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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per un reato in materia di stupefacenti. La ricorrente contestava la mancata prevalenza delle attenuanti generiche sull’aggravante specifica. La Corte ha ritenuto il motivo manifestamente infondato, confermando che la valutazione del giudice di merito era logica e giuridicamente corretta, sottolineando come la specificità dell’aggravante prevalga sulla genericità delle motivazioni per le attenuanti. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione chiarisce i limiti del bilanciamento

Le attenuanti generiche rappresentano uno strumento fondamentale a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica situazione del reo e del fatto commesso. Tuttavia, la loro applicazione e il loro bilanciamento con eventuali circostanze aggravanti sono spesso oggetto di dibattito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui criteri di valutazione, confermando l’inammissibilità di un ricorso basato su una motivazione generica.

Il caso: dalla condanna al ricorso per cassazione

Il caso analizzato riguarda una persona condannata in primo grado e in appello a una pena di 4 anni e 2 mesi di reclusione, oltre a una multa di 18.200 euro, per un reato in materia di stupefacenti commesso in concorso con altri. La difesa ha presentato ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione e una violazione di legge. Il punto centrale del ricorso era la mancata applicazione delle attenuanti generiche in regime di prevalenza rispetto a una specifica aggravante prevista dalla legge sugli stupefacenti (art. 80, comma 1, lett. G del D.P.R. 309/1990).

La valutazione delle attenuanti generiche in Appello

La Corte di Appello di Napoli aveva confermato la decisione del giudice di primo grado. La Cassazione, nel riesaminare la questione, ha evidenziato come la Corte territoriale avesse operato una valutazione del tutto corretta e priva di vizi logici o giuridici. In particolare, i giudici di merito avevano escluso la prevalenza delle invocate circostanze attenuanti generiche dando specifico rilievo al valore sintomatico dell’aggravante contestata. Questa valutazione si contrapponeva alla genericità della motivazione con cui, in primo grado, erano state concesse le attenuanti. In sostanza, il peso specifico dell’aggravante è stato ritenuto superiore rispetto agli elementi generici addotti per la riduzione della pena.

Le motivazioni della Cassazione: inammissibilità del ricorso

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile poiché manifestamente infondato. Il ruolo della Cassazione non è quello di riesaminare i fatti o di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, ma di verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. In questo caso, la Corte ha stabilito che la decisione della Corte d’Appello era ben motivata. I giudici di secondo grado avevano correttamente ponderato gli elementi a disposizione, privilegiando la specificità dell’aggravante rispetto alla genericità delle attenuanti. Poiché il ricorso non ha evidenziato un errore di diritto o un’illogicità manifesta nella motivazione, è stato respinto. La dichiarazione di inammissibilità ha comportato, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale nel diritto penale processuale: il giudizio sul bilanciamento delle circostanze attenuanti e aggravanti è una prerogativa del giudice di merito. Il ricorso per cassazione su questo punto è ammissibile solo se si dimostra un’errata applicazione della legge o un vizio di motivazione palese e inequivocabile. La decisione sottolinea inoltre che per ottenere il riconoscimento delle attenuanti generiche, soprattutto in prevalenza su aggravanti specifiche, è necessario che la richiesta sia supportata da elementi concreti e non da motivazioni generiche. Una motivazione non sufficientemente circostanziata rischia di non avere il peso necessario per controbilanciare la gravità espressa da una circostanza aggravante.

Quando un ricorso per cassazione sulle attenuanti generiche viene dichiarato inammissibile?
Quando il motivo è manifestamente infondato, ovvero quando la valutazione del giudice di merito sul bilanciamento tra attenuanti e aggravanti è esente da vizi logici o giuridici e, pertanto, non può essere riesaminata nel merito dalla Corte di Cassazione.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La parte ricorrente viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso 3.000 euro, in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Perché la Corte ha dato più peso all’aggravante che alle attenuanti generiche?
La Corte ha ritenuto corretta la decisione del giudice d’appello, il quale ha dato maggior rilievo alla “specifica valenza sintomatica” dell’aggravante contestata rispetto alla “genericità della motivazione” con cui le attenuanti erano state riconosciute in primo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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