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Attenuanti generiche: quando il diniego è legittimo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto. La Corte ha stabilito che per negare le attenuanti generiche, il giudice non è tenuto a esaminare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma è sufficiente che motivi la sua decisione basandosi sugli elementi ritenuti decisivi.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione e i Limiti della Motivazione del Giudice

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta uno dei punti più delicati e discrezionali del processo penale. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sui criteri che il giudice di merito deve seguire nel motivare il diniego di tali circostanze, riaffermando un principio consolidato di economia processuale e di sufficienza della motivazione. Il caso riguarda un ricorso avverso una condanna per tentato furto in abitazione, in cui l’unico motivo di doglianza era proprio la mancata concessione delle attenuanti.

I Fatti del Processo

Un soggetto, condannato in primo grado dal Tribunale e in secondo grado dalla Corte di Appello per il reato di tentato furto in abitazione in concorso, decideva di ricorrere per Cassazione. L’unica censura mossa alla sentenza di appello riguardava l’inosservanza e l’erronea applicazione della legge penale in riferimento agli articoli 125 del codice di procedura penale e 62 bis del codice penale.

In sostanza, il ricorrente lamentava che la Corte di Appello non avesse concesso le attenuanti generiche, omettendo di valutare adeguatamente gli elementi a suo favore. La difesa sosteneva che tale diniego fosse immotivato o basato su una motivazione carente.

La Valutazione delle Attenuanti Generiche secondo la Cassazione

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede nel principio, già più volte affermato, relativo all’onere motivazionale del giudice di merito quando nega le attenuanti generiche. La Corte ribadisce che il giudice non è tenuto a un’analisi analitica e puntuale di ogni singolo elemento, favorevole o sfavorevole, che emerge dagli atti processuali.

Il Principio di Sufficienza della Motivazione

La Cassazione chiarisce che la motivazione del diniego è da considerarsi adeguata e legittima anche quando si concentra solo sugli elementi ritenuti decisivi o comunque più rilevanti per la decisione. Se il giudice, ad esempio, individua un elemento di particolare gravità (come i precedenti penali o le modalità particolarmente insidiose del reato), può legittimamente fondare su di esso il proprio diniego, senza dover esplicitamente contro-argomentare su altri aspetti potenzialmente favorevoli all’imputato (come la giovane età o l’incensuratezza).

Questa valutazione sintetica, purché esente da vizi logici evidenti, è sufficiente a soddisfare l’obbligo di motivazione. Gli altri elementi, non menzionati, si intendono implicitamente superati o disattesi dalla valutazione complessiva del giudice.

Le Motivazioni

Nel caso specifico, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. La motivazione della Corte di Appello, che aveva negato le attenuanti, è stata giudicata esente da “evidenti illogicità”. Gli Ermellini hanno richiamato il proprio orientamento consolidato, secondo cui “non è necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego della concessione delle attenuanti generiche, prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti, ma è sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti, rimanendo disattesi o superati tutti gli altri da tale valutazione”.

Di conseguenza, il tentativo del ricorrente di ottenere una rivalutazione nel merito della decisione è stato respinto, poiché la sede di legittimità non consente di riesaminare le scelte discrezionali del giudice di grado inferiore, se queste sono sorrette da una motivazione logica e coerente con la legge.

Conclusioni

L’ordinanza conferma un indirizzo giurisprudenziale pragmatico e volto a evitare che il giudizio di legittimità si trasformi in un terzo grado di merito. Per la difesa, l’insegnamento è chiaro: per sperare nella concessione delle attenuanti generiche, è fondamentale presentare elementi non solo favorevoli, ma soprattutto decisivi e capaci di incidere significativamente sulla valutazione complessiva della colpevolezza e della personalità dell’imputato. Una motivazione di diniego concisa ma fondata su elementi di peso è difficilmente censurabile in Cassazione. La decisione ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

È obbligatorio per un giudice considerare ogni singolo elemento a favore dell’imputato quando nega le attenuanti generiche?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego, prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. È sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato (mancata concessione delle attenuanti generiche) non è consentito in sede di legittimità ed è stato ritenuto manifestamente infondato, dato che la motivazione della corte d’appello era esente da illogicità.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della decisione?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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