incensuratezza, né in una restituzione avvenuta solo dopo l’intervento delle forze dell’ordine o in una confessione resa di fronte a un quadro probatorio già schiacciante.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche e Danno Lieve: La Cassazione Fa il Punto

La concessione delle attenuanti generiche non è un diritto automatico dell’imputato, ma una valutazione discrezionale del giudice basata su elementi concreti. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i paletti per il loro riconoscimento, chiarendo perché né la restituzione tardiva né una confessione “scontata” possano giustificarne l’applicazione. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado per il reato di furto aggravato. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, contestando la sentenza della Corte d’Appello di Roma. L’oggetto del furto consisteva in una somma di 400 euro e un portafogli.

I Motivi del Ricorso: La Richiesta di Attenuanti Generiche e del Danno Lieve

Il ricorso si fondava su due principali argomentazioni:

1. Violazione di legge in merito all’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62, n. 4 c.p.): La difesa sosteneva che il danno economico causato dovesse essere considerato di lieve entità, giustificando così una riduzione della pena.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.): Si lamentava il fatto che i giudici di merito non avessero concesso le attenuanti generiche, nonostante elementi come la confessione e la restituzione della refurtiva.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso “manifestamente infondato” e lo ha dichiarato inammissibile. Di conseguenza, ha confermato la condanna e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché le Attenuanti sono State Negate

La decisione della Corte si basa su principi giurisprudenziali consolidati, che meritano di essere approfonditi.

Il Concetto di “Danno di Speciale Tenuità”

La Corte ha ribadito che l’attenuante del danno di speciale tenuità presuppone un pregiudizio economico “lievissimo”, ovvero di valore “pressoché irrisorio”. La valutazione non deve limitarsi al solo valore della cosa sottratta, ma deve considerare anche gli eventuali ulteriori effetti dannosi subiti dalla vittima. È irrilevante, invece, la capacità economica della persona offesa di sopportare il danno. Nel caso specifico, il furto di 400 euro e di un portafogli non è stato ritenuto un danno di entità trascurabile e, pertanto, l’attenuante è stata correttamente esclusa.

I Requisiti per le Attenuanti Generiche

Ancora più netta è stata la posizione della Corte sulle attenuanti generiche. I giudici hanno ricordato che, a seguito della riforma del 2008, per la concessione di tali attenuanti non è più sufficiente il solo stato di incensuratezza dell’imputato. Il giudice deve individuare “elementi o circostanze di segno positivo” che giustifichino una mitigazione della pena.

Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato l’assenza di tali elementi, motivando in modo congruo e logico il proprio diniego. In particolare:

* La restituzione della refurtiva è stata considerata irrilevante perché avvenuta solo a seguito dell’intervento delle forze dell’ordine, e non come gesto spontaneo di ravvedimento.
* La confessione è stata parimenti ritenuta ininfluente, in quanto resa di fronte a un quadro probatorio già talmente chiaro e inequivocabile da renderla di fatto superflua.

Le Conclusioni: Quali Implicazioni Pratiche?

Questa ordinanza conferma un orientamento rigoroso della giurisprudenza. Le conclusioni che possiamo trarre sono chiare: le attenuanti generiche non sono un beneficio concesso di default, ma devono essere meritate attraverso condotte positive e significative. Un comportamento processuale collaborativo (come la confessione) o riparatorio (come la restituzione) perde di valore se non è espressione di un’autentica revisione critica del proprio operato, ma appare piuttosto come una scelta strategica o una conseguenza inevitabile degli eventi. Allo stesso modo, l’attenuante per danno lieve è ancorata a criteri oggettivi molto stringenti, che escludono la sua applicabilità per furti di somme, come 400 euro, considerate tutt’altro che irrisorie.

Quando un danno può essere considerato di “speciale tenuità” in un furto?
Un danno viene considerato di “speciale tenuità” quando il pregiudizio economico causato alla vittima è lievissimo, quasi irrisorio. La valutazione si basa sul valore oggettivo della cosa sottratta e sugli ulteriori effetti pregiudizievoli, indipendentemente dalla capacità economica della persona offesa di sopportare la perdita.

La restituzione della refurtiva e la confessione garantiscono le attenuanti generiche?
No. Secondo la sentenza, questi elementi non garantiscono automaticamente le attenuanti generiche. La restituzione non è rilevante se avviene solo dopo l’intervento delle forze dell’ordine e non per un atto spontaneo. Allo stesso modo, la confessione perde valore se resa quando le prove a carico dell’imputato sono già chiare ed inequivocabili.

Un imputato incensurato ha automaticamente diritto alle attenuanti generiche?
No. La Corte ribadisce che, dopo la riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza non è più sufficiente per concedere le attenuanti generiche. Il giudice deve riscontrare la presenza di elementi positivi concreti che giustifichino una diminuzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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