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Attenuanti generiche: no con precedenti specifici

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il contrabbando di 4900 kg di sigarette. La richiesta di concessione delle attenuanti generiche è stata respinta a causa dei sei precedenti penali specifici dell’imputato e della gravità del reato, nonostante l’ammissione di colpa. La decisione sottolinea l’ampia discrezionalità del giudice nel valutare tali circostanze.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando i Precedenti Penali Ne Escludono la Concessione

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta uno degli strumenti più discrezionali a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica situazione del reo. Tuttavia, questa discrezionalità non è illimitata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come la presenza di numerosi precedenti penali specifici possa giustificare pienamente il diniego di tale beneficio, anche a fronte di un’ammissione di responsabilità da parte dell’imputato.

I Fatti del Caso: Contrabbando e Ricorso in Cassazione

Il caso analizzato riguarda un soggetto condannato per il reato di contrabbando di tabacchi lavorati esteri, previsto dall’art. 291 bis del D.P.R. 43/1973. Nello specifico, l’imputato era stato ritenuto responsabile della detenzione e del trasporto di un ingente quantitativo di sigarette, pari a 4.900 chilogrammi.

Avverso la sentenza di condanna, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche da parte della Corte d’Appello.

La Valutazione delle Attenuanti Generiche da Parte della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici supremi hanno ribadito un principio consolidato: le decisioni del giudice di merito sul trattamento sanzionatorio, inclusa la concessione o meno delle attenuanti, non sono sindacabili in sede di legittimità se supportate da una motivazione congrua e priva di vizi logici.

Nel caso di specie, la Corte territoriale aveva correttamente motivato la sua decisione di non concedere il beneficio.

Le Motivazioni: Il Peso dei Precedenti Specifici e la Gravità del Fatto

La decisione della Corte si fonda su due pilastri argomentativi principali.

In primo luogo, è stata data rilevanza alla personalità dell’imputato, desunta dai suoi trascorsi giudiziari. L’uomo vantava ben sei precedenti penali specifici, di cui due per condotte analoghe a quella oggetto del processo. Questi precedenti erano così significativi che avrebbero persino consentito l’applicazione dell’aggravante della recidiva reiterata specifica, la quale era stata benevolmente esclusa dal giudice di primo grado. La presenza di un tale curriculum criminale è stata considerata un indicatore di una spiccata tendenza a delinquere, incompatibile con il riconoscimento delle attenuanti generiche.

In secondo luogo, la Corte ha considerato le circostanze oggettive del fatto. La detenzione e il trasporto di un quantitativo così cospicuo di sigarette (quasi 5 tonnellate) è stato ritenuto un elemento di particolare gravità, che ulteriormente giustificava il diniego del beneficio.

È interessante notare che, pur negando le attenuanti, la Corte d’Appello aveva comunque tenuto conto dell’ammissione di responsabilità dell’imputato, rideterminando la pena finale in due anni di reclusione. Questo dimostra che gli elementi a favore del reo sono stati considerati, ma non al punto da superare la valutazione negativa derivante dai precedenti e dalla gravità del reato.

Le Conclusioni: L’Inammissibilità del Ricorso e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza conferma che le attenuanti generiche non sono un diritto automatico dell’imputato, ma una concessione che deve essere meritata. La loro funzione è quella di mitigare la pena in presenza di aspetti positivi che rendono il fatto meno grave o il reo meno pericoloso. Quando, al contrario, emergono elementi di segno opposto, come una lunga carriera criminale e la particolare gravità della condotta, il giudice può legittimamente negarle.

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato, come previsto dall’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a testimonianza del fatto che i ricorsi palesemente infondati comportano conseguenze economiche negative per chi li propone.

Avere precedenti penali specifici impedisce sempre di ottenere le attenuanti generiche?
No, non automaticamente, ma la sentenza chiarisce che la presenza di numerosi precedenti specifici, come i sei del caso in esame, costituisce una valida e solida motivazione per il giudice per negare la concessione delle attenuanti, indicando una particolare inclinazione a delinquere.

L’ammissione di responsabilità garantisce la concessione delle attenuanti generiche?
No. Sebbene l’ammissione sia un elemento positivo che il giudice valuta, non è sufficiente a garantire le attenuanti. Nel caso specifico, ha portato a una riduzione della pena, ma non è stata ritenuta prevalente rispetto alla gravità dei precedenti e del reato commesso.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Secondo l’articolo 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso è dichiarato inammissibile e non si riscontra un’assenza di colpa nel proponente, quest’ultimo viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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