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Attenuanti generiche: no se il fatto è grave

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego delle attenuanti generiche. La Corte ha confermato che il giudice di merito può legittimamente negare il beneficio basandosi su elementi specifici, come la gravità del fatto, la reiterazione del reato e il coinvolgimento di terzi ignari, anche in assenza di precedenti penali. La decisione sottolinea l’ampia discrezionalità del giudice nel valutare gli elementi previsti dall’art. 133 del codice penale.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti generiche: quando la gravità del fatto giustifica il diniego

Le attenuanti generiche rappresentano uno strumento cruciale a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica situazione del reo. Tuttavia, la loro concessione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce che il giudice può negare questo beneficio basando la sua decisione anche su un solo elemento negativo ritenuto prevalente, come la gravità del fatto. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte di Appello di Firenze. Quest’ultima, giudicando in sede di rinvio per un reato legato agli stupefacenti (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990), aveva negato l’applicazione delle circostanze attenuanti generiche. L’imputato, ritenendo ingiusta tale decisione, si è rivolto alla Corte di Cassazione, sostenendo le proprie ragioni anche con una memoria contenente motivi aggiuntivi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto manifestamente infondato. Con una motivazione chiara e lineare, i giudici di legittimità hanno confermato la correttezza della decisione della Corte territoriale, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

Le Motivazioni: i criteri per la valutazione delle attenuanti generiche

Il fulcro della decisione risiede nei principi che regolano la concessione delle attenuanti generiche. La Cassazione ha innanzitutto ricordato che, a seguito della riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza (assenza di precedenti penali) non è più un elemento sufficiente per ottenere la riduzione di pena.

Il giudizio sulla concessione o meno delle attenuanti è un giudizio di fatto, riservato al giudice di merito, la cui valutazione è insindacabile in sede di legittimità se correttamente motivata e non contraddittoria. Il giudice, nel suo apprezzamento, deve fare riferimento ai parametri indicati dall’articolo 133 del codice penale (gravità del reato e capacità a delinquere del colpevole).

La Corte ha specificato un punto fondamentale: non è necessario che il giudice analizzi tutti gli elementi dell’art. 133. È sufficiente che si concentri su quello o quelli che ritiene prevalenti e decisivi. Anche un solo elemento negativo, se ritenuto di particolare rilievo, può giustificare il diniego del beneficio.

Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva adeguatamente motivato la sua scelta sulla base di tre elementi concreti:
1. La gravità del fatto: la condotta tenuta dall’imputato è stata ritenuta particolarmente grave.
2. La reiterazione del comportamento: il reato era stato commesso a pochi mesi di distanza da un altro controllo in cui l’imputato era stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti.
3. Il coinvolgimento di un terzo ignaro: l’imputato aveva coinvolto nella sua condotta illecita un’altra persona, totalmente all’oscuro dei fatti.

Questi fattori, nel loro complesso, hanno delineato un quadro negativo che ha legittimamente portato i giudici di merito a escludere la concessione delle attenuanti.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio consolidato nella giurisprudenza penale: la concessione delle attenuanti generiche non è un diritto dell’imputato, ma il risultato di una valutazione discrezionale del giudice. La decisione deve essere ancorata a elementi concreti e fattuali, che dimostrino o escludano la meritevolezza del beneficio. La gravità del reato, le modalità dell’azione e la personalità del colpevole sono fattori determinanti che possono prevalere anche su un’apparente ‘pulizia’ della fedina penale. La sentenza ci ricorda che il processo penale guarda alla sostanza dei comportamenti e non solo agli aspetti formali.

È sufficiente non avere precedenti penali per ottenere le attenuanti generiche?
No, a seguito della riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più un elemento sufficiente per giustificare la concessione delle attenuanti generiche.

Il giudice può negare le attenuanti generiche basandosi su un solo elemento negativo?
Sì, il giudice può limitarsi a prendere in esame anche un solo elemento negativo, tra quelli indicati nell’art. 133 del codice penale, se lo ritiene prevalente e sufficiente a determinare l’esclusione del beneficio.

Quali elementi ha considerato la Corte per negare le attenuanti generiche in questo caso?
La Corte ha ritenuto legittimo il diniego sulla base della concreta gravità del fatto, della reiterazione della condotta illecita a distanza di pochi mesi e dell’aver indebitamente coinvolto un terzo soggetto, del tutto ignaro del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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