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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero condannato per essere rimasto illegalmente sul territorio nazionale. La Corte ha confermato che il diniego delle attenuanti generiche è legittimo se basato sui precedenti penali dell’imputato, in quanto questi costituiscono un valido indice di disvalore della sua personalità. I motivi del ricorso sono stati ritenuti generici e riproduttivi di questioni già correttamente valutate nel merito.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti generiche e Precedenti Penali: Quando il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4153/2024, ha fornito importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità del ricorso e sulla valutazione delle attenuanti generiche. Il caso riguarda un cittadino straniero condannato per la permanenza illegale sul territorio italiano. L’analisi della Suprema Corte si concentra sulla genericità dei motivi di ricorso e sul legittimo diniego delle attenuanti in presenza di precedenti penali, confermando un orientamento giurisprudenziale consolidato.

Il Fatto: Permanenza Illegale e la Condanna

Il ricorrente era stato condannato dal Giudice di Pace di Ancona a una pena pecuniaria di quindicimila euro. L’accusa era quella prevista dall’art. 14, comma 5-quater, del Testo Unico sull’Immigrazione, per essere rimasto in Italia nonostante un provvedimento di espulsione notificato un anno prima e un successivo ordine del Questore.

Contro questa decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza di primo grado.

I Motivi del Ricorso e le Critiche alla Sentenza

La difesa ha articolato il ricorso su tre principali motivi:
1. Errata applicazione delle norme processuali (artt. 125, 546 c.p.p.) e vizio di motivazione: si contestava la struttura e il contenuto argomentativo della sentenza.
2. Errata applicazione della norma incriminatrice (art. 14, co. 5-quater, T.U. Imm.) e ulteriore vizio di motivazione: si metteva in discussione la corretta interpretazione della legge penale sostanziale.
3. Inosservanza ed erronea applicazione dell’art. 62-bis c.p. riguardo le attenuanti generiche: si criticava la decisione del giudice di non concedere le circostanze attenuanti per diminuire la pena.

La Decisione della Cassazione: il Diniego delle Attenuanti Generiche e l’Inammissibilità

La Suprema Corte ha dichiarato l’intero ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione di manifesta infondatezza e genericità dei motivi proposti. Secondo i giudici, le censure erano prive di una specifica indicazione delle ragioni di fatto e di diritto, limitandosi a riproporre questioni già esaminate e correttamente respinte dal Giudice di Pace.

Le Motivazioni

Il punto centrale dell’ordinanza riguarda il diniego delle attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che la motivazione del giudice di merito era pienamente legittima. Quest’ultimo aveva fondato la sua decisione sui precedenti penali dell’imputato. La Cassazione ribadisce un principio fondamentale: per negare le attenuanti, non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento favorevole addotto dalla difesa. È sufficiente che indichi gli elementi di preponderante rilevanza che ostano alla loro concessione.

Nel caso di specie, i precedenti penali sono stati ritenuti un elemento sufficiente a formulare un “giudizio di disvalore della personalità” dell’imputato. Questa valutazione negativa, basata su dati oggettivi, giustifica pienamente la mancata concessione del beneficio. La Corte ha richiamato una precedente sentenza (n. 3896/2016) per rafforzare il principio secondo cui il diniego delle attenuanti può fondarsi anche solo sui precedenti penali.

In sostanza, i motivi del ricorso sono stati giudicati generici, riproduttivi di argomenti già vagliati e manifestamente infondati. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni

Questa pronuncia offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, un ricorso in Cassazione deve essere specifico, dettagliato e non può limitarsi a ripetere le stesse argomentazioni respinte nei gradi precedenti. In secondo luogo, conferma che i precedenti penali di un imputato rappresentano un fattore decisivo nella valutazione del giudice per la concessione delle attenuanti generiche. Una storia criminale può essere considerata, di per sé, un indice sufficiente per un giudizio negativo sulla personalità, legittimando così il diniego di una riduzione di pena. L’esito del ricorso, con la condanna al pagamento delle spese e di una somma alla Cassa delle ammende, serve da monito sulla necessità di proporre impugnazioni fondate su motivi solidi e specifici.

Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile se i motivi sono generici?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che un ricorso è inammissibile se prospetta deduzioni generiche, prive della specifica indicazione delle ragioni di fatto e di diritto, o se si limita a riproporre questioni già correttamente decise dal giudice di merito.

È sufficiente avere precedenti penali per vedersi negare le attenuanti generiche?
Sì, secondo questa ordinanza, il giudice può legittimamente negare la concessione delle attenuanti generiche basando la sua decisione anche soltanto sui precedenti penali dell’imputato, poiché essi sono considerati un valido elemento per formulare un giudizio di disvalore della sua personalità.

Cosa succede quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Quando il ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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