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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 36849/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di stupefacenti, confermando il diniego delle circostanze attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che l’assenza di elementi positivi e una personalità negativa, desunta dai precedenti penali, sono motivazioni sufficienti per negare la diminuzione di pena.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Circostanze Attenuanti Generiche: La Personalità dell’Imputato è Decisiva

L’applicazione delle circostanze attenuanti generiche rappresenta uno dei poteri più discrezionali del giudice penale, consentendogli di adeguare la pena alla specificità del caso concreto. Tuttavia, questa discrezionalità non è illimitata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 36849/2024) chiarisce i criteri che possono legittimamente portare al loro diniego, sottolineando il peso dei precedenti penali e della personalità complessiva dell’imputato.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti, previsto dall’art. 73, comma 1, del DPR 309/1990. L’imputato ha presentato ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione da parte della Corte d’Appello di Milano. In particolare, sosteneva che i giudici di merito avessero erroneamente negato la concessione delle attenuanti generiche utilizzando gli stessi elementi (i precedenti penali) già considerati per applicare l’aggravante della recidiva.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno confermato la decisione della Corte territoriale, ritenendo la motivazione del diniego pienamente legittima. Secondo la Suprema Corte, il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche può basarsi sulla semplice assenza di elementi di segno positivo, a maggior ragione dopo la riforma dell’art. 62-bis del codice penale. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

Le Motivazioni: Il Ruolo delle Circostanze Attenuanti Generiche

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione del ruolo e dei presupposti per la concessione delle circostanze attenuanti generiche. La Corte ribadisce un principio ormai consolidato nella giurisprudenza: il giudice non è tenuto a cercare attivamente elementi per ridurre la pena, ma deve valutare quelli presenti nel fascicolo processuale.

L’Assenza di Elementi Positivi come Criterio Decisivo

La Cassazione sottolinea che, per negare le attenuanti, è sufficiente motivare sull’assenza di elementi positivi apprezzabili a favore del reo. Non è necessario che sussistano specifiche circostanze negative. La riforma del 2008 ha ulteriormente rafforzato questo orientamento, specificando che il solo stato di incensuratezza (ovvero l’assenza di precedenti condanne) non è, di per sé, un fattore sufficiente per ottenere lo sconto di pena. Di conseguenza, a maggior ragione, la presenza di precedenti penali può essere un solido fondamento per il diniego.

La Personalità Negativa dell’Imputato

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato la “negativa personalità dell’imputato”. Questa valutazione non era basata solo sui precedenti penali, ma anche su altri fattori: la sua persistente dedizione all’attività di spaccio e, fatto particolarmente grave, la commissione del reato mentre era già sottoposto a una pena alternativa per una precedente condanna. Questi elementi, nel loro insieme, dipingono un quadro di scarsa resipiscenza e di pericolosità sociale che giustifica pienamente la decisione di non concedere alcun beneficio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza conferma che la valutazione per la concessione delle circostanze attenuanti generiche è globale e si concentra sulla figura dell’imputato nella sua interezza. Non si tratta di un automatismo, ma di un giudizio ponderato che tiene conto di tutti gli indicatori disponibili. Per la difesa, ciò significa che non basta evidenziare la mancanza di elementi negativi; è fondamentale portare all’attenzione del giudice elementi positivi concreti e apprezzabili, come un comportamento processuale collaborativo, un’effettiva attività di reinserimento sociale o un sincero pentimento. In assenza di tali fattori, la presenza di precedenti penali e di una condotta di vita contraria alla legge costituisce una base solida e difficilmente contestabile per il diniego del beneficio.

È sufficiente non avere precedenti penali per ottenere le circostanze attenuanti generiche?
No, secondo la Corte, soprattutto dopo la riforma dell’art. 62-bis c.p., il solo stato di incensuratezza non è più un elemento sufficiente per la concessione automatica delle attenuanti generiche.

Il giudice può negare le attenuanti generiche basandosi solo sull’assenza di elementi positivi?
Sì, la giurisprudenza consolidata afferma che il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche può essere legittimamente motivato con la semplice assenza di elementi o circostanze di segno positivo a favore dell’imputato.

Quali elementi indicano una ‘personalità negativa’ che giustifica il diniego delle attenuanti?
Nel caso esaminato, la Corte ha considerato come indici di personalità negativa i precedenti penali, la dedizione allo spaccio di stupefacenti e il fatto che il reato fosse stato commesso mentre l’imputato era sottoposto a una pena alternativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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