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Attenuanti generiche: no se il giovane è disinvolto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un giovane condannato per spaccio di un ingente quantitativo di cocaina. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito di non concedere le attenuanti generiche, sottolineando che la giovane età non è sufficiente se la condotta dell’imputato, per modalità e disinvoltura, dimostra una notevole maturità criminale e un ruolo non marginale nell’attività illecita.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti generiche: la giovane età non basta se la condotta è da criminale esperto

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di concessione delle attenuanti generiche: la giovane età dell’imputato non costituisce un fattore automatico per la riduzione della pena, specialmente quando il suo comportamento dimostra una maturità e una consapevolezza criminale non comuni. Questo caso offre uno spunto di riflessione sul bilanciamento tra l’età anagrafica e la reale capacità di intendere il disvalore delle proprie azioni.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un giovane per aver venduto, in concorso con altri, un’enorme quantità di cocaina, pari a quasi 4,5 kg, per un corrispettivo di oltre 70.000 euro. La Corte d’Appello, anche in sede di rinvio, aveva confermato la condanna negando la concessione delle circostanze attenuanti generiche previste dall’art. 62 bis del codice penale.

La difesa dell’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando che i giudici non avessero valutato correttamente la sua giovane età. Secondo il ricorrente, una corretta applicazione della legge avrebbe richiesto un’analisi più ampia, estesa alla sua condizione personale, familiare e sociale, per comprendere appieno la sua effettiva maturità e capacità di discernimento al momento del fatto.

La valutazione delle attenuanti generiche in relazione all’età

Il fulcro della questione legale ruotava attorno all’interpretazione del peso da attribuire alla giovane età nel concedere le attenuanti generiche. La difesa sosteneva che limitare la valutazione alla sola oggettività del fatto, senza considerare il contesto soggettivo complessivo dell’imputato, costituisse una violazione di legge. L’obiettivo era ottenere una riconsiderazione che portasse a una diminuzione della pena in virtù della presunta immaturità del soggetto.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo una mera riproposizione di argomenti già ampiamente e logicamente vagliati dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno evidenziato come la Corte territoriale avesse seguito correttamente i principi giurisprudenziali consolidati.

Nel dettaglio, è stato osservato che, sebbene l’imputato fosse un ventitreenne al momento del reato, la sua giovane età non aveva influito in alcun modo sulla commissione del crimine né sulla sua percezione della gravità dello stesso. Anzi, la sua condotta era stata caratterizzata da una notevole “disinvoltura”. L’imputato aveva rivestito un ruolo né marginale né secondario, occupandosi attivamente di predisporre cautele per eludere i controlli, dimostrando una freddezza e una pianificazione che mal si conciliano con l’idea di un soggetto immaturo o occasionale.

La Corte ha sottolineato che la sicurezza mostrata nella fase esecutiva del reato era sintomatica di una non estemporaneità della partecipazione all’attività criminale. Di conseguenza, i giudici di merito avevano correttamente concluso che la giovane età, in questo specifico contesto, non potesse giustificare la concessione delle attenuanti generiche.

Le conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza un principio cardine: la valutazione per la concessione delle attenuanti generiche deve essere condotta caso per caso, analizzando tutti gli elementi a disposizione. La giovane età è certamente un fattore da considerare, ma non è una “patente” di immaturità. Quando le modalità del reato, il ruolo ricoperto e il comportamento complessivo dell’imputato rivelano una piena consapevolezza e una consolidata capacità a delinquere, il dato anagrafico perde la sua rilevanza ai fini di una riduzione della pena. La decisione del giudice deve basarsi su una valutazione complessiva della personalità del reo, così come emerge dai fatti.

La giovane età garantisce automaticamente la concessione delle attenuanti generiche?
No, la giovane età non è un fattore che automaticamente comporta la concessione delle attenuanti generiche. Il giudice deve valutare la condotta complessiva dell’imputato e la sua effettiva maturità al momento del fatto.

Quali elementi ha considerato la Corte per negare le attenuanti in questo caso?
La Corte ha considerato il ruolo non marginale dell’imputato, la disinvoltura dimostrata nell’esecuzione del reato e le cautele adottate per eludere i controlli. Questi elementi sono stati ritenuti sintomatici di una maturità criminale e di una non occasionalità della condotta, tali da superare la rilevanza della giovane età anagrafica.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché reiterava un profilo di censura già ampiamente e logicamente esaminato e respinto dalla Corte d’Appello in sede di rinvio, senza presentare una specifica e valida critica alla motivazione della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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