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Attenuanti generiche: quando il diniego è legittimo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condannato che lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che il diniego è legittimo se motivato da elementi negativi, come i precedenti penali, e dall’assenza di segni di pentimento, confermando la decisione dei giudici di merito.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione chiarisce quando il diniego è legittimo

Le attenuanti generiche rappresentano uno strumento cruciale a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica situazione del reo. Tuttavia, la loro concessione non è un diritto automatico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce i criteri per un legittimo diniego, sottolineando l’importanza dei precedenti penali e della condotta dell’imputato.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato in primo e secondo grado alla pena di otto mesi di reclusione per un reato previsto dalla legge sull’immigrazione. La Corte d’Appello di Bologna aveva confermato la sentenza del Tribunale di Rimini. L’imputato, tramite il suo difensore, si è rivolto alla Corte di Cassazione lamentando unicamente la mancata concessione delle attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis del codice penale.

La questione giuridica: il diniego delle attenuanti generiche

Il nucleo della questione legale verte sulla legittimità della motivazione con cui la Corte d’Appello aveva negato il beneficio. Secondo la difesa, la decisione non era adeguatamente giustificata. La Corte territoriale, invece, aveva basato il proprio diniego su due elementi principali: i precedenti penali del condannato e l’assenza di qualsiasi segno di resipiscenza, ovvero di pentimento per il reato commesso.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente applicato i principi consolidati in materia.

La motivazione del provvedimento si fonda su un orientamento giurisprudenziale pacifico, secondo cui il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche può essere legittimamente giustificato dal giudice anche con il richiamo a un solo elemento negativo, tra quelli indicati dall’art. 133 del codice penale, purché lo ritenga preponderante. In questo caso, i precedenti penali del ricorrente sono stati considerati un fattore decisivo.

Inoltre, la Corte ha sottolineato come l’assenza di elementi di segno positivo, quali appunto la resipiscenza, rafforzi la correttezza della decisione. Non è necessario che il giudice analizzi e confuti ogni possibile circostanza attenuante; è sufficiente che fornisca una motivazione logica e coerente basata sugli elementi a sua disposizione, come i precedenti penali o la mancanza di ravvedimento.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma che le attenuanti generiche non sono una concessione dovuta, ma una valutazione discrezionale del giudice basata su un’analisi complessiva della personalità dell’imputato e delle circostanze del reato. La presenza di precedenti penali e l’assenza di un sincero pentimento sono fattori che possono, da soli, giustificare pienamente il diniego del beneficio. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la richiesta di attenuanti deve essere supportata da elementi concreti e positivi, capaci di dimostrare un percorso di ravvedimento e una prognosi favorevole di reinserimento sociale.

È sufficiente avere precedenti penali per vedersi negate le attenuanti generiche?
Sì, secondo la Corte, il diniego delle attenuanti generiche può essere legittimamente motivato anche solo con il richiamo ai precedenti penali del condannato, se il giudice ritiene questo elemento negativo preponderante ai fini della decisione.

Cosa significa che un ricorso è ‘inammissibile per manifesta infondatezza’?
Significa che le ragioni presentate nel ricorso erano così chiaramente prive di fondamento giuridico che la Corte di Cassazione le ha respinte senza dover entrare nel merito della questione, ritenendole non meritevoli di un esame approfondito.

L’assenza di pentimento (resipiscenza) può influire sulla concessione delle attenuanti?
Sì, la sentenza conferma che l’assenza di qualsiasi elemento sintomatico di resipiscenza da parte del condannato è un fattore che, da solo o insieme ad altri elementi negativi, giustifica pienamente la decisione del giudice di non concedere le attenuanti generiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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