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Attenuanti generiche: no con precedenti penali

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego delle attenuanti generiche. La decisione si fonda sulla presenza di precedenti penali specifici e sulla condotta illecita reiterata, elementi che delineano una personalità negativa e precludono il beneficio, rendendo insufficiente la sola assenza di precedenti. La Corte ribadisce che, dopo la riforma del 2008, il giudice può negare le attenuanti basandosi sull’assenza di elementi positivi e su fattori decisivi come la gravità dei precedenti.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando i Precedenti Penali Specifici Escludono il Beneficio

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta uno degli aspetti più discrezionali del processo penale, consentendo al giudice di adeguare la pena alla specifica situazione del reo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sui limiti di questa discrezionalità, specialmente in presenza di precedenti penali. La Corte ha stabilito che precedenti specifici e una condotta criminale reiterata possono delineare un profilo di personalità incompatibile con la concessione del beneficio, rendendo di fatto irrilevante la semplice assenza di altri carichi pendenti.

I fatti del caso

Un imputato, condannato dalla Corte d’Appello per reati fiscali previsti dal D.Lgs. 74/2000, ha presentato ricorso in Cassazione. L’unico motivo del ricorso era incentrato sulla violazione di legge e sul vizio di motivazione riguardo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Secondo la difesa, la Corte di merito non aveva adeguatamente valutato gli elementi a favore dell’imputato, negando la riduzione di pena senza una motivazione congrua.

La questione giuridica: il diniego delle attenuanti generiche

Il nucleo della questione riguarda i criteri che il giudice deve seguire per concedere o negare le attenuanti generiche, disciplinate dall’art. 62-bis del codice penale. In particolare, il caso esamina il peso da attribuire ai precedenti penali dell’imputato e alla sua condotta complessiva, alla luce della riforma legislativa del 2008 che ha reso più stringenti i requisiti per l’applicazione di questo beneficio.

Le motivazioni della Cassazione sul diniego delle attenuanti generiche

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Le motivazioni della Corte si basano su principi ormai consolidati nella giurisprudenza.

La riforma del 2008 e l’irrilevanza della mera incensuratezza

Innanzitutto, i giudici hanno ricordato che, a seguito della riforma introdotta dal D.L. n. 92/2008, la concessione delle attenuanti generiche non può più fondarsi unicamente sullo stato di incensuratezza dell’imputato. È necessario, al contrario, che emergano elementi di segno positivo o circostanze particolari che giustifichino una mitigazione della pena. Di conseguenza, il giudice può legittimamente negare il beneficio motivando la sua decisione sull’assenza di tali elementi positivi.

La valutazione della personalità dell’imputato

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente basato la sua decisione su due fattori decisivi:
1. I precedenti penali specifici: L’imputato non era un soggetto incensurato, ma aveva già riportato condanne per reati della stessa natura. Questo elemento è stato ritenuto cruciale perché connota negativamente la personalità del reo, evidenziando una specifica inclinazione a delinquere nel settore fiscale.
2. La condotta protratta e reiterata: Il comportamento illecito non era stato un episodio isolato, ma si era protratto e ripetuto per diverse annualità, dimostrando una persistenza nel disegno criminoso.

Questi elementi, complessivamente considerati, hanno conferito alla personalità del ricorrente un “specifico rilievo criminologico”, considerato dalla Corte come un ostacolo insormontabile (preclusivo) alla concessione delle attenuanti generiche.

Conclusioni: le implicazioni pratiche della decisione

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale: la valutazione per le attenuanti generiche è un giudizio complessivo sulla personalità del reo e sulla gravità del fatto. La presenza di precedenti penali, soprattutto se specifici, non è un semplice dato statistico, ma un indicatore di una personalità incline a violare la legge in un determinato settore. Per la difesa, ciò significa che per ottenere il beneficio non basta dimostrare l’assenza di altre pendenze, ma è necessario fornire al giudice elementi concreti e positivi di valutazione, come un reale percorso di ravvedimento o circostanze fattuali che attenuino la gravità della condotta. Per i giudici, la decisione conferma la legittimità di un approccio rigoroso, che nega il beneficio quando il profilo criminale dell’imputato appare consolidato e non meritevole di un trattamento sanzionatorio più mite.

Dopo la riforma del 2008, la sola assenza di precedenti penali è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito che la sola incensuratezza dell’imputato non è più un elemento sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche.

Per negare le attenuanti generiche, il giudice deve considerare tutti gli elementi a favore e sfavore dell’imputato?
No, non è necessario. È sufficiente che il giudice faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi o rilevanti, motivando la propria scelta, senza dover analizzare ogni singolo aspetto dedotto dalle parti.

La presenza di precedenti penali specifici può impedire la concessione delle attenuanti generiche?
Sì, la Corte ha stabilito che precedenti penali per reati della stessa natura (specifici) connotano negativamente la personalità del ricorrente e possono essere considerati un elemento preclusivo alla concessione del beneficio, in quanto indicano uno specifico rilievo criminologico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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