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Attenuanti generiche: no con precedenti penali

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per false dichiarazioni, negando le attenuanti generiche a un imputato a causa dei suoi numerosi precedenti penali. L’appello è stato dichiarato inammissibile perché generico e manifestamente infondato, confermando la decisione della Corte territoriale sulla gravità della condotta e sulla corretta valutazione dei precedenti dell’imputato.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti generiche: negate in presenza di numerosi precedenti penali

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta un momento cruciale nel processo penale, in cui il giudice valuta la possibilità di ridurre la pena sulla base di elementi favorevoli all’imputato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la presenza di un curriculum criminale significativo può giustificare pienamente il diniego di tale beneficio. Il caso analizzato riguarda un uomo condannato per aver fornito false generalità a un pubblico ufficiale al fine di sottrarsi a un controllo.

I fatti del caso

Un individuo, già condannato in primo grado dal Tribunale e in appello dalla Corte d’Appello, ricorreva in Cassazione contro la sentenza che lo riteneva responsabile del reato di cui all’art. 495 del codice penale (false dichiarazioni a un pubblico ufficiale). La condanna era stata fissata a un anno di reclusione. La condotta illecita consisteva nell’aver fornito generalità false durante un controllo, allo scopo di nascondere la propria mancanza di un valido titolo di guida.

I motivi del ricorso e le attenuanti generiche

L’imputato basava il suo ricorso su due motivi principali:

1. Mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.): Il ricorrente sosteneva che il reato commesso fosse di lieve entità e che, pertanto, dovesse essere escluso dalla punibilità.
2. Vizio di motivazione sul diniego delle attenuanti generiche: Si lamentava che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente giustificato la decisione di non concedere le circostanze attenuanti generiche, che avrebbero comportato una riduzione della pena.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambi i motivi con argomentazioni precise.

Per quanto riguarda il primo punto, i giudici hanno ritenuto il motivo generico e indeterminato. La Corte territoriale aveva infatti spiegato in modo logico e corretto perché la causa di non punibilità non fosse applicabile: la gravità della condotta non era lieve, poiché l’imputato aveva mentito sulle proprie generalità con il fine specifico di eludere un controllo che ne avrebbe svelato l’irregolarità (la guida senza titolo abilitativo). Il ricorso non si confrontava con questa specifica motivazione, limitandosi a una critica generica.

Sul secondo e più rilevante punto, relativo alle attenuanti generiche, la Cassazione ha considerato il motivo manifestamente infondato. La Corte d’Appello aveva fornito una giustificazione adeguata e non illogica per la sua decisione, basandola sulla presenza di ben otto precedenti penali a carico dell’imputato. Sette di questi precedenti riguardavano reati contro il patrimonio e uno una violazione della legge sugli stupefacenti. Secondo gli Ermellini, un tale quadro di precedenti penali è un elemento più che sufficiente per motivare il diniego delle attenuanti, dimostrando una spiccata tendenza a delinquere che rende immeritevole il beneficio.

Le conclusioni

L’ordinanza ribadisce due principi consolidati nella giurisprudenza. In primo luogo, un ricorso in Cassazione deve essere specifico e confrontarsi puntualmente con le ragioni della sentenza impugnata, altrimenti rischia di essere dichiarato inammissibile per genericità. In secondo luogo, e con maggiore impatto pratico, la presenza di numerosi e specifici precedenti penali costituisce un elemento di valutazione preponderante e sufficiente a giustificare la mancata concessione delle attenuanti generiche. La decisione sottolinea come la valutazione sulla personalità dell’imputato, desunta anche dal suo passato giudiziario, sia fondamentale per determinare se meriti o meno un trattamento sanzionatorio più mite.

Perché la Corte ha ritenuto che il reato non fosse di ‘particolare tenuità’ secondo l’art. 131-bis c.p.?
La Corte ha ritenuto il fatto non di lieve entità perché la falsa dichiarazione era finalizzata a sottrarsi a un controllo che avrebbe rivelato la mancanza del titolo di guida, conferendo così una maggiore gravità alla condotta.

Qual è il motivo principale per cui non sono state concesse le attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche non sono state concesse a causa della sussistenza di otto precedenti penali a carico dell’imputato, di cui sette per reati contro il patrimonio e uno per violazione della legge sugli stupefacenti. Questi precedenti sono stati considerati un indicatore della personalità dell’imputato, tale da non giustificare un trattamento sanzionatorio più mite.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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