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Attenuanti generiche: no con precedenti penali

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato. La Corte conferma che le attenuanti generiche possono essere negate sulla base dei soli precedenti penali, considerati sufficienti a esprimere un giudizio negativo sulla personalità, senza necessità di valutare ogni singola argomentazione difensiva.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche e Precedenti Penali: La Decisione della Cassazione

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta un momento cruciale nel processo penale, in cui il giudice può calibrare la pena alla luce della personalità dell’imputato e delle specificità del caso. Tuttavia, cosa accade quando l’imputato ha un passato segnato da precedenti penali? Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la presenza di numerosi precedenti può essere, da sola, sufficiente a giustificare il diniego di tale beneficio, senza che il giudice debba confutare ogni singola argomentazione difensiva.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato per furto aggravato. La Corte d’Appello aveva confermato la sua responsabilità, negandogli la concessione delle circostanze attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis del codice penale. L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge proprio in relazione a tale diniego e alla commisurazione della pena.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche alla Luce dei Precedenti

Il fulcro del ricorso verteva sulla mancata concessione delle attenuanti generiche. La difesa sosteneva che la Corte di merito non avesse motivato adeguatamente la sua decisione. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha respinto questa tesi, giudicando il ricorso inammissibile. Secondo gli Ermellini, la motivazione della Corte d’Appello era congrua e logicamente fondata.

Il giudice di secondo grado aveva infatti posto l’accento su due elementi chiave:
1. La personalità negativa dell’imputato, desunta dai suoi numerosi precedenti penali.
2. L’assenza di elementi positivi che potessero giustificare un trattamento sanzionatorio più mite.

Questa valutazione, per la Suprema Corte, è pienamente conforme ai criteri stabiliti dalla giurisprudenza di legittimità.

Il Giudizio sulla Personalità dell’Imputato

La Cassazione ha richiamato un suo precedente orientamento (Sez. 2, n. 3896/2016), secondo cui la ‘ratio’ dell’art. 62-bis c.p. non impone al giudice di merito di analizzare e confutare ogni singola deduzione difensiva. È sufficiente, invece, indicare gli elementi di preponderante rilevanza che ostano alla concessione delle attenuanti. In questo contesto, i precedenti penali assumono un ruolo centrale, poiché consentono al giudice di formulare, anche implicitamente, un giudizio di disvalore sulla personalità del reo. In sostanza, un passato criminale denota una tendenza a delinquere che mal si concilia con un giudizio di meritevolezza del beneficio.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte di Cassazione si fonda su un principio di economia processuale e di coerenza logica. Il diniego delle attenuanti generiche è legittimo se il giudice di merito fornisce una giustificazione non arbitraria e non manifestamente illogica. Nel caso di specie, la Corte d’Appello ha correttamente ancorato la sua decisione a un dato oggettivo e significativo: la storia criminale dell’imputato. Questo elemento è stato ritenuto sufficiente a superare qualsiasi altra possibile considerazione, rendendo superfluo un esame analitico di ulteriori argomentazioni difensive.

Inoltre, per quanto riguarda la determinazione della pena, la Corte ha osservato che la sanzione inflitta era prossima al minimo edittale, il che esclude un’irragionevole severità. Ha altresì ribadito che il giudizio di cassazione non può trasformarsi in una nuova valutazione sulla congruità della pena, a meno che la decisione impugnata non sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico (come da Sez. 5, n. 5582/2014).

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, conferma che la valutazione per la concessione delle attenuanti generiche è ampiamente discrezionale e strettamente legata al giudizio sulla personalità dell’imputato. In secondo luogo, solidifica il valore probatorio dei precedenti penali, che possono costituire l’unico e sufficiente motivo per negare il beneficio. Per la difesa, ciò significa che, in presenza di un casellario giudiziale non immacolato, è necessario fornire elementi positivi concreti e di eccezionale rilevanza per poter sperare in una riduzione di pena. Un semplice ricorso basato sulla presunta inadeguatezza della motivazione, se questa è ancorata a dati oggettivi come i precedenti, è destinato all’inammissibilità.

I precedenti penali sono sufficienti per negare le attenuanti generiche?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la presenza di numerosi precedenti penali può essere un elemento sufficiente per giustificare il diniego delle attenuanti generiche, in quanto permette di formulare un giudizio di disvalore sulla personalità dell’imputato.

Il giudice è tenuto a esaminare ogni argomentazione difensiva prima di negare le attenuanti?
No, non è necessario. Secondo la giurisprudenza consolidata, è sufficiente che il giudice indichi gli elementi di preponderante rilevanza che ostacolano la concessione del beneficio, come appunto i precedenti penali, senza dover confutare ogni singola deduzione della difesa.

La Corte di Cassazione può ricalcolare la pena decisa nei gradi di merito?
No, la Corte di Cassazione non può effettuare una nuova valutazione sulla congruità della pena. Il suo controllo è limitato a verificare che la determinazione della sanzione da parte del giudice di merito non sia il risultato di un mero arbitrio o di un ragionamento manifestamente illogico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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