LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una condanna per spaccio di stupefacenti. La decisione conferma il diniego delle attenuanti generiche, basato sui precedenti penali e sulla personalità dell’imputato, ritenuti elementi sufficienti a giustificare l’esclusione del beneficio e a dimostrare una spiccata capacità a delinquere.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione Conferma il Diniego Basato sui Precedenti Penali

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sui criteri di concessione delle attenuanti generiche, ribadendo il potere discrezionale del giudice di merito nel valutarne i presupposti. Il caso in esame, relativo a un ricorso contro una condanna per spaccio di sostanze stupefacenti, offre spunti importanti su come la personalità del reo e i suoi precedenti penali possano essere decisivi per l’esclusione di tale beneficio.

I Fatti del Processo

Un soggetto, condannato in primo e secondo grado per il reato di cui all’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/1990, proponeva ricorso per cassazione. Le sue doglianze erano molteplici e toccavano vari aspetti della sentenza impugnata: l’affermazione della sua responsabilità, l’applicazione della recidiva, il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e, soprattutto, il diniego delle attenuanti generiche e di altre circostanze a suo favore.

La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel valutare questi elementi, chiedendo di fatto una riconsiderazione complessiva del trattamento sanzionatorio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Secondo gli Ermellini, la Corte territoriale aveva fornito una motivazione congrua e logicamente corretta su tutti i punti contestati, rispettando pienamente i principi consolidati della giurisprudenza di legittimità.

Il rigetto del ricorso ha comportato la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende, come previsto in caso di inammissibilità dell’impugnazione.

Le Motivazioni sul Diniego delle Attenuanti Generiche

Il cuore della pronuncia risiede nelle argomentazioni relative al diniego delle attenuanti generiche. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il giudice di merito, nel decidere se concedere o meno questo beneficio, esprime un giudizio di fatto che è insindacabile in sede di legittimità, a patto che sia sorretto da una motivazione non contraddittoria.

Nel caso specifico, i giudici di merito avevano correttamente escluso le attenuanti facendo riferimento ai precedenti penali specifici dell’imputato. La Corte Suprema ha sottolineato che, ai fini di questa valutazione, il giudice può limitarsi a considerare anche un solo elemento tra quelli indicati dall’art. 133 del codice penale, se lo ritiene prevalente e decisivo. Elementi come la personalità del colpevole o l’entità del reato possono essere, da soli, sufficienti a giustificare l’esclusione del beneficio.

Altre Questioni: Recidiva e Particolare Tenuità del Fatto

La Corte ha ritenuto corrette anche le valutazioni sulla recidiva e sulla particolare tenuità del fatto. L’applicazione della recidiva è stata giustificata dalla dimostrazione di una maggiore capacità a delinquere del reo, inserito stabilmente in un contesto criminale. Analogamente, la causa di non punibilità ex art. 131-bis c.p. è stata esclusa a causa della non occasionalità della condotta e della pluralità delle cessioni di droga, elementi che indicavano un’offensività non tenue.

Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida l’orientamento secondo cui la valutazione per la concessione delle attenuanti generiche è ampiamente discrezionale e strettamente legata al merito del processo. La presenza di precedenti penali, soprattutto se specifici, costituisce un valido e sufficiente motivo per negare il beneficio, poiché considerato un indicatore affidabile della personalità del reo e della sua inclinazione a delinquere. La decisione della Corte di Cassazione serve come monito: la storia criminale di un imputato ha un peso determinante nel giudizio e può precludere l’accesso a sconti di pena altrimenti possibili.

Un giudice può negare le attenuanti generiche basandosi solo sui precedenti penali dell’imputato?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il giudice di merito può escludere le attenuanti generiche prendendo in esame anche un solo elemento ritenuto prevalente, come i precedenti penali, poiché sufficiente a delineare la personalità del colpevole.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato. Le motivazioni della Corte d’Appello sono state giudicate congrue, logiche e rispettose della giurisprudenza, e le censure del ricorrente non hanno evidenziato vizi di legittimità, ma miravano a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di Cassazione.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, quando non si ravvisa un’assenza di colpa nella proposizione del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati