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Attenuanti generiche: no con precedenti penali

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione. La Corte ha confermato che il diniego delle attenuanti generiche è legittimo se basato sui soli precedenti penali del soggetto. Inoltre, è stato ritenuto inammissibile un motivo di ricorso che si limitava a riproporre le stesse argomentazioni dell’appello, senza confrontarsi con la motivazione della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando i Precedenti Penali Giustificano il Diniego

L’applicazione delle attenuanti generiche rappresenta uno dei poteri discrezionali più significativi del giudice penale, consentendogli di adeguare la pena alla specifica realtà del caso. Tuttavia, tale discrezionalità non è illimitata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato: i precedenti penali dell’imputato possono, da soli, costituire un motivo sufficiente per negare questo beneficio.

Il Caso in Esame: Ricorso contro Condanna per Evasione

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato in Corte d’Appello per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato si era rivolto alla Suprema Corte lamentando due principali vizi della sentenza di secondo grado:
1. La mancata concessione delle attenuanti generiche, a suo dire ingiustificata.
2. L’errata quantificazione dell’aumento di pena applicato per la continuazione del reato, ai sensi dell’art. 81, secondo comma, del codice penale.

Il ricorrente sperava di ottenere una riduzione della pena o un annullamento della sentenza, ma l’esito del giudizio di legittimità è stato netto.

L’Analisi della Corte sulle Attenuanti Generiche

Il primo motivo di ricorso è stato giudicato dalla Cassazione come manifestamente infondato e meramente riproduttivo delle argomentazioni già presentate in appello. La Corte ha sottolineato che l’appello non aveva affrontato adeguatamente la motivazione della sentenza di secondo grado. I giudici di legittimità hanno ricordato un principio giurisprudenziale consolidato: le attenuanti generiche possono essere legittimamente negate anche solo sulla base dei precedenti penali dell’imputato.

Questo orientamento, confermato anche dalla sentenza citata nel provvedimento (Cass. n. 52523/2016), non richiede che il giudice elenchi ulteriori elementi negativi. La presenza di un passato criminale è di per sé un indicatore di una personalità non meritevole del trattamento sanzionatorio più mite che le attenuanti comporterebbero.

La Valutazione sull’Aumento di Pena

Anche il secondo motivo, relativo all’aumento di pena per il reato continuato, è stato respinto. La Corte di Cassazione ha ritenuto la motivazione della Corte d’Appello immune da censure. I giudici di merito avevano, infatti, dato adeguatamente conto delle ragioni che giustificavano l’aumento sanzionatorio, ponendo l’accento sulla reiterazione della condotta illecita in un breve arco temporale. Tale valutazione è stata considerata logica e conforme ai principi di diritto, rientrando pienamente nel potere discrezionale del giudice di merito.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Suprema Corte si fonda su due pilastri fondamentali della procedura penale. In primo luogo, il ricorso per cassazione non può essere una semplice riproposizione dei motivi di appello. Deve, invece, contenere una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone le presunte violazioni di legge o i vizi logici. Un ricorso che non soddisfa questo requisito è, per definizione, inammissibile.

In secondo luogo, viene ribadita l’ampia discrezionalità del giudice di merito nella valutazione delle attenuanti generiche. La decisione di concederle o negarle, se correttamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità. Basare il diniego sui precedenti penali è una motivazione pienamente valida, poiché questi rappresentano un elemento concreto per valutare la personalità e la capacità a delinquere del reo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche dell’Ordinanza

Questa pronuncia rafforza un indirizzo giurisprudenziale chiaro e severo. Per la difesa, ciò significa che l’istanza per la concessione delle attenuanti generiche deve essere supportata da elementi positivi concreti e specifici, capaci di controbilanciare eventuali precedenti penali. Per chi intende ricorrere in Cassazione, emerge con forza la necessità di formulare motivi di ricorso che non si limitino a ripetere doglianze già espresse, ma che dialoghino criticamente con la decisione impugnata. La conseguenza della declaratoria di inammissibilità è pesante: non solo la condanna diventa definitiva, ma il ricorrente è anche tenuto al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

I precedenti penali di un imputato sono sufficienti per negare le attenuanti generiche?
Sì, l’ordinanza conferma che la decisione di negare le attenuanti generiche può essere legittimamente basata anche solo sui precedenti penali dell’imputato, in quanto elemento indicativo della sua personalità.

È possibile presentare in Cassazione gli stessi motivi già proposti in appello?
No, un ricorso è considerato inammissibile se si limita a riprodurre i motivi d’appello senza confrontarsi criticamente e specificamente con la motivazione della sentenza che si intende impugnare.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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