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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego delle attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che la notevole gravità del fatto, desunta dai quantitativi di sostanze stupefacenti, è un elemento sufficiente a giustificare la decisione, anche in presenza di elementi a favore come l’incensuratezza. Il giudice di merito non è tenuto a esaminare tutti gli elementi, ma può basare la sua motivazione su quello ritenuto prevalente e decisivo.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Gravità del Fatto Può Giustificare il Diniego?

L’applicazione delle attenuanti generiche rappresenta uno dei momenti più delicati nel processo di commisurazione della pena. La loro concessione non è un diritto dell’imputato, ma una facoltà discrezionale del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i criteri che possono legittimamente portare a un diniego, anche di fronte a elementi positivi come lo stato di incensuratezza. Vediamo insieme cosa ha stabilito la Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per reati legati agli stupefacenti. La Corte di Appello, pur riducendo la pena inflitta in primo grado da quattro anni e otto mesi a quattro anni di reclusione, confermava nel resto la decisione del Tribunale. In particolare, veniva negata la concessione delle attenuanti generiche.

L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione. A suo parere, la Corte territoriale non aveva adeguatamente spiegato le ragioni della riduzione di pena e, in modo contraddittorio, aveva negato le attenuanti nonostante la presenza di elementi favorevoli quali:

* L’assenza di precedenti penali (incensuratezza).
* La rudimentalità della struttura organizzativa.
* La modesta entità delle singole cessioni di droga.

Secondo la difesa, questa carenza motivazionale avrebbe dovuto portare all’annullamento della decisione sul punto.

La Decisione della Corte di Cassazione sulle Attenuanti Generiche

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici di legittimità hanno ribadito alcuni principi fondamentali in materia di attenuanti generiche, sottolineando l’ampia discrezionalità del giudice di merito nel valutarne i presupposti.

La Corte ha ritenuto che la motivazione fornita dalla Corte di Appello fosse pienamente congrua e priva di contraddizioni. Il diniego delle attenuanti era stato infatti basato su un elemento considerato decisivo e prevalente su ogni altro: la gravità del fatto. Tale gravità era stata desunta dai quantitativi di sostanza stupefacente movimentata, con sequestri che avevano raggiunto anche i cento grammi. Questo singolo elemento è stato ritenuto sufficiente a giustificare la decisione, rendendo irrilevanti gli altri aspetti favorevoli invocati dalla difesa.

Le Motivazioni

La Cassazione ha chiarito che il giudizio sulla concessione delle attenuanti generiche è un giudizio di fatto, insindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica e non contraddittoria. Per negare le attenuanti, non è necessario che il giudice analizzi e confuti ogni singolo elemento favorevole all’imputato. È sufficiente che egli individui gli elementi ritenuti preponderanti, siano essi positivi o negativi, e su quelli fondi la propria valutazione.

Nel caso specifico, la Corte di merito ha correttamente esercitato il suo potere discrezionale, individuando nella ‘rilevante entità quantitativa’ della droga l’elemento decisivo. Questa valutazione, basata su un dato oggettivo emerso dal processo (i sequestri), è stata considerata immune da censure. La gravità del reato, pertanto, ha assorbito e superato la valutazione di altri elementi potenzialmente favorevoli, come l’assenza di precedenti penali.

Le Conclusioni

Questa pronuncia conferma un orientamento consolidato: il giudice di merito ha un’ampia discrezionalità nel bilanciare gli elementi favorevoli e sfavorevoli ai fini della concessione delle attenuanti generiche. La decisione di negarle può essere legittimamente fondata anche su un solo elemento negativo, purché ritenuto prevalente e decisivo. La gravità del fatto, desumibile da indicatori oggettivi come la quantità di droga, rappresenta uno di questi elementi. Per l’imputato, non è quindi sufficiente vantare circostanze a proprio favore, come l’incensuratezza, se queste sono controbilanciate da aspetti di particolare allarme sociale legati alla condotta illecita. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando un giudice può negare le attenuanti generiche?
Un giudice può negare la concessione delle attenuanti generiche quando individua elementi negativi ritenuti prevalenti rispetto a quelli favorevoli. Anche un solo elemento, come la particolare gravità del fatto, può essere considerato sufficiente a giustificare il diniego.

Per negare le attenuanti generiche, il giudice deve considerare tutti gli elementi a favore dell’imputato?
No, non è necessario. Il giudice può limitarsi a fare riferimento agli elementi che ritiene decisivi o comunque rilevanti per la sua decisione, senza dover esaminare e confutare analiticamente ogni singolo elemento favorevole dedotto dalla difesa o risultante dagli atti.

La gravità del reato, da sola, è sufficiente per escludere le attenuanti generiche?
Sì. Come stabilito in questo caso, la gravità del fatto, evidenziata ad esempio dai considerevoli quantitativi di sostanza stupefacente sequestrata, costituisce un elemento che, da solo, può legittimamente fondare la decisione di negare le attenuanti generiche, anche in presenza di altri fattori positivi come l’assenza di precedenti penali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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