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Attenuanti generiche: no se c’è pericolosità sociale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per la violazione di misure di prevenzione. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito di negare le attenuanti generiche e la causa di non punibilità per tenuità del fatto, basandosi sui precedenti penali dell’imputato, indicativi di una persistente pericolosità sociale e della commissione di reati della stessa indole.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando i Precedenti Penali Fanno la Differenza

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta uno degli strumenti più importanti a disposizione del giudice per personalizzare la pena in base alle specificità del caso concreto. Tuttavia, questa discrezionalità non è illimitata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come i precedenti penali e la valutazione della pericolosità sociale dell’imputato possano giustificare pienamente il diniego di tali benefici.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato trae origine dalla condanna di un individuo a tre mesi di arresto per la violazione delle prescrizioni imposte da una misura di prevenzione, un reato previsto dall’art. 75, comma 2, del d. lgs. n. 159 del 2011. La condanna, emessa in primo grado, era stata confermata dalla Corte di Appello.

Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando un unico motivo: violazione di legge e vizio di motivazione. In particolare, si contestava il trattamento sanzionatorio, il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e il diniego delle attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.).

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Secondo gli Ermellini, le argomentazioni difensive erano generiche e non idonee a scalfire la logicità e la correttezza della sentenza impugnata. Il ricorso si limitava a criticare la valutazione del trattamento sanzionatorio, un ambito in cui il giudizio di legittimità è limitato alla verifica della coerenza e non manifesta illogicità della motivazione.

Le Motivazioni: Il Peso dei Precedenti e della Pericolosità Sociale

La Corte ha analizzato nel dettaglio le ragioni per cui la Corte d’Appello aveva correttamente escluso i benefici richiesti dalla difesa.

In primo luogo, la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata esclusa a causa della commissione, da parte dell’imputato, di altri reati della stessa indole. Questa circostanza è stata ritenuta, con un ragionamento ineccepibile, ostativa alla concessione del beneficio, in quanto indicativa di una tendenza a delinquere non occasionale.

In secondo luogo, e questo è il punto centrale, la Corte ha confermato la correttezza del diniego delle attenuanti generiche. I giudici di merito avevano stabilito che, per ottenere tale beneficio, non basta la semplice assenza di elementi negativi, ma è necessaria la presenza di elementi di segno positivo meritevoli di considerazione. Nel caso di specie, non solo mancavano tali elementi, ma i precedenti penali dell’imputato venivano letti come una chiara conferma della sua pericolosità sociale. Il diniego, quindi, non era un mero automatismo, ma il risultato di una valutazione complessiva della personalità dell’imputato.

Le Conclusioni: Discrezionalità del Giudice e Onere della Prova

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la concessione delle attenuanti generiche non è un diritto dell’imputato, ma una facoltà discrezionale del giudice, il cui esercizio deve essere motivato. La decisione di negarle è legittima quando si fonda sull’assenza di circostanze positive e sulla presenza di elementi negativi, come un curriculum criminale significativo. Questo provvedimento sottolinea come la valutazione della pericolosità sociale, basata su elementi concreti come i precedenti penali, sia un fattore determinante nel definire il trattamento sanzionatorio e nell’escludere benefici che presupporrebbero una prognosi favorevole sulla futura condotta del reo.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni presentate erano generiche, prive di specifiche ragioni di fatto e di diritto, e contestavano aspetti (come il trattamento sanzionatorio) la cui valutazione era stata motivata in modo sufficiente e non manifestamente illogico dalla Corte d’Appello.

Per quale motivo non sono state concesse le attenuanti generiche all’imputato?
Le attenuanti generiche sono state negate perché non sono emersi elementi positivi a favore dell’imputato. Al contrario, i suoi precedenti penali sono stati considerati una conferma della sua pericolosità sociale, giustificando legittimamente il diniego del beneficio.

L’esistenza di altri reati può impedire l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
Sì, la Corte ha confermato che la commissione, da parte dell’imputato, di più reati della stessa indole rispetto a quello per cui si procede è una circostanza che osta alla concessione del beneficio della non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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