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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19862/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso contro il diniego delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che, per ottenere tale beneficio, non basta avere la fedina penale pulita, ma è necessario che la difesa fornisca elementi positivi e concreti a favore dell’imputato. L’assenza di tali elementi giustifica pienamente la decisione del giudice di merito di non concedere la riduzione di pena.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Non Basta la Fedina Pulita, Servono Fatti Positivi

Le attenuanti generiche rappresentano uno strumento fondamentale nel diritto penale, consentendo al giudice di adeguare la pena alla specifica situazione personale dell’imputato e alle circostanze del reato. Tuttavia, la loro concessione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 19862/2024) ribadisce un principio ormai consolidato: per ottenere questo beneficio non è sufficiente non avere precedenti penali, ma occorre dimostrare elementi positivi concreti. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso la sentenza della Corte d’Appello di Bologna. L’unico motivo di doglianza era il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La difesa sosteneva che il giudice di secondo grado avesse errato nel negare la riduzione di pena, ma il ricorso si basava su argomentazioni relative alla valutazione dei fatti, più che sulla violazione di legge.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Diniego delle Attenuanti Generiche

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. La decisione si poggia su due pilastri fondamentali. In primo luogo, il ricorso tentava di ottenere un nuovo giudizio sul merito dei fatti, un’attività preclusa alla Corte di Cassazione, che può pronunciarsi solo sulla corretta applicazione delle norme di diritto (giudizio di legittimità). In secondo luogo, la Corte ha ritenuto la motivazione della Corte d’Appello pienamente logica e conforme ai principi di diritto vigenti in materia di attenuanti generiche.

Le Motivazioni: Il Ruolo degli Elementi Positivi

Il cuore della pronuncia risiede nella spiegazione del perché il diniego fosse legittimo. La Cassazione ha chiarito diversi punti cruciali:

1. Valutazione Discrezionale ma Motivata: Il giudice di merito non è tenuto a esaminare analiticamente ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È sufficiente che la sua motivazione si concentri sugli aspetti ritenuti decisivi per la decisione, implicitamente superando tutti gli altri.

2. L’Irrilevanza della Sola Incensuratezza: La Corte ha ricordato che, a seguito della riforma dell’articolo 62-bis del codice penale (introdotta nel 2008), il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più un elemento sufficiente per la concessione del beneficio. Questo significa che avere una fedina penale pulita è un punto di partenza, ma non di arrivo.

3. L’Onere della Prova sulla Difesa: Spetta alla difesa il compito di allegare e dimostrare “elementi o circostanze di segno positivo” che possano giustificare una riduzione della pena. Il giudice può legittimamente negare le attenuanti generiche semplicemente constatando l’assenza di tali elementi. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato che la difesa non aveva fornito alcun elemento positivo concretamente valutabile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro e rigoroso. L’insegnamento pratico per gli operatori del diritto è inequivocabile: la richiesta di concessione delle attenuanti generiche non può essere una mera formula di stile. È necessario che l’avvocato difensore costruisca un’argomentazione solida, basata su fatti concreti e positivi (come il comportamento processuale collaborativo, l’avvenuto risarcimento del danno, la presa di coscienza del disvalore del fatto, ecc.) che possano effettivamente influenzare la valutazione del giudice. Affidarsi unicamente all’assenza di precedenti penali è una strategia destinata, nella maggior parte dei casi, all’insuccesso. La decisione del giudice rimane discrezionale, ma deve essere ancorata a una motivazione logica, e l’assenza di elementi positivi costituisce, di per sé, una motivazione valida per il diniego.

È sufficiente avere la fedina penale pulita (essere incensurato) per ottenere le attenuanti generiche?
No. Secondo la Corte, a seguito della riforma dell’art. 62-bis c.p., il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche.

Cosa deve fare la difesa per sperare di ottenere le attenuanti generiche?
La difesa deve dedurre e provare l’esistenza di “elementi positivamente valutabili” in favore dell’imputato. L’assenza di tali elementi o circostanze di segno positivo può legittimamente motivare il diniego da parte del giudice.

Il giudice, nel negare le attenuanti generiche, deve considerare tutti gli argomenti della difesa?
No. La Corte ha ribadito che non è necessario che il giudice di merito prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. È sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi, e la sua valutazione fa sì che tutti gli altri elementi si considerino disattesi o superati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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