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Attenuanti generiche: no se mancano elementi positivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di sostanze stupefacenti. La Corte ha confermato che la suddivisione della sostanza e il possesso di materiale per il confezionamento sono indizi sufficienti per escludere l’uso personale. In tema di attenuanti generiche, ha ribadito che la sola incensuratezza non basta e la loro negazione è legittima se motivata dall’assenza di elementi positivi a favore dell’imputato.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti generiche: quando la fedina penale pulita non basta

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta due temi cruciali nel diritto penale legato agli stupefacenti: la distinzione tra uso personale e spaccio e i criteri per la concessione delle attenuanti generiche. La Suprema Corte, con una decisione netta, ribadisce un principio consolidato: per ottenere uno sconto di pena non basta essere incensurati, ma servono elementi positivi che giustifichino il beneficio.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in Corte d’Appello per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, previsto dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti. L’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali. In primo luogo, sosteneva che la droga fosse destinata a uso personale e non alla vendita. In secondo luogo, lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche, ritenendo di averne diritto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto i motivi del ricorso infondati e, in parte, non consentiti in sede di legittimità. La Corte ha confermato integralmente la valutazione dei giudici di merito, sia per quanto riguarda la qualificazione del fatto come spaccio, sia per il diniego delle attenuanti generiche.

Analisi delle attenuanti generiche e la finalità di spaccio

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni difensive. Per quanto riguarda la destinazione della sostanza, i giudici hanno sottolineato come la Corte d’Appello avesse già logicamente motivato la sua decisione. Nonostante la quantità di stupefacente non fosse ingente, altri elementi erano decisivi: la sostanza era già stata suddivisa in dosi e, contestualmente, era stato trovato materiale per la pesatura e il confezionamento. Questi fattori, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, sono sufficienti a dimostrare la finalità di spaccio, superando la tesi dell’uso personale.

Le Motivazioni

Il cuore della pronuncia riguarda le attenuanti generiche. La Cassazione definisce “manifestamente infondato” il motivo relativo alla loro mancata concessione. Viene richiamata la riforma dell’art. 62-bis del codice penale, avvenuta nel 2008, che ha cambiato radicalmente i presupposti per l’applicazione di questo beneficio.

Prima di tale riforma, lo stato di incensuratezza dell’imputato era spesso considerato un elemento quasi automatico per ottenere una riduzione di pena. Oggi, invece, non è più così. La legge stabilisce che la sola assenza di precedenti penali non è più sufficiente. Il giudice, per concedere le attenuanti, deve individuare “elementi o circostanze di segno positivo” che possano giustificare un trattamento sanzionatorio più mite.

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha affermato che la motivazione del giudice di merito è legittima anche quando si limita a constatare l’assenza di tali elementi positivi. Non è necessario che il giudice elenchi tutte le ragioni negative; basta che evidenzi la mancanza di aspetti meritevoli di una valutazione favorevole. Inoltre, il giudice può basare la sua decisione anche su un solo elemento negativo ritenuto preponderante, come la personalità del colpevole o la gravità del reato, secondo i criteri dell’art. 133 del codice penale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: le attenuanti generiche non sono un diritto dell’imputato, ma una concessione discrezionale del giudice, che deve essere ancorata a elementi concreti e positivi. La decisione chiarisce che la difesa non può limitarsi a far leva sulla fedina penale pulita, ma deve attivamente fornire al giudice elementi specifici (come il comportamento processuale, la situazione personale, le modalità del fatto) che possano dipingere un quadro favorevole dell’imputato e giustificare una pena più lieve. Per i giudici, d’altro canto, viene confermata la possibilità di negare il beneficio semplicemente evidenziando l’assenza di tali elementi, con una motivazione snella ma adeguata.

Avere la fedina penale pulita è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No. A seguito della riforma del 2008, la sola incensuratezza dell’imputato non è più un elemento sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche. È necessaria la presenza di elementi positivi di valutazione.

Come può il giudice motivare la negazione delle attenuanti generiche?
Il giudice può legittimamente motivare il diniego delle attenuanti generiche semplicemente evidenziando l’assenza di elementi o circostanze di segno positivo. Può anche basare la sua decisione su un solo elemento negativo ritenuto prevalente, tra quelli indicati dall’art. 133 del codice penale.

Quali elementi possono trasformare il possesso di droga da uso personale a spaccio secondo i giudici?
Anche in presenza di una modesta quantità di sostanza, elementi come la previa suddivisione in dosi e il ritrovamento di materiale per la pesatura e il confezionamento (es. bilancini di precisione, bustine) sono considerati indizi sufficienti a dimostrare la finalità di spaccio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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