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Attenuanti generiche: no se mancano elementi positivi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per guida senza patente. La Corte ribadisce che per la concessione delle attenuanti generiche non basta l’assenza di elementi negativi, ma sono necessari elementi positivi di valutazione, soprattutto in presenza di precedenti penali.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando il Giudice Può Negarle? Analisi di un Caso Pratico

Nel processo penale, la concessione delle attenuanti generiche rappresenta un momento cruciale che può influenzare significativamente l’entità della pena. Tuttavia, il loro riconoscimento non è automatico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i presupposti per la loro applicazione, confermando un orientamento consolidato: non basta l’assenza di elementi negativi, ma occorrono circostanze positive che giustifichino una riduzione della pena. Analizziamo insieme la decisione per comprendere meglio questo importante principio.

I Fatti del Caso: Guida Senza Patente e Precedenti Penali

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado per il reato di guida senza patente, aggravato dalla recidiva nel biennio. La Corte d’Appello di Firenze aveva confermato la condanna, negando all’imputato la concessione delle circostanze attenuanti generiche. Insoddisfatto della decisione, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un vizio di motivazione proprio su questo punto.

Il Ricorso e la Decisione sulle attenuanti generiche

Il ricorrente sosteneva che i giudici di merito non avessero adeguatamente motivato il diniego delle attenuanti. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione si basa su un principio giurisprudenziale ormai consolidato, rafforzato dalla riforma dell’art. 62-bis del codice penale.

L’assenza di elementi positivi come motivazione sufficiente

La Suprema Corte ha ribadito che il giudice può legittimamente negare le attenuanti generiche motivando la sua decisione con la semplice assenza di elementi o circostanze di segno positivo. In altre parole, non è il giudice a dover dimostrare perché non le concede, ma è l’imputato a dover far emergere elementi meritevoli di una valutazione favorevole. Dopo la riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza (cioè non avere precedenti penali) non è più sufficiente per ottenere automaticamente il beneficio. A maggior ragione, in un caso come quello di specie, la presenza di ‘allarmanti precedenti penali’ per delitti contro il patrimonio e la fede pubblica ha costituito un ostacolo insormontabile alla concessione delle attenuanti.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte di Cassazione è chiara e lineare. Si fonda sull’interpretazione dell’art. 62-bis c.p. e sulla costante giurisprudenza di legittimità. I giudici hanno sottolineato come la Corte d’Appello si sia correttamente attenuta a tali principi, rilevando la mancanza di elementi positivi apprezzabili e valorizzando, al contrario, i precedenti penali dell’imputato. Il diniego non è stato quindi arbitrario o immotivato, ma una logica conseguenza della valutazione complessiva della personalità del reo e dell’assenza di circostanze che potessero giustificare un trattamento sanzionatorio più mite.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che le attenuanti generiche non sono un diritto dell’imputato, ma una facoltà discrezionale del giudice, il cui esercizio deve essere motivato. Per sperare nella loro concessione, è necessario che emergano dal processo elementi positivi concreti (come il comportamento processuale, la confessione, il risarcimento del danno, la condizione di vita), non essendo sufficiente la mera assenza di precedenti o altri fattori negativi. La decisione ha comportato, oltre alla conferma della condanna, l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria alla Cassa delle Ammende, come previsto in caso di ricorso inammissibile.

È sufficiente non avere precedenti penali per ottenere le attenuanti generiche?
No. Secondo la Corte di Cassazione, a seguito della riforma dell’art. 62-bis del codice penale, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più un elemento sufficiente per la concessione automatica delle attenuanti generiche.

Come può un giudice giustificare il diniego delle attenuanti generiche?
Un giudice può legittimamente motivare il diniego delle attenuanti generiche semplicemente evidenziando l’assenza di elementi o circostanze di segno positivo. Può inoltre considerare elementi negativi, come i precedenti penali dell’imputato.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, come in questo caso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa nel proporre il ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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