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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per indebita compensazione. La Corte ha confermato il diniego delle attenuanti generiche, sottolineando che non bastano l’assenza di precedenti penali o modalità non sofisticate del reato, ma servono elementi positivi di valutazione. Inammissibile anche il motivo sulla confisca per genericità.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Le Attenuanti Generiche Non Sono un Diritto: L’Analisi della Cassazione

L’applicazione delle attenuanti generiche rappresenta uno dei poteri più discrezionali del giudice penale, essenziale per adeguare la pena alla specificità del caso concreto. Tuttavia, non si tratta di una concessione automatica o di un diritto dell’imputato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce con fermezza questo principio, chiarendo quali elementi possono giustificarne il diniego e quali argomenti difensivi risultano inefficaci.

I Fatti del Caso: Dall’Indebita Compensazione al Ricorso

Il caso trae origine dalla condanna di un’imputata per il reato di indebita compensazione di debiti tributari con crediti inesistenti, previsto dall’art. 10-quater del d.lgs. 74/2000. La Corte d’Appello, pur confermando la colpevolezza, aveva riformato parzialmente la sentenza di primo grado, disponendo la confisca del profitto del reato.

L’imputata ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando due vizi principali:
1. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: la difesa sosteneva che il giudice non avesse adeguatamente motivato il diniego, nonostante la condotta illecita fosse limitata a una sola annualità e realizzata con modalità non particolarmente sofisticate.
2. Mancanza di motivazione sulla confisca: si contestava l’assenza di un’argomentazione specifica a sostegno della misura ablativa.

La Decisione della Corte sulle Attenuanti Generiche e la Confisca

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, fornendo importanti chiarimenti su entrambi i punti sollevati.

Le Motivazioni sul Diniego delle Attenuanti Generiche

La Corte ha ribadito un orientamento consolidato: le attenuanti generiche non sono una benevola concessione, ma il risultato del riconoscimento di situazioni positive e rilevanti che giustificano una pena più mite. Il loro diniego non richiede una disamina analitica di ogni argomento difensivo; è sufficiente che il giudice indichi gli elementi preponderanti che ostano alla loro concessione.

Nel caso di specie, i giudici di merito avevano correttamente evidenziato elementi negativi che superavano quelli (deboli) portati dalla difesa. In particolare, sono stati considerati ostativi:
* L’ingente importo dell’indebita compensazione.
* L’assenza totale di qualsiasi condotta riparatoria o di resipiscenza (pentimento) da parte dell’imputata.

La Corte ha inoltre ricordato che, a seguito della riforma dell’art. 62-bis del codice penale nel 2008, il solo stato di incensuratezza (assenza di precedenti penali) non è più sufficiente per ottenere la diminuzione di pena. È necessario che emergano elementi positivi concreti legati alla personalità del reo o alle modalità del fatto.

La Genericità del Motivo sulla Confisca

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile, ma per una ragione di natura processuale: la sua genericità. La ricorrente si era limitata a denunciare una carenza di motivazione, senza però contestare gli elementi essenziali che giustificano la confisca, ovvero:
* L’esistenza del debito tributario generato dal reato.
* La sua quantificazione.
* La natura obbligatoria della misura.

La Corte d’Appello, secondo i giudici di legittimità, aveva comunque fornito una motivazione, seppur sintetica, concordando con la Procura Generale sulla non necessità di un preventivo sequestro e rimettendo alla fase esecutiva l’individuazione concreta dei beni da aggredire.

Le Conclusioni: Criteri per il Riconoscimento delle Attenuanti e Onere della Difesa

Questa ordinanza offre due importanti spunti di riflessione. In primo luogo, consolida l’interpretazione rigorosa dei presupposti per la concessione delle attenuanti generiche: la difesa non può limitarsi a evidenziare l’assenza di elementi negativi (come precedenti penali), ma ha l’onere di allegare e provare circostanze positive concrete, come il risarcimento del danno, la collaborazione con la giustizia o un sincero pentimento. In secondo luogo, evidenzia l’importanza di formulare motivi di ricorso specifici e non generici. Limitarsi a denunciare un ‘vizio di motivazione’ senza attaccare i pilastri logico-giuridici della decisione impugnata conduce quasi certamente a una declaratoria di inammissibilità.

L’assenza di precedenti penali è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che, soprattutto dopo la riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza non è più un elemento sufficiente. Per la concessione delle attenuanti è necessaria la presenza di elementi positivi di valutazione.

Cosa deve fare la difesa per sperare nel riconoscimento delle attenuanti generiche?
La difesa deve allegare e provare elementi di segno positivo, non limitandosi a evidenziare l’assenza di aspetti negativi. Esempi di elementi positivi possono essere una condotta riparatoria, un sincero pentimento (resipiscenza) o altre circostanze che valorizzino favorevolmente la personalità dell’imputato.

Perché il motivo di ricorso sulla confisca è stato dichiarato inammissibile?
Il motivo è stato ritenuto inammissibile per la sua genericità. La ricorrente ha lamentato una mancanza di motivazione in modo astratto, senza contestare nel dettaglio i presupposti della confisca, come l’esistenza e l’ammontare del profitto del reato o l’obbligatorietà della misura stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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