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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante la mancata concessione delle attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che le argomentazioni del ricorrente erano puramente assertive e ha ribadito che, dopo la riforma normativa, la sola assenza di precedenti penali non è sufficiente per ottenere una riduzione della pena. La decisione del giudice di merito era stata, infatti, legittimamente motivata dall’assenza di elementi positivi di valutazione.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione Ribadisce i Criteri per la Concessione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale del diritto penale: la concessione delle attenuanti generiche. La decisione sottolinea i rigorosi criteri che devono guidare la valutazione del giudice e chiarisce perché un ricorso basato su argomentazioni generiche sia destinato all’inammissibilità. Questo provvedimento offre importanti spunti di riflessione sulla corretta formulazione dei motivi di appello e sulla prova necessaria per ottenere una riduzione della pena.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente lamentava principalmente due aspetti: l’eccessiva severità della pena inflitta e, soprattutto, la mancata concessione delle attenuanti generiche previste dall’articolo 62-bis del codice penale. L’appello si basava sull’idea che la sua condizione di incensurato dovesse essere un fattore determinante per una mitigazione della sanzione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulle attenuanti generiche

La Suprema Corte ha respinto le argomentazioni del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici di legittimità hanno definito le doglianze come ‘del tutto assertive ed ipotetiche’, evidenziando la mancanza di una necessaria analisi critica delle motivazioni poste a fondamento della decisione di secondo grado. In altre parole, il ricorso si limitava a esprimere un dissenso generico senza attaccare in modo specifico e logico il ragionamento del giudice d’appello.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su principi consolidati sia normativi che giurisprudenziali. Innanzitutto, ha confermato la correttezza della motivazione della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva negato le attenuanti generiche evidenziando ‘l’assenza di positivi elementi di valutazione’ idonei a giustificare una riduzione della pena.

Un punto fondamentale richiamato nell’ordinanza è la riforma dell’art. 62-bis del codice penale. A seguito di tale modifica legislativa, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più considerato sufficiente per la concessione automatica del beneficio. Il giudice deve, al contrario, individuare elementi concreti e positivi che dimostrino una minore gravità del fatto o una ridotta pericolosità sociale del reo.

Inoltre, la Corte ha ribadito un principio cardine del giudizio di legittimità: la valutazione sulla congruità della pena è di competenza esclusiva del giudice di merito. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella delle corti di primo e secondo grado, a meno che la determinazione della pena non sia frutto di ‘mero arbitrio o di un ragionamento illogico’. Nel caso di specie, non essendo stata riscontrata alcuna illogicità, la censura è stata ritenuta inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento ormai pacifico. Per chi intende ricorrere in Cassazione, emerge la chiara indicazione che i motivi di impugnazione devono essere specifici, critici e puntuali, e non possono limitarsi a una generica richiesta di una nuova valutazione dei fatti. Per quanto riguarda le attenuanti generiche, la decisione riafferma che la loro concessione non è un diritto, ma una facoltà discrezionale del giudice, il quale deve motivare la sua scelta sulla base di elementi positivi concreti, che vanno ben oltre la semplice assenza di precedenti penali. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

È sufficiente non avere precedenti penali per ottenere le attenuanti generiche?
No, la Corte chiarisce che, a seguito della riforma dell’art. 62-bis del codice penale, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche. È necessaria la presenza di elementi positivi di valutazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché le argomentazioni erano generiche, assertive e ipotetiche. Mancava un’analisi critica delle motivazioni della sentenza impugnata e si mirava a una nuova valutazione della congruità della pena, attività non consentita in sede di Cassazione.

Cosa può essere oggetto di censura in Cassazione riguardo la determinazione della pena?
In sede di Cassazione, non si può contestare la congruità della pena scelta dal giudice di merito, a meno che la decisione non sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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