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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro il diniego delle attenuanti generiche e della circostanza del danno di lieve entità. La decisione sottolinea che, per negare le attenuanti, è sufficiente una motivazione basata su elementi negativi decisivi, senza dover analizzare ogni aspetto. Il ricorso è stato giudicato generico e ripetitivo, confermando l’ampia discrezionalità del giudice di merito.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Perché la Cassazione Dichiara Inammissibile un Ricorso Troppo Generico

L’ottenimento delle attenuanti generiche può influenzare significativamente l’entità della pena. Tuttavia, la loro concessione non è un diritto automatico, ma una valutazione discrezionale del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 12572/2024) ci offre un chiaro esempio dei limiti entro cui tale valutazione può essere contestata e dei requisiti di specificità che un ricorso deve avere per non essere dichiarato inammissibile.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. L’imputato lamentava principalmente due aspetti della decisione dei giudici di merito: il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e il diniego dell’attenuante specifica del danno di particolare tenuità, prevista dall’articolo 62, n. 4 del codice penale.

Secondo la difesa, i giudici non avevano adeguatamente considerato gli elementi a favore dell’imputato che avrebbero potuto giustificare una riduzione della pena. Il caso è quindi giunto all’esame della Corte di Cassazione, chiamata a valutare la legittimità delle motivazioni addotte dalla Corte d’Appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della richiesta di concessione delle attenuanti, ma si ferma a un livello precedente: la valutazione della correttezza con cui il ricorso è stato formulato. La Corte ha ritenuto che i motivi presentati fossero manifestamente infondati e, in parte, ripetitivi, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le Motivazioni: la Discrezionalità del Giudice e i Limiti del Ricorso

L’ordinanza si basa su principi consolidati nella giurisprudenza della Corte. Vediamo nel dettaglio le ragioni dietro la decisione.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: nel motivare il diniego delle attenuanti generiche, il giudice di merito non è obbligato a esaminare e confutare ogni singolo elemento favorevole all’imputato. È invece sufficiente che la sua motivazione si basi su un riferimento congruo agli elementi negativi ritenuti decisivi o, in alternativa, sulla semplice assenza di elementi positivi di rilievo.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione ritenuta adeguata. Di conseguenza, il motivo di ricorso, che si limitava a contestare genericamente tale valutazione, è stato giudicato infondato. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma solo verificare che la motivazione sia logica e non contraddittoria.

La Valutazione del Danno di Lieve Entità

Per quanto riguarda il secondo motivo di ricorso, relativo all’attenuante del danno di lieve entità, la Corte lo ha considerato “del tutto reiterativo”. L’imputato non aveva mosso critiche specifiche alla motivazione della sentenza d’appello, ma si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni.

La Corte ha sottolineato che la valutazione sulla gravità del danno è un tipico esercizio della discrezionalità del giudice di merito. Tale valutazione sfugge al cosiddetto “sindacato di legittimità” della Cassazione, a meno che l’argomentazione del giudice non presenti vizi logici o giuridici evidenti, cosa che non è avvenuta in questo caso.

Conclusioni: Cosa Impariamo da Questa Ordinanza

Questa ordinanza ci insegna due lezioni importanti. La prima è che la concessione delle attenuanti generiche è un potere ampiamente discrezionale del giudice, e la sua decisione è difficilmente censurabile in Cassazione se supportata da una motivazione logica, anche se sintetica. La seconda è l’importanza cruciale della specificità dei motivi di ricorso. Non è sufficiente lamentare una decisione sfavorevole; è necessario confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone eventuali vizi logici o errori di diritto. Un ricorso generico o meramente ripetitivo è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione economica.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso sul mancato riconoscimento delle attenuanti generiche?
La Corte ha giudicato il motivo manifestamente infondato, richiamando la giurisprudenza consolidata secondo cui non è necessario che il giudice di merito consideri tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli, ma è sufficiente un congruo riferimento agli elementi negativi ritenuti decisivi o all’assenza di elementi positivi.

È possibile contestare davanti alla Corte di Cassazione la valutazione del giudice sul danno di lieve entità?
No, non è generalmente possibile. La valutazione del pregiudizio subito dalla persona offesa rientra nella discrezionalità del giudice di merito e sfugge al sindacato di legittimità della Cassazione, a condizione che l’argomentazione a sostegno della decisione sia immune da vizi logico-giuridici, come nel caso di specie.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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