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Attenuanti generiche: quando il diniego è legittimo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per violazione della legge sugli stupefacenti, il quale lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che il diniego è legittimo quando la richiesta della difesa è generica e non indica elementi positivi specifici su cui fondare la richiesta di un trattamento di favore. La motivazione del giudice può quindi limitarsi a rilevare l’assenza di tali elementi.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione Chiarisce i Limiti per la Concessione

Le attenuanti generiche, previste dall’articolo 62-bis del codice penale, rappresentano uno strumento fondamentale a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica situazione personale dell’imputato. Tuttavia, la loro concessione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce quali sono i presupposti per ottenerle e perché una richiesta generica può portare a un legittimo diniego.

Il Contesto del Ricorso: Una Condanna e la Richiesta di Sconto di Pena

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato in Corte d’Appello per violazioni della normativa sugli stupefacenti (art. 73 d.P.R. 309/90). La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un unico vizio: la violazione di legge relativa alla mancata concessione delle attenuanti generiche. Secondo il ricorrente, i giudici di merito avrebbero errato nel non applicare questo beneficio, che avrebbe comportato una riduzione della pena inflitta.

La Decisione della Suprema Corte sulle attenuanti generiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo ‘manifestamente infondato’. I giudici supremi hanno sottolineato come i motivi del ricorso fossero generici, privi di un confronto critico con la sentenza impugnata e in contrasto con i principi consolidati della giurisprudenza di legittimità. La decisione della Corte d’Appello, che aveva già inflitto una pena inferiore alla media edittale, è stata quindi confermata.

Le motivazioni: Perché le attenuanti generiche sono state negate?

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni del suo verdetto, fornendo indicazioni preziose sulla corretta applicazione delle attenuanti generiche.

La Genericità del Ricorso

Il primo punto critico evidenziato è la genericità della richiesta. La difesa non aveva specificato quali fossero gli elementi positivi concreti che avrebbero dovuto giustificare un trattamento di favore. La concessione delle attenuanti, infatti, non è un atto dovuto, ma deve fondarsi su situazioni specifiche e accertate che inducano a una valutazione di speciale benevolenza nei confronti dell’imputato.

L’Onere della Motivazione del Giudice

La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: quando la richiesta di attenuanti è vaga e non supportata da elementi specifici, l’onere di motivazione del giudice in caso di diniego è soddisfatto. In altre parole, il giudice può legittimamente negare il beneficio semplicemente affermando che, dagli atti processuali, non emergono elementi positivi meritevoli di valutazione. Non è tenuto a cercare d’ufficio circostanze favorevoli all’imputato se quest’ultimo non le ha indicate.

I Limiti del Giudizio di Cassazione

Infine, la Corte ha ricordato che il giudizio di Cassazione non è una terza istanza di merito. Non è compito della Suprema Corte rivalutare la congruità della pena decisa dai giudici dei gradi precedenti, a meno che la loro decisione non sia palesemente arbitraria o basata su un ragionamento illogico. Nel caso di specie, la motivazione della Corte d’Appello era stata ritenuta coerente e sufficiente.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza conferma che la richiesta di attenuanti generiche non può essere una mera formula di stile. La difesa ha l’onere di specificare e sottoporre alla valutazione del giudice gli elementi concreti (come la condotta post-reato, il contesto sociale, la confessione, etc.) che possano giustificare una riduzione della pena. In assenza di tale specificazione, il diniego del giudice, anche se motivato in modo sintetico con il richiamo all’assenza di elementi positivi, è da considerarsi pienamente legittimo. L’esito del ricorso, con la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, serve da monito sulla necessità di presentare ricorsi fondati su critiche specifiche e argomentate.

Quando un giudice può legittimamente negare le attenuanti generiche?
Un giudice può negare le attenuanti generiche quando la richiesta della difesa non specifica gli elementi e le circostanze positive che potrebbero giustificare un trattamento di favore. In tal caso, la motivazione del diniego è soddisfatta con il solo richiamo alla ritenuta assenza di elementi positivi negli atti processuali.

Cosa deve fare la difesa per avere una concreta possibilità di ottenere le attenuanti generiche?
La difesa deve fondare la richiesta sull’accertamento di situazioni idonee a giustificare un trattamento di speciale benevolenza, specificando gli elementi e le circostanze concrete che, sottoposte alla valutazione del giudice, possano convincerlo della fondatezza e legittimità dell’istanza.

La Corte di Cassazione può riesaminare l’entità della pena decisa da un altro tribunale?
No, nel giudizio di Cassazione è inammissibile una censura che miri a una nuova valutazione della congruità della pena. La Corte può intervenire solo se la determinazione della pena sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico da parte del giudice di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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