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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10004/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che contestava la mancata concessione delle attenuanti generiche nella massima estensione. La Corte ha ribadito che la valutazione del giudice di merito è insindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica e non è necessario che vengano esaminati tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli, ma solo quelli ritenuti decisivi.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione e i Limiti del Giudice di Merito

Le attenuanti generiche rappresentano uno strumento fondamentale nel diritto penale, consentendo al giudice di adeguare la pena alla specifica situazione personale dell’imputato e alle modalità del fatto. Tuttavia, la loro concessione o il loro diniego è spesso oggetto di ricorso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 10004/2024) chiarisce i confini del sindacato di legittimità su questo tema, ribadendo l’ampia discrezionalità del giudice di merito.

Il caso in esame: il diniego delle attenuanti

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Il ricorrente lamentava la mancata applicazione delle attenuanti generiche nella loro massima estensione possibile. Secondo la difesa, la Corte territoriale non aveva adeguatamente valorizzato alcuni elementi a favore dell’imputato, limitandosi a una valutazione ritenuta insufficiente.

La questione sottoposta alla Suprema Corte non riguardava, quindi, una riconsiderazione dei fatti, ma unicamente la legittimità della motivazione con cui i giudici di secondo grado avevano esercitato il loro potere discrezionale nel dosare la pena e le relative circostanze.

La decisione della Corte di Cassazione sulle attenuanti generiche

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità: il giudizio sulla concessione, sul diniego o sulla misura delle attenuanti generiche è di competenza esclusiva del giudice di merito e non può essere messo in discussione in Cassazione, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica o contraddittoria.

Le motivazioni della Corte

Nel motivare la propria decisione, la Suprema Corte ha sottolineato che la sentenza impugnata presentava una motivazione esente da “evidenti illogicità”. I giudici hanno richiamato un orientamento giurisprudenziale costante, secondo cui non è necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego delle attenuanti generiche, prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o emergenti dagli atti.

È sufficiente, infatti, che il giudice faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi o comunque rilevanti per la sua decisione. Con tale valutazione, tutti gli altri elementi non menzionati si considerano implicitamente disattesi o superati. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una giustificazione logica per la sua scelta, rendendo il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

L’ordinanza in esame conferma la netta distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità. La Corte di Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma un organo che vigila sulla corretta applicazione della legge e sulla coerenza logica delle motivazioni. La valutazione delle attenuanti generiche rientra nel potere discrezionale del giudice che ha esaminato le prove e conosciuto direttamente il processo. Contestare tale valutazione in Cassazione è possibile solo se si dimostra un vizio logico manifesto nella motivazione, non semplicemente un disaccordo sulla scelta fatta. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a sanzione di un ricorso ritenuto privo di fondamento.

È possibile contestare in Cassazione la mancata applicazione delle attenuanti generiche?
Sì, ma solo se la motivazione della sentenza impugnata è manifestamente illogica. Non è possibile chiedere alla Corte di Cassazione una nuova valutazione dei fatti, poiché tale giudizio spetta esclusivamente ai giudici di merito.

Il giudice che nega le attenuanti generiche deve analizzare ogni singolo elemento a favore dell’imputato?
No. Secondo la giurisprudenza costante richiamata nell’ordinanza, è sufficiente che il giudice motivi la sua decisione facendo riferimento agli elementi che considera decisivi, implicitamente ritenendo superati tutti gli altri.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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