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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

Un imputato, condannato per una violazione del Codice della Strada, ha presentato ricorso contestando il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e la misura della pena. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la sola assenza di precedenti penali non è sufficiente per la concessione del beneficio. La decisione del giudice di merito è insindacabile se basata su una motivazione logica, come la gravità del fatto, e rientra nel suo potere discrezionale.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: la Sola Assenza di Precedenti Non Basta

L’applicazione delle attenuanti generiche rappresenta uno dei punti più delicati e discrezionali del processo penale. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a fare chiarezza sui criteri che guidano il giudice nella concessione o nel diniego di questo beneficio, confermando un orientamento ormai consolidato: la semplice incensuratezza dell’imputato non è, di per sé, un elemento sufficiente. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: un Ricorso contro la Pena

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato per una violazione del Codice della Strada (art. 186, comma 7, D.Lgs. 285/1992). L’imputato si è rivolto alla Suprema Corte lamentando, in modo generico, due aspetti della sentenza di secondo grado: il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e l’eccessiva severità della pena inflitta (la cosiddetta dosimetria della pena). Il ricorrente, in sostanza, chiedeva una valutazione più favorevole della sua posizione.

La Decisione della Cassazione: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile in quanto manifestamente infondato. Secondo gli Ermellini, le doglianze sollevate dal ricorrente non avevano alcun fondamento giuridico e si traducevano in una richiesta di rivalutazione del merito della vicenda, attività preclusa in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Corte sulla Concessione delle Attenuanti Generiche

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni con cui la Corte ha giustificato la sua decisione, offrendo importanti spunti di riflessione sul tema delle attenuanti generiche.

La Riforma dell’Art. 62-bis Codice Penale

La Corte ha innanzitutto ricordato che, a seguito della riforma del 2008, la concessione delle attenuanti non può più basarsi unicamente sullo stato di incensuratezza dell’imputato. È necessario che emergano elementi e circostanze di segno positivo che giustifichino una riduzione della pena. La mancanza di precedenti penali è un dato neutro, non un merito da premiare automaticamente.

Il Ruolo della Discrezionalità del Giudice di Merito

La valutazione circa la concessione o l’esclusione delle attenuanti è un giudizio di fatto che spetta al giudice di merito. Questa decisione è insindacabile in Cassazione, a patto che sia sorretta da una motivazione non contraddittoria e logica. Il giudice, nel motivare la sua scelta, può fare riferimento agli elementi indicati nell’art. 133 del codice penale (gravità del reato, capacità a delinquere del colpevole) e può anche limitarsi a valorizzare un singolo aspetto che ritenga prevalente e decisivo. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato l’assenza di qualsiasi elemento positivo, basando il proprio diniego sulla concreta gravità del fatto commesso.

Anche per quanto riguarda la commisurazione della pena, la Cassazione ha ribadito che la sua graduazione rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, che la esercita seguendo i principi degli artt. 132 e 133 c.p. Un ricorso che miri semplicemente a ottenere una pena più mite, senza denunciare vizi logici nella motivazione del giudice, è destinato all’inammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma principi fondamentali del diritto penale. In primo luogo, chi intende beneficiare delle attenuanti generiche deve poter indicare elementi positivi e concreti (come il comportamento processuale, il ravvedimento, il risarcimento del danno) che vadano oltre la semplice assenza di precedenti. In secondo luogo, viene riaffermata la centralità della motivazione del giudice di merito, la cui discrezionalità nella valutazione dei fatti e nella determinazione della pena è ampia, purché esercitata in modo logico e coerente con i dettami normativi.

L’assenza di precedenti penali è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No, secondo la Corte di Cassazione, dopo la riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche. Sono necessari elementi positivi che giustifichino una riduzione di pena.

Come può il giudice motivare il diniego delle attenuanti generiche?
Il giudice può negare le attenuanti generiche motivando sulla base dell’assenza di elementi o circostanze di segno positivo. Può anche limitarsi a prendere in esame un solo elemento tra quelli indicati nell’art. 133 cod. pen. (come la gravità del fatto), ritenendolo prevalente e sufficiente a giustificare la sua decisione.

È possibile contestare in Cassazione la quantità della pena decisa dal giudice di merito?
No, la graduazione della sanzione rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Un ricorso in Cassazione che miri a una nuova valutazione della congruità della pena è inammissibile se non vengono evidenziati vizi logici o contraddittori nella motivazione della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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