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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per guida in stato di ebbrezza, che lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che il ricorso era generico e non contestava specificamente le motivazioni della corte d’appello, la quale aveva correttamente negato le attenuanti sulla base dei precedenti specifici dell’imputato. La decisione ribadisce che l’assenza di elementi positivi è una ragione sufficiente per negare tale beneficio.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti generiche: la Cassazione chiarisce quando il diniego è legittimo

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta uno degli strumenti più discrezionali a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica situazione del reo. Tuttavia, tale discrezionalità non è illimitata. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i principi che regolano la materia, dichiarando inammissibile il ricorso di un imputato e confermando che la loro negazione può essere fondata anche solo sull’assenza di elementi positivi, specialmente in presenza di precedenti penali.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato ai sensi dell’art. 186 del Codice della Strada. La Corte di Appello di Perugia aveva confermato la sentenza di primo grado, rigettando la richiesta di concessione delle attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis del codice penale. L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando un presunto vizio di motivazione proprio su questo punto, ritenendo che il giudice non avesse adeguatamente valutato i parametri per la concessione del beneficio.

La Decisione della Corte di Cassazione e le motivazioni sulle attenuanti generiche

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, giudicandolo generico e aspecifico. I giudici hanno sottolineato come l’atto di impugnazione non si confrontasse in modo critico con la motivazione della sentenza della Corte di Appello. Quest’ultima, infatti, aveva chiaramente e correttamente escluso la concedibilità delle attenuanti generiche sulla base di un elemento preciso: la presenza di due precedenti penali specifici a carico dell’imputato.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per ribadire due principi consolidati nella sua giurisprudenza.

In primo luogo, un ricorso è inammissibile per genericità quando manca una correlazione diretta tra le ragioni esposte nell’atto e quelle della decisione impugnata. Non è sufficiente una critica astratta; l’impugnazione deve ‘dialogare’ con la sentenza, smontandone il ragionamento giuridico punto per punto. Ignorare le affermazioni del provvedimento censurato rende il motivo di ricorso aspecifico e, quindi, inammissibile.

In secondo luogo, e più nel merito, la Corte ha ricordato che il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche può essere legittimamente motivato dal giudice con la semplice assenza di elementi o circostanze di segno positivo. Questo principio si è rafforzato dopo la riforma del 2008, per effetto della quale non è più sufficiente il solo stato di incensuratezza per ottenere la diminuente. A maggior ragione, in presenza di precedenti penali specifici, il giudice può logicamente concludere che non vi sono elementi meritevoli di valutazione positiva per una riduzione della pena. La decisione della Corte d’Appello, fondata proprio sui precedenti, è stata quindi ritenuta del tutto congrua e immune da vizi.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma un orientamento rigoroso ma chiaro: per ottenere le attenuanti generiche, non basta non avere elementi negativi (o, peggio, averne di evidenti come i precedenti penali), ma è necessario che emergano elementi positivi concreti che giustifichino un trattamento sanzionatorio più mite. Per gli avvocati, ciò significa che i ricorsi devono essere estremamente specifici, dettagliati e devono affrontare direttamente le motivazioni della sentenza che si intende impugnare. Una doglianza generica, scollegata dal ragionamento del giudice di merito, è destinata a essere dichiarata inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se è generico, ovvero se non indica una correlazione specifica tra le ragioni argomentate nell’atto di impugnazione e quelle esposte nella decisione che si contesta. In pratica, deve affrontare e criticare puntualmente il ragionamento del giudice precedente, non limitarsi a lamentele astratte.

La sola assenza di precedenti penali è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No. La sentenza chiarisce che, soprattutto dopo la riforma del 2008, lo stato di incensuratezza da solo non è più sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche. Il giudice deve riscontrare la presenza di elementi positivi che giustifichino una riduzione della pena.

Come può un giudice motivare il diniego delle attenuanti generiche?
Un giudice può legittimamente negare le attenuanti generiche motivando la sua decisione con l’assenza di elementi o circostanze di segno positivo. Come nel caso di specie, la presenza di precedenti penali specifici a carico dell’imputato costituisce una valida e sufficiente ragione per escludere il beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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