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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due imputati contro il diniego delle attenuanti generiche. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza dei motivi, poiché i precedenti penali specifici e il corretto esercizio della discrezionalità del giudice di merito giustificavano ampiamente sia il diniego delle attenuanti che la dosimetria della pena applicata per spaccio di lieve entità.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione Conferma il Diniego se il Ricorso è Ripetitivo

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sul tema delle attenuanti generiche e sui requisiti di ammissibilità del ricorso per cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile l’impugnazione presentata da due soggetti contro una sentenza della Corte d’Appello, ribadendo principi consolidati in materia di motivazione, discrezionalità del giudice e divieto di ‘doppia valutazione’ di elementi a favore dell’imputato. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I Fatti del Caso: un Ricorso contro il Diniego delle Attenuanti

Due individui, condannati per spaccio di sostanze stupefacenti, ricorrevano in Cassazione lamentando due aspetti principali della sentenza di secondo grado. Il primo motivo di ricorso riguardava la mancata concessione delle attenuanti generiche, mentre il secondo contestava il trattamento sanzionatorio, ovvero la dosimetria della pena.

Secondo la difesa, la Corte d’Appello avrebbe errato nel non considerare, ai fini della concessione delle attenuanti, la natura di ‘microspaccio’ dell’attività illecita. Tuttavia, i giudici di merito avevano già tenuto conto di questo elemento per qualificare il reato nella sua forma più lieve, prevista dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti. Inoltre, a pesare sulla decisione vi erano dei precedenti penali specifici a carico degli imputati.

La Decisione della Corte e le Attenuanti Generiche

La Corte di Cassazione ha ritenuto i motivi di ricorso inammissibili. I giudici hanno sottolineato come le censure proposte non fossero altro che una riproposizione di argomenti già adeguatamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello con motivazioni logiche, congrue e giuridicamente corrette. L’appello, in sostanza, mancava di una critica specifica e puntuale alle argomentazioni della sentenza impugnata, limitandosi a ripresentare le stesse doglianze.

Il Principio del ‘Ne Bis in Idem’ Sostanziale

Uno dei punti cardine della decisione riguarda il primo motivo di ricorso. La Corte ha confermato la correttezza della decisione dei giudici d’appello nel non poter valutare due volte lo stesso elemento a favore del reo. La natura di ‘microspaccio’ era già stata ‘spesa’ per ottenere il beneficio di una qualificazione giuridica più favorevole del reato. Pertanto, non poteva essere nuovamente utilizzata per giustificare anche la concessione delle attenuanti generiche. Questo principio evita una duplicazione ingiustificata di benefici.

La Valutazione dei Precedenti Penali

La Cassazione ha inoltre ribadito un orientamento consolidato: per negare le attenuanti generiche, il giudice non è tenuto a esaminare e confutare ogni singolo elemento favorevole all’imputato. È sufficiente che la sua motivazione si concentri sugli elementi ritenuti decisivi, come in questo caso i precedenti penali specifici. La presenza di tali precedenti è stata considerata un fattore ostativo, che di per sé giustificava il diniego, superando implicitamente ogni altra considerazione a favore degli imputati.

La Dosimetria della Pena e la Discrezionalità del Giudice

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla quantificazione della pena, è stato giudicato infondato. La Corte ha ricordato che la determinazione della pena tra il minimo e il massimo edittale rientra nell’ampio potere discrezionale del giudice di merito. In questo caso, la pena base, pur essendo superiore al minimo, era stata fissata a un livello inferiore al medio ed era stata giustificata in base a criteri concreti: la natura della sostanza, il carattere stabile e reiterato dell’attività di spaccio e i già citati precedenti. Una motivazione di questo tipo, anche se sintetica, è considerata pienamente adeguata e non sindacabile in sede di legittimità, a meno che non sia palesemente illogica o arbitraria, cosa non riscontrata nel caso di specie.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha dichiarato i ricorsi inammissibili perché riproduttivi di censure già correttamente respinte in appello e privi di un reale confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata. I giudici hanno evidenziato che la decisione della Corte d’Appello era logica, congrua e immune da vizi di legittimità. In particolare, è stato sottolineato che la manifesta infondatezza del ricorso impedisce di rilevare un’eventuale prescrizione del reato maturata successivamente alla sentenza d’appello, poiché non si instaura un valido rapporto processuale di impugnazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza rafforza alcuni principi fondamentali del diritto processuale penale. In primo luogo, un ricorso per cassazione deve contenere censure nuove e specifiche, non la mera ripetizione di argomenti già esaminati. In secondo luogo, la valutazione per le attenuanti generiche non può basarsi su elementi già utilizzati per altri benefici di legge. Infine, la discrezionalità del giudice nella determinazione della pena è molto ampia e il suo operato è difficilmente censurabile in Cassazione se supportato da una motivazione, anche sintetica, che faccia riferimento ai criteri dell’art. 133 c.p., come i precedenti penali e la gravità del fatto.

Un fatto già usato per qualificare un reato come meno grave può essere usato anche per ottenere le attenuanti generiche?
No. Secondo la Corte, un elemento (come la lieve entità dello spaccio) già valutato per applicare una fattispecie attenuata di reato non può essere considerato una seconda volta per concedere anche le attenuanti generiche, in quanto ciò comporterebbe una duplicazione di benefici.

Il giudice è obbligato a considerare tutti gli elementi a favore dell’imputato per concedere le attenuanti generiche?
No. La giurisprudenza costante, ribadita in questa ordinanza, afferma che per negare le attenuanti generiche è sufficiente che il giudice motivi la sua decisione facendo riferimento agli elementi ritenuti decisivi (come i precedenti penali specifici), senza dover analizzare e confutare ogni singolo aspetto favorevole dedotto dalla difesa.

Cosa succede se la prescrizione del reato matura dopo la presentazione di un ricorso in Cassazione palesemente infondato?
Se il ricorso per cassazione è dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza dei motivi, non si instaura un valido rapporto di impugnazione. Di conseguenza, la Corte non può rilevare e dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, anche se questa è maturata dopo la sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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