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Attenuanti generiche: no se manca un plus positivo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. La sentenza ribadisce due principi fondamentali: la validità dei test alcolemici basati su metodi scientificamente corretti e, soprattutto, che per la concessione delle attenuanti generiche non è sufficiente la sola incensuratezza, ma sono necessari ulteriori elementi positivi valutabili dal giudice.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Non Basta la Fedina Pulita, Serve un “Plus”

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti su due aspetti cruciali del diritto penale stradale: la validità delle prove alcolemiche e i criteri per la concessione delle attenuanti generiche. In un caso di guida in stato di ebbrezza, la Suprema Corte ha respinto il ricorso di un imputato, confermando che per ottenere uno sconto di pena non è sufficiente avere una fedina penale immacolata, ma occorre dimostrare la presenza di elementi positivi concreti. Analizziamo la decisione e le sue implicazioni.

Il Caso in Analisi: Guida in Stato di Ebbrezza e Ricorso in Cassazione

Un automobilista veniva condannato dalla Corte di Appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, con una pena rideterminata in un anno di arresto e 3.000 euro di ammenda. L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando due questioni principali:

1. La presunta inaffidabilità del metodo di analisi del sangue (metodo enzimatico) utilizzato per accertare il suo stato di ebbrezza.
2. La mancata concessione delle attenuanti generiche, nonostante la sua incensuratezza.

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione dei giudici di merito.

La Validità del Metodo di Analisi del Sangue

Il primo motivo di ricorso è stato rapidamente liquidato dalla Corte. I giudici hanno sottolineato che le censure erano una mera riproposizione di argomenti già correttamente respinti in appello. La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: il Codice della Strada e il suo regolamento non impongono una specifica modalità di analisi del sangue per l’accertamento del tasso alcolemico. Al contrario, lasciano al personale medico la libertà di scegliere il metodo ritenuto più idoneo, a condizione che sia scientificamente corretto e affidabile. Poiché il metodo enzimatico rientra tra le tecniche scientificamente valide, la doglianza dell’imputato è stata ritenuta infondata.

Le Attenuanti Generiche e il Rigore della Cassazione

Il punto centrale della pronuncia riguarda il secondo motivo, relativo alle attenuanti generiche. La Corte di Appello aveva negato il beneficio sottolineando come, al di fuori della mera incensuratezza, non vi fossero altri elementi positivi da poter valutare a favore dell’imputato. La Cassazione ha pienamente condiviso questa impostazione, richiamando la propria giurisprudenza consolidata.

I giudici hanno ricordato che, a seguito della riforma dell’art. 62-bis del codice penale (operata con il d.l. 92/2008), il solo stato di incensuratezza non è più un elemento sufficiente per giustificare la concessione delle attenuanti. Il giudice di merito, per poter applicare la diminuzione di pena, deve individuare e motivare la presenza di circostanze e fattori positivi che vadano oltre l’assenza di precedenti penali. Nel caso di specie, tali elementi mancavano completamente.

Le Motivazioni della Corte Suprema

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi proposti non presentavano critiche specifiche e pertinenti alle argomentazioni della sentenza impugnata, limitandosi a riproporre questioni già esaminate e risolte. Sul primo punto, la scelta del metodo di analisi è stata considerata legittima. Sul secondo, la decisione di non concedere le attenuanti generiche è stata giudicata correttamente motivata in base all’assenza di elementi positivi. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Ordinanza

Questa pronuncia rafforza due importanti principi. In primo luogo, le contestazioni tecniche sulle modalità di accertamento dei reati devono essere specifiche e fondate, non potendosi basare su generiche obiezioni se il metodo utilizzato è riconosciuto dalla comunità scientifica. In secondo luogo, e con maggiore impatto pratico, conferma un orientamento ormai rigoroso sul tema delle attenuanti generiche: la difesa non può più fare affidamento sulla sola fedina penale pulita dell’imputato. È necessario fornire al giudice elementi concreti e positivi – come la condotta processuale, il comportamento successivo al reato, le condizioni di vita – che possano giustificare una valutazione favorevole e, di conseguenza, una riduzione della pena.

È possibile contestare una condanna per guida in stato di ebbrezza mettendo in dubbio il metodo di analisi del sangue utilizzato?
No, se il metodo è scientificamente valido. La Cassazione ha ribadito che il Codice della Strada non impone una specifica tecnica, lasciando la scelta al personale medico, purché sia scientificamente corretta. Un metodo riconosciuto come affidabile, quale quello enzimatico, è considerato una prova legittima.

Avere la fedina penale pulita (essere incensurato) è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No. La Corte ha chiarito che, specialmente dopo la riforma del 2008, la sola incensuratezza non basta. Il giudice deve individuare elementi positivi e concreti nella condotta o nella personalità dell’imputato per concedere la diminuzione di pena. L’assenza di tali elementi giustifica il diniego del beneficio.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. Inoltre, come avvenuto nel caso di specie, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, determinata dal giudice, alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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