LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Attenuanti generiche: non basta essere incensurati

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per guida senza patente. La Corte ribadisce che per la concessione delle attenuanti generiche non è sufficiente la sola incensuratezza, ma sono necessari elementi positivi di valutazione, la cui assenza giustifica pienamente il diniego da parte del giudice di merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti generiche: la Cassazione conferma che essere incensurati non è più sufficiente

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema cruciale del diritto penale: la concessione delle attenuanti generiche. La decisione ribadisce un principio ormai consolidato, ovvero che la sola assenza di precedenti penali non è più un elemento sufficiente per ottenere questo beneficio. L’analisi del caso, relativo a una condanna per guida senza patente, offre lo spunto per chiarire i criteri che i giudici devono seguire nella valutazione di queste circostanze.

Il caso in esame: dalla guida senza patente al ricorso in Cassazione

Il procedimento nasce dalla condanna di un soggetto per il reato di guida senza patente, aggravato dalla recidiva nel biennio. La sentenza era stata confermata dalla Corte di Appello, la quale aveva anche negato la concessione delle attenuanti generiche. L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione proprio su quest’ultimo punto. A suo dire, i giudici di merito non avrebbero adeguatamente spiegato le ragioni del diniego.

La concessione delle attenuanti generiche dopo la riforma del 2008

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, cogliendo l’occasione per riaffermare l’orientamento consolidato della giurisprudenza. Il punto centrale della questione risiede nell’interpretazione dell’articolo 62-bis del codice penale, soprattutto a seguito della riforma introdotta nel 2008. Prima di tale intervento legislativo, lo stato di incensuratezza dell’imputato era spesso considerato un fattore quasi automatico per la concessione delle attenuanti.

La riforma ha cambiato radicalmente questo approccio. Oggi, per ottenere una riduzione di pena tramite le attenuanti generiche, non basta più avere una fedina penale pulita. È necessario che emergano elementi o circostanze di segno positivo, che il giudice possa concretamente apprezzare. Di conseguenza, il mancato riconoscimento delle attenuanti può essere legittimamente motivato con la semplice assenza di tali elementi positivi, senza che il giudice sia tenuto a ricercare specifici elementi negativi a carico dell’imputato.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

Nel caso di specie, la Suprema Corte ha stabilito che la Corte di Appello ha correttamente applicato questi principi. I giudici di merito avevano rilevato la mancanza di elementi positivi apprezzabili, al di là della mera incensuratezza, giustificando così la loro decisione di non concedere il beneficio. La motivazione, sebbene sintetica, è stata ritenuta sufficiente e logicamente coerente con il quadro normativo e giurisprudenziale attuale. Il ricorso, privo di argomentazioni valide a scalfire tale impostazione, è stato quindi dichiarato inammissibile.

Le conclusioni

L’ordinanza in commento ha importanti implicazioni pratiche. Conferma che l’onere di far emergere elementi positivi per la concessione delle attenuanti generiche ricade, di fatto, sulla difesa. Non è più possibile fare affidamento esclusivo su un passato privo di condanne. La personalità dell’imputato, la sua condotta processuale ed extra-processuale, e ogni altro fattore che possa positivamente connotare la sua figura diventano essenziali. La decisione comporta, inoltre, conseguenze economiche per il ricorrente: con la dichiarazione di inammissibilità, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

Avere la fedina penale pulita è sufficiente per ottenere le circostanze attenuanti generiche?
No. Secondo la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione, confermata in questa ordinanza, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche, specialmente dopo la riforma dell’art. 62-bis c.p. del 2008.

Come può un giudice motivare il diniego delle attenuanti generiche?
Il giudice può legittimamente motivare il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche semplicemente evidenziando l’assenza di elementi o circostanze di segno positivo da poter valorizzare a favore dell’imputato. Non è tenuto a un’analisi dettagliata di elementi negativi.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso per cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle Ammende, a meno che non si dimostri un’assenza di colpa nel proporre il ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati