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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per reati legati agli stupefacenti, che lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che il diniego è un giudizio di fatto insindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica. In questo caso, la valutazione negativa si è basata correttamente sui precedenti penali specifici e sul comportamento processuale dell’imputato, confermando che l’assenza di elementi positivi è sufficiente a giustificare l’esclusione di tale beneficio.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Discrezionalità del Giudice e il Peso dei Precedenti Penali

Le attenuanti generiche, previste dall’articolo 62-bis del codice penale, rappresentano uno strumento fondamentale a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica situazione del reo. Tuttavia, la loro concessione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini della discrezionalità del giudice, sottolineando come il diniego possa essere legittimamente fondato sull’assenza di elementi positivi e sulla presenza di precedenti penali. Questo articolo analizza la decisione e le sue implicazioni pratiche.

Il Caso in Esame: Dalla Condanna al Ricorso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo a otto mesi di reclusione e 1.400 euro di multa per un reato legato agli stupefacenti, specificamente inquadrato nell’ipotesi di lieve entità prevista dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990. La sentenza, emessa dal Tribunale, veniva confermata dalla Corte d’Appello.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un unico vizio: la carenza di motivazione da parte della Corte d’Appello nel negare la concessione delle attenuanti generiche. Secondo la difesa, i giudici di merito non avrebbero adeguatamente giustificato la loro decisione di non applicare la riduzione di pena.

La Valutazione delle Attenuanti Generiche

Il nucleo della questione giuridica risiede nei criteri che il giudice deve seguire per concedere o negare le attenuanti generiche. La Suprema Corte, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi consolidati in materia.

Il giudizio sulla concessione delle attenuanti è un giudizio di fatto, la cui motivazione è insindacabile in sede di legittimità, a condizione che non sia contraddittoria e che dia conto degli elementi ritenuti preponderanti ai sensi dell’art. 133 del codice penale (gravità del reato e capacità a delinquere del colpevole).

Il Ruolo dei Precedenti e del Comportamento Processuale

I giudici di legittimità hanno evidenziato che non è necessario un esame analitico di tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. È sufficiente che il giudice di merito si concentri su quelli ritenuti decisivi. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente fondato il proprio diniego su due elementi chiave:

1. I precedenti penali specifici dell’imputato.
2. Il suo comportamento processuale.

Questi fattori negativi, uniti all’assenza di elementi positivamente valutabili, sono stati ritenuti sufficienti a giustificare la decisione, rendendo la motivazione logica e adeguata.

Le Motivazioni della Cassazione sul Diniego delle Attenuanti Generiche

La Corte di Cassazione ha rafforzato la sua posizione richiamando la giurisprudenza costante. Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche può essere legittimamente motivato anche solo con l’assenza di elementi o circostanze di segno positivo. Questo principio assume ancora più valore dopo la riforma del 2008, per effetto della quale il solo stato di incensuratezza non è più, di per sé, sufficiente per ottenere il beneficio.

La decisione impugnata è stata quindi ritenuta corretta perché la Corte d’Appello ha operato una valutazione complessiva della personalità dell’imputato, concludendo per l’assenza di profili meritevoli di una mitigazione della pena. Il richiamo ai precedenti specifici e al comportamento processuale ha costituito una base motivazionale solida e non meritevole di censura in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che la concessione delle attenuanti generiche è un potere ampiamente discrezionale del giudice di merito. Per ottenere il beneficio, non basta l’assenza di elementi negativi particolarmente gravi, ma è necessaria la presenza di elementi positivi che giustifichino una riduzione della sanzione. La presenza di precedenti penali, soprattutto se specifici, e un comportamento processuale non collaborativo possono legittimamente fondare una decisione di diniego. Questa pronuncia serve da monito: la valutazione del giudice si estende all’intera personalità dell’imputato, come desumibile dagli atti, e non solo al singolo episodio criminoso.

È sufficiente non avere precedenti penali per ottenere le attenuanti generiche?
No, a seguito della riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più un elemento sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche.

Il giudice deve considerare tutti gli elementi a favore dell’imputato per decidere sulle attenuanti generiche?
No, non è necessario che il giudice prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. È sufficiente che faccia riferimento a quelli che ritiene decisivi o comunque rilevanti per la sua valutazione.

Quali elementi può considerare il giudice per negare le attenuanti generiche?
Il giudice può negare le attenuanti generiche basandosi sull’assenza di elementi positivamente valutabili e sulla presenza di elementi negativi, come i precedenti penali (in particolare se specifici) e il comportamento processuale dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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