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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, confermando che il diniego delle attenuanti generiche è legittimo se motivato da elementi negativi. La sola assenza di precedenti non è più sufficiente per ottenerle. Elementi come la gravità del fatto, la personalità dell’imputato e la commissione del reato durante misure cautelari possono giustificare l’esclusione del beneficio.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Non Basta la Fedina Pulita, lo Conferma la Cassazione

L’ottenimento delle attenuanti generiche è un aspetto cruciale nel processo penale, poiché può incidere significativamente sulla determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: l’assenza di precedenti penali non è più, da sola, un biglietto da visita sufficiente per ottenere questo beneficio. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni della Corte.

Il Caso: Un Ricorso Contro il Diniego delle Attenuanti

Un imputato, condannato per un reato previsto dalla legge sugli stupefacenti (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990), ha presentato ricorso in Cassazione. L’unico motivo del ricorso era la contestazione del mancato riconoscimento delle attenuanti generiche da parte della Corte d’Appello. A suo avviso, la decisione dei giudici di merito era ingiusta.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La Riforma delle Attenuanti Generiche e la Discrezionalità del Giudice

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 62-bis del codice penale, come modificato nel 2008. La Corte ricorda che, a seguito di tale riforma, per concedere le attenuanti generiche non basta più la sola ‘incensuratezza’ dell’imputato. Il giudice deve valutare la presenza di elementi e circostanze di segno positivo.

Il giudizio del giudice di merito è un giudizio di fatto, insindacabile in sede di legittimità (cioè in Cassazione), a condizione che la motivazione sia logica, non contraddittoria e che dia conto degli elementi presi in considerazione. Questi elementi sono quelli indicati nell’articolo 133 del codice penale, che riguardano:

* La gravità del reato.
* La capacità a delinquere del colpevole.

La giurisprudenza ha chiarito che il giudice può anche limitarsi a considerare un solo elemento, ritenuto prevalente, per giustificare la concessione o, come in questo caso, l’esclusione del beneficio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse motivato in modo congruo e logico la sua decisione. Il diniego delle attenuanti generiche non era arbitrario, ma fondato su una serie di elementi negativi concreti e specifici. Questi elementi, valutati nel loro complesso, hanno dipinto un quadro che non giustificava alcuna riduzione di pena.

Gli elementi negativi che hanno pesato sulla decisione sono stati:

1. Concreta gravità del fatto: Il modo in cui il reato è stato commesso è stato ritenuto particolarmente grave.
2. Circostanze dell’azione: Le specifiche modalità dell’attività illecita hanno giocato un ruolo sfavorevole.
3. Personalità dell’imputato: La presenza di un precedente specifico ha inciso negativamente sulla valutazione della sua personalità.
4. Capacità organizzativa: L’imputato ha dimostrato di possedere una notevole capacità nell’organizzare l’attività criminale.
5. Commissione del reato in regime cautelare: Un fattore determinante è stato che il reato è stato commesso mentre il ricorrente era già sottoposto a misure cautelari per altri fatti, dimostrando una particolare inclinazione a delinquere.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale ormai stabile. Per chi si trova ad affrontare un processo penale, è fondamentale comprendere che la richiesta di attenuanti generiche deve essere supportata da elementi positivi concreti che vadano oltre la semplice assenza di precedenti. La strategia difensiva deve mirare a dimostrare, ad esempio, un comportamento processuale collaborativo, un’effettiva resipiscenza, o circostanze di vita che possano positivamente influenzare la valutazione del giudice ai sensi dell’art. 133 c.p. Affidarsi unicamente alla ‘fedina pulita’ è, oggi più che mai, una scommessa persa.

È sufficiente avere la fedina penale pulita per ottenere le attenuanti generiche?
No. Dopo la riforma dell’art. 62-bis del codice penale, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche. Il giudice deve valutare la presenza di elementi positivi.

Quali elementi può considerare il giudice per negare le attenuanti generiche?
Il giudice può basare la sua decisione su uno o più elementi indicati nell’art. 133 del codice penale, come la concreta gravità del fatto, le circostanze dell’azione, la personalità dell’imputato (ad esempio, un precedente specifico), la capacità organizzativa dimostrata e la commissione del fatto durante un regime di misure cautelari.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza?
Comporta che il ricorso non viene esaminato nel merito. Inoltre, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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