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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello di non concedere le attenuanti generiche e altre attenuanti. La motivazione si fonda sull’impossibilità, nel giudizio di legittimità, di rivalutare i fatti e sulla correttezza della valutazione del giudice di merito, che aveva negato i benefici in ragione della professionalità e abitualità del reato commesso dall’imputato.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: i Limiti del Ricorso in Cassazione

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta uno degli aspetti più discrezionali della valutazione del giudice. Tuttavia, quando questa valutazione è ben motivata, diventa insindacabile in sede di legittimità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini del ricorso, dichiarandolo inammissibile quando le censure mirano a una nuova valutazione del fatto, anziché a vizi di legittimità.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. La Corte territoriale aveva confermato la sua responsabilità penale e, in particolare, aveva negato la concessione di due importanti circostanze attenuanti: quella del lucro di speciale tenuità (prevista dall’art. 62, n. 4 del codice penale) e le attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.).

L’imputato ha quindi proposto ricorso per Cassazione, contestando le motivazioni addotte dalla Corte d’Appello per il diniego di tali benefici.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle richieste dell’imputato, ma si ferma a un livello procedurale, stabilendo che le doglianze sollevate non potevano essere esaminate in quella sede.

Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale in caso di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati del diritto processuale penale, distinguendo nettamente tra il giudizio di merito e quello di legittimità.

Censura sul Fatto e Valutazione delle Prove

Il motivo principale dell’inammissibilità risiede nella natura delle censure mosse dal ricorrente. Esse, secondo la Corte, riguardavano la ricostruzione e la valutazione del fatto, nonché l’apprezzamento del materiale probatorio. Questi aspetti sono di competenza esclusiva del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello), il quale ha il compito di analizzare le prove e ricostruire la dinamica degli eventi. Il giudizio della Corte di Cassazione, invece, è un ‘giudizio di legittimità’, limitato al controllo della corretta applicazione della legge e della logicità della motivazione, senza poter riesaminare i fatti.

Il Diniego delle Attenuanti e le Attenuanti Generiche

La Corte ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse congrua, adeguata e priva di vizi logici. In particolare, ha analizzato le ragioni del diniego delle due attenuanti richieste.

L’Attenuante del Lucro di Speciale Tenuità

Per quanto riguarda l’attenuante del lucro di speciale tenuità, i giudici di merito avevano accertato che l’episodio di spaccio non era un evento isolato, ma si inseriva in un contesto più ampio di attività abituale e professionale. Questa circostanza, secondo la Corte, è sufficiente a escludere la configurabilità di un profitto di ‘speciale tenuità’, rendendo la decisione del giudice di merito logicamente fondata e insindacabile.

Le Attenuanti Generiche

Anche il diniego delle attenuanti generiche è stato ritenuto correttamente motivato. La Corte d’Appello aveva fondato la sua decisione sulla ‘professionalità’ dimostrata dall’imputato nella commissione del reato, un dato confermato anche dai suoi precedenti penali specifici. La Suprema Corte ha qualificato questa valutazione come ‘argomentata in maniera logica e plausibile’ e, pertanto, non censurabile in sede di legittimità.

Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda. Le valutazioni relative alla gravità del fatto, alla personalità dell’imputato e alla concessione delle attenuanti, se supportate da una motivazione logica e coerente, non sono soggette a revisione da parte della Suprema Corte. La professionalità nel reato e l’abitualità della condotta criminale costituiscono elementi validi e sufficienti per negare la concessione sia dell’attenuante del lucro di speciale tenuità sia delle attenuanti generiche, precludendo all’imputato di beneficiare di una riduzione della pena.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure proposte riguardavano la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove, attività che sono di esclusiva competenza dei giudici di merito e non possono essere oggetto del giudizio di legittimità svolto dalla Corte di Cassazione.

Per quale motivo non è stata concessa l’attenuante del danno di speciale tenuità?
L’attenuante non è stata concessa perché i giudici hanno accertato che l’episodio criminale si inseriva in un più ampio contesto di spaccio abituale e professionale, una circostanza che esclude la possibilità di qualificare il profitto conseguito come di ‘speciale tenuità’.

Quali sono state le ragioni del diniego delle attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche sono state negate a causa della riscontrata professionalità dell’imputato nella commissione del reato. Tale professionalità è stata confermata anche dai precedenti penali specifici a suo carico, rendendo la valutazione del giudice di merito logica e insindacabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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