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Attenuanti generiche: no senza elementi positivi

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 11885/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di stupefacenti, il quale lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che, per ottenere tale beneficio, non è sufficiente la mera incensuratezza o una confessione tardiva, ma occorrono elementi positivamente valutabili che, nel caso di specie, erano assenti.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: La Cassazione Chiarisce, Non Bastano Confessione e Fedina Pulita

L’ottenimento delle attenuanti generiche è un obiettivo cruciale per la difesa in molti processi penali, poiché può tradursi in una significativa riduzione della pena. Tuttavia, i criteri per la loro concessione sono diventati sempre più rigorosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 11885/2025, offre un importante chiarimento: per beneficiare dello sconto di pena non basta avere una fedina penale pulita o ammettere i fatti dopo essere stati colti sul fatto. Occorre un ‘quid pluris’, un elemento positivo concreto che giustifichi la clemenza del giudice.

I Fatti del Caso: Dall’Arresto al Ricorso in Cassazione

Il caso riguarda un giovane condannato sia in primo grado dal Tribunale di Nola che in secondo grado dalla Corte di Appello di Napoli per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti, previsto dall’art. 73 del D.P.R. 309/90. La difesa dell’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, non contestando la responsabilità penale, ma focalizzandosi su un unico punto: il presunto vizio di motivazione della sentenza d’appello nella parte in cui negava la concessione delle attenuanti generiche.

Secondo il ricorrente, i giudici di merito non avrebbero adeguatamente motivato le ragioni del diniego, ignorando elementi che, a suo avviso, avrebbero dovuto giocare a suo favore.

Il Principio Consolidato sulle Attenuanti Generiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, cogliendo l’occasione per ribadire un principio ormai consolidato nella sua giurisprudenza. Il fulcro della decisione ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 62-bis del codice penale, soprattutto dopo la riforma del 2008.

Prima di tale riforma, lo stato di incensuratezza dell’imputato era spesso considerato un elemento quasi automatico per la concessione del beneficio. Oggi, la situazione è radicalmente cambiata: la sola assenza di precedenti penali non è più sufficiente. Il giudice, per ridurre la pena, deve individuare elementi o circostanze di segno positivo che lo inducano a ritenere l’imputato meritevole di un trattamento sanzionatorio più mite.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché le Attenuanti Generiche sono State Negate

La Corte Suprema ha ritenuto la motivazione della Corte di Appello di Napoli pienamente legittima e coerente con i principi di diritto. I giudici di merito avevano correttamente osservato che, nel caso specifico, mancavano del tutto elementi positivamente valutabili.

Due aspetti sono stati cruciali per la decisione:

1. L’ammissione dell’addebito: La confessione dell’imputato non è stata considerata un segno di reale resipiscenza o collaborazione. Al contrario, è stata vista come una mera conseguenza inevitabile dell’essere stato arrestato in flagranza di reato. In altre parole, l’ammissione non derivava da una scelta volontaria di revisione critica del proprio operato, ma dalla semplice impossibilità di negare l’evidenza.
2. Mancanza di collaborazione: L’imputato non ha fornito alcuna ulteriore indicazione di interesse investigativo. Non ha collaborato con le autorità per far luce su eventuali complici o sulla rete di spaccio. Questo comportamento passivo ha contribuito a rafforzare la convinzione dei giudici circa l’assenza di elementi positivi.

Pertanto, in assenza di qualsiasi circostanza positiva, il giudice può legittimamente negare le attenuanti generiche motivando la sua decisione proprio su tale assenza.

Le Conclusioni: Quali Insegnamenti per la Difesa?

La decisione in esame è un monito chiaro: la strategia difensiva non può più basarsi passivamente sulla speranza che la sola incensuratezza o una confessione ‘obbligata’ possano garantire una riduzione di pena. Per ottenere le attenuanti generiche, è necessario che l’imputato, attraverso il suo comportamento processuale ed extra-processuale, fornisca al giudice elementi concreti e positivi su cui fondare una valutazione di meritevolezza.

Questi elementi possono includere una collaborazione effettiva con la giustizia, un sincero pentimento dimostrato con fatti concreti, un percorso di risarcimento del danno o un’attività di reinserimento sociale già avviata. Senza un ‘plus’ attivo, come ribadito dalla Cassazione, la richiesta di applicazione delle attenuanti è destinata a rimanere inascoltata.

Cosa serve per ottenere le attenuanti generiche secondo questa ordinanza?
Secondo l’ordinanza, per ottenere le attenuanti generiche non è sufficiente la sola assenza di precedenti penali (incensuratezza). È necessaria la presenza di elementi o circostanze di segno positivo, concretamente valutabili dal giudice, che dimostrino la meritevolezza di una riduzione della pena.

Una confessione fatta dopo l’arresto in flagranza è sufficiente per ottenere le attenuanti?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che un’ammissione degli addebiti che sia una mera conseguenza dell’arresto in flagranza di reato, e non accompagnata da ulteriori indicazioni di interesse investigativo, non costituisce un elemento positivo sufficiente a giustificare la concessione delle attenuanti generiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato. La motivazione della Corte d’Appello, che negava le attenuanti per l’assenza di elementi positivi, è stata giudicata dalla Cassazione come pienamente legittima e in linea con i principi consolidati della giurisprudenza, in particolare dopo la riforma dell’art. 62-bis del codice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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