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Attenuanti generiche: quando il diniego è legittimo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due imputate contro la condanna per furto. La Corte ha ritenuto legittimo il diniego delle attenuanti generiche, basato su una motivazione logica del giudice di merito, e ha confermato la corretta valutazione della recidiva.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione Chiarisce i Limiti della Motivazione del Giudice

L’applicazione delle attenuanti generiche rappresenta uno dei poteri discrezionali più significativi del giudice penale, consentendogli di adeguare la pena alla specificità del caso concreto. Tuttavia, questa discrezionalità non è illimitata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per approfondire i criteri che rendono legittimo il diniego di tali attenuanti e i principi che governano la valutazione della recidiva.

Il Caso in Esame

Due persone venivano condannate in secondo grado dalla Corte d’Appello per i reati di furto e possesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso. Avverso tale sentenza, le imputate proponevano ricorso per Cassazione, lamentando principalmente due aspetti:
1. In via congiunta: la violazione di legge e il difetto di motivazione riguardo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.
2. Solo per una delle due: l’errata valutazione della recidiva, considerata un fattore aggravante.

Le ricorrenti sostenevano che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente considerato gli elementi a loro favore nel negare la riduzione di pena prevista dall’art. 62 bis c.p.

La Decisione della Corte sulle Attenuanti Generiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo entrambi i motivi manifestamente infondati. Per quanto riguarda il primo punto, quello cruciale sulle attenuanti generiche, i giudici supremi hanno ribadito un principio consolidato: non è necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego, prenda in esame ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole dedotto dalle parti. È invece sufficiente che la sua motivazione si concentri sugli elementi ritenuti decisivi o comunque più rilevanti per la decisione. Se la motivazione è esente da palesi illogicità, come nel caso di specie, la decisione è da considerarsi legittima. In altre parole, gli altri elementi non menzionati si intendono implicitamente superati dalla valutazione complessiva.

La Valutazione della Recidiva

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla recidiva, è stato respinto. La Corte ha sottolineato che la valutazione sulla sussistenza e rilevanza della recidiva non può basarsi unicamente sulla gravità dei fatti o sull’arco temporale trascorso dalle precedenti condanne. Il giudice deve, invece, compiere un’analisi concreta e approfondita, basata sui criteri dell’art. 133 c.p., per stabilire se esista un effettivo legame tra il reato per cui si procede e i precedenti. Occorre verificare se la condotta criminale passata sia indicativa di una “perdurante inclinazione al delitto” che abbia agito come fattore criminogeno per la commissione del nuovo reato. La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, aveva correttamente applicato questi principi.

Le Motivazioni

Le motivazioni alla base della decisione della Suprema Corte si fondano su principi giurisprudenziali consolidati volti a preservare l’autonomia di valutazione dei giudici di merito, purché esercitata entro i binari della logicità e della corretta applicazione della legge. Per le attenuanti generiche, si conferma che il giudice ha un ampio potere discrezionale, il cui esercizio è insindacabile in sede di legittimità se supportato da una motivazione non manifestamente illogica. Per la recidiva, viene ribadita la necessità di una valutazione sostanziale e non meramente formale, che colleghi il passato criminale dell’imputato al nuovo fatto, dimostrando una concreta e aumentata pericolosità sociale.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma due importanti principi. In primo luogo, la concessione delle attenuanti generiche non è un diritto automatico dell’imputato, ma una valutazione discrezionale del giudice che, se motivata in modo logico e coerente con gli elementi decisivi del caso, non può essere messa in discussione in Cassazione. In secondo luogo, la recidiva non opera come un automatismo sanzionatorio, ma richiede un’indagine approfondita sulla personalità del reo e sul nesso criminologico tra i vari reati commessi. Questa pronuncia serve da monito: i ricorsi per Cassazione basati su critiche generiche alla valutazione di merito del giudice, senza evidenziare vizi logici macroscopici, sono destinati all’inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e al pagamento di una sanzione.

Per negare le attenuanti generiche, il giudice deve analizzare tutti gli elementi a favore dell’imputato?
No, non è necessario. La Corte di Cassazione ha stabilito che è sufficiente che il giudice di merito, nel motivare il diniego, faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi o comunque rilevanti, anche se sfavorevoli, senza dover esaminare ogni singolo aspetto favorevole dedotto dalle parti.

Come deve essere valutata la recidiva da un giudice?
La valutazione della recidiva non può basarsi esclusivamente sulla gravità dei fatti o sul tempo trascorso dalle precedenti condanne. Il giudice deve esaminare in concreto il rapporto tra il nuovo reato e i precedenti, verificando se la passata condotta criminale indichi una perdurante inclinazione al delitto che abbia influito sulla commissione del nuovo reato.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Le persone che hanno presentato il ricorso vengono condannate al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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