LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Attenuanti generiche: no se manca un elemento positivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per lesioni stradali colpose, il quale chiedeva il riconoscimento delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che, specialmente dopo la riforma del 2008, la sola incensuratezza non è più sufficiente. Per la concessione delle attenuanti generiche è necessaria la presenza di elementi positivi che il giudice di merito deve valutare. In assenza di tali elementi e di fronte alla gravità della condotta di guida, il diniego è stato ritenuto legittimo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti generiche: la Cassazione conferma che l’incensuratezza non basta

L’ottenimento delle attenuanti generiche è un aspetto cruciale in molti processi penali, poiché può portare a una significativa riduzione della pena. Tuttavia, i criteri per la loro concessione sono diventati più stringenti nel corso degli anni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio ormai consolidato: la sola assenza di precedenti penali non è più un lasciapassare automatico per questo beneficio. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il caso in esame riguarda un ricorso presentato da un automobilista condannato in appello per il reato di cui all’art. 590-bis del codice penale (lesioni personali stradali gravi o gravissime). L’imputato si era rivolto alla Corte di Cassazione contestando, tra le altre cose, la decisione della Corte d’Appello di non concedergli le attenuanti generiche.

La difesa sosteneva che il diniego di tale beneficio fosse ingiustificato. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ritenuto il motivo di ricorso manifestamente infondato, dichiarando l’intero appello inammissibile.

La Questione Giuridica sulle Attenuanti Generiche

Il fulcro della decisione ruota attorno all’interpretazione e all’applicazione dell’articolo 62-bis del codice penale, che disciplina le attenuanti generiche. La Corte ricorda come la normativa sia cambiata a seguito della riforma del 2008, la quale ha reso più rigorosi i presupposti per la concessione del beneficio. Se in passato lo stato di incensuratezza dell’imputato poteva essere considerato un elemento di per sé sufficiente, oggi non è più così.

La giurisprudenza costante, richiamata nell’ordinanza, stabilisce che il giudice di merito può negare le attenuanti anche solo sulla base dell’assenza di elementi o circostanze di segno positivo. La decisione si configura come un giudizio di fatto, insindacabile in sede di Cassazione se la motivazione è logica, coerente e non contraddittoria.

Il Ruolo dei Parametri dell’Art. 133 c.p.

Per decidere sulla concessione o esclusione delle attenuanti generiche, il giudice deve fare riferimento ai parametri indicati dall’articolo 133 del codice penale (gravità del reato e capacità a delinquere del colpevole). La Corte Suprema ha specificato che il giudice può limitarsi a considerare anche un solo elemento tra quelli indicati, se ritenuto prevalente e decisivo. Questo elemento può riguardare la personalità del colpevole, l’entità del reato o le modalità di esecuzione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente motivato la sua decisione. I giudici di merito avevano negato le attenuanti generiche evidenziando la mancanza di qualsiasi elemento positivo idoneo a giustificarne l’applicazione. Al contrario, avevano dato peso alla specifica gravità del fatto, riconducibile alla condotta di guida ingiustificabile tenuta dall’imputato. Questa valutazione, basata su un’analisi concreta del caso, è stata considerata congrua e sufficiente a sostenere il diniego del beneficio.

Inoltre, la Corte ha dichiarato inammissibile anche il motivo di ricorso relativo alla mancata applicazione dell’attenuante del risarcimento del danno (art. 62, n. 6, c.p.), poiché in sede di appello tale richiesta era stata avanzata solo a supporto della domanda per le attenuanti generiche e non come motivo specifico e autonomo.

Conclusioni e implicazioni pratiche

L’ordinanza in commento consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, emerge una chiara indicazione: per sperare nella concessione delle attenuanti generiche, non basta più presentarsi al processo con una fedina penale pulita. È necessario che la difesa sia in grado di allegare e dimostrare elementi positivi concreti sulla personalità dell’imputato, sulla sua condotta post-reato (come il risarcimento del danno, le scuse alla persona offesa, l’ammissione di responsabilità) o su altre circostanze fattuali che possano mitigare il giudizio di colpevolezza. La valutazione del giudice rimane discrezionale, ma deve essere fondata su una motivazione logica che tenga conto di tutti gli aspetti del caso, in particolare della gravità del reato commesso.

Lo stato di incensuratezza è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No. Secondo la Corte di Cassazione, specialmente dopo la riforma del 2008, la sola assenza di precedenti penali non è più un elemento sufficiente per la concessione automatica delle attenuanti generiche.

Cosa può considerare il giudice per negare le attenuanti generiche?
Il giudice può negare le attenuanti basandosi sull’assenza di elementi positivi e può fondare la sua decisione anche su un singolo elemento ritenuto prevalente, come la particolare gravità del fatto, la personalità del colpevole o le modalità di esecuzione del reato, secondo i criteri dell’art. 133 del codice penale.

Perché il motivo di ricorso sulla mancata concessione dell’attenuante del risarcimento del danno è stato respinto?
È stato dichiarato inammissibile ai sensi dell’art. 606, comma 3, c.p.p., perché in sede di appello tale richiesta non era stata formulata come motivo autonomo, ma era stata semplicemente menzionata a sostegno della più generica richiesta di riconoscimento delle attenuanti generiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati