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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

Un’ordinanza della Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una condanna per danneggiamento aggravato. Il motivo del ricorso era la mancata concessione delle attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che la valutazione del giudice di merito era corretta, poiché i numerosi precedenti penali dell’imputato e l’assenza di elementi positivi sono ragioni sufficienti per negare tale beneficio, senza la necessità di esaminare tutti i criteri previsti dall’art. 133 c.p.

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Pubblicato il 17 agosto 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Discrezionalità del Giudice e il Peso dei Precedenti Penali

Le attenuanti generiche, previste dall’art. 62-bis del codice penale, rappresentano uno strumento fondamentale a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica realtà del singolo caso. Tuttavia, la loro concessione non è un atto dovuto, ma il frutto di una valutazione discrezionale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i principi che governano questa valutazione, chiarendo come i precedenti penali e la mancanza di elementi positivi possano giustificare il diniego del beneficio.

I Fatti del Caso

Il caso analizzato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato in appello per il reato di danneggiamento aggravato. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione lamentando un unico vizio della sentenza: la mancanza di motivazione riguardo alla decisione dei giudici di merito di non concedergli le attenuanti generiche. Secondo la difesa, la Corte d’Appello non avrebbe adeguatamente spiegato le ragioni di tale diniego.

La Valutazione delle Attenuanti Generiche secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le censure proposte manifestamente infondate. Gli Ermellini hanno sottolineato che i giudici di merito avevano, al contrario, correttamente motivato la loro decisione. La negazione delle attenuanti generiche si basava su due elementi chiari e decisivi: i numerosi precedenti penali dell’imputato e la totale assenza di elementi di segno positivo da valutare a suo favore.

Il Riferimento all’Art. 133 c.p.: Non è Necessario un Esame Onnicomprensivo

Il punto centrale della decisione risiede nel richiamo a un consolidato principio giurisprudenziale. Ai fini dell’applicazione o del diniego delle attenuanti generiche, il giudice deve fare riferimento ai criteri di valutazione indicati nell’art. 133 del codice penale (gravità del reato e capacità a delinquere del reo). Tuttavia, la Corte ha specificato che non è necessario un esame analitico di tutti i parametri elencati in tale articolo. È sufficiente che il giudice indichi chiaramente quali elementi, positivi o negativi, ha ritenuto prevalenti e decisivi per la sua scelta. Nel caso di specie, la valorizzazione dei precedenti penali è stata considerata una motivazione pienamente sufficiente e logica.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte di Cassazione si fonda sulla correttezza del percorso logico-giuridico seguito dalla Corte d’Appello. Quest’ultima ha esercitato il proprio potere discrezionale in modo incensurabile, ancorando il diniego delle attenuanti a un dato oggettivo e di grande rilevanza: la storia criminale dell’imputato. La Suprema Corte, citando un proprio precedente (Sentenza n. 2285/2005), ha ribadito che una motivazione focalizzata su specifici elementi negativi, come i precedenti penali, è pienamente legittima e rende la sentenza immune da censure di legittimità.

Conclusioni: L’Importanza della Motivazione e il Ruolo dei Precedenti

Questa ordinanza conferma la centralità del potere discrezionale del giudice di merito nella valutazione delle attenuanti generiche. La decisione di concederle o negarle deve essere sempre motivata, ma tale motivazione può legittimamente basarsi anche su un solo elemento ritenuto decisivo, come la personalità negativa dell’imputato desunta dai suoi precedenti penali. Per la difesa, ciò significa che per ottenere il beneficio non basta l’assenza di elementi negativi specifici legati al reato commesso, ma è necessario poter offrire al giudice elementi positivi concreti sulla condotta e la personalità dell’imputato. In assenza di questi, un passato criminale significativo può legittimamente precludere la via a una riduzione di pena.

Un giudice può negare le attenuanti generiche basandosi solo sui precedenti penali dell’imputato?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il giudice può negare le attenuanti generiche motivando la decisione anche solo sulla base di elementi negativi come i numerosi precedenti penali e l’assenza di elementi positivi, senza dover esaminare tutti i criteri dell’art. 133 c.p.

Per negare le attenuanti generiche, il giudice deve analizzare ogni singolo criterio previsto dalla legge?
No, secondo l’ordinanza, non è necessario che il giudice esamini tutti i parametri dell’art. 133 c.p. È sufficiente che specifichi a quale di essi ha inteso fare riferimento per motivare la sua decisione.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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