LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Attenuanti generiche: no con precedenti penali

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per guida in stato di ebbrezza, al quale erano state negate le attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che la presenza di precedenti penali, soprattutto se della stessa natura, è un motivo sufficiente per giustificare il diniego, in quanto costituisce un implicito giudizio negativo sulla personalità dell’imputato, senza che il giudice debba esaminare ogni altro elemento a favore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche e Precedenti Penali: La Decisione della Cassazione

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta uno degli strumenti più discrezionali a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specificità del caso concreto. Tuttavia, questa discrezionalità non è illimitata e deve essere esercitata secondo criteri ben precisi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come la presenza di precedenti penali possa essere un ostacolo insormontabile per ottenere tale beneficio, fornendo una motivazione sintetica ma pienamente legittima.

Il Fatto e il Ricorso in Cassazione

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato in primo e in secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato da un tasso alcolemico rientrante nella fascia più grave prevista dal Codice della Strada (art. 186, comma 2, lett. c).

La difesa dell’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione lamentando la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis del codice penale. Secondo il ricorrente, la Corte d’Appello non aveva adeguatamente motivato le ragioni del diniego.

La Decisione della Corte d’Appello e le Attenuanti Generiche

La Corte d’Appello di Bologna aveva respinto la richiesta di concessione delle attenuanti generiche basando la propria decisione su due elementi principali:

1. La personalità negativa dell’imputato: desunta dalla presenza di precedenti penali, anche per reati della stessa natura.
2. La gravità del fatto: legata all’elevato stato di ebbrezza riscontrato.

Questa valutazione è stata ritenuta sufficiente a giustificare il diniego del beneficio, senza la necessità di un’analisi più approfondita di eventuali elementi favorevoli all’imputato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo l’argomentazione della Corte d’Appello corretta e adeguatamente motivata. I giudici di legittimità hanno richiamato un consolidato orientamento giurisprudenziale (in particolare, la sentenza n. 3896/2016), secondo cui la “ratio” dell’art. 62-bis c.p. non impone al giudice di merito di esaminare minuziosamente ogni singola argomentazione difensiva.

È infatti sufficiente, per un legittimo diniego, indicare gli elementi di preponderante rilevanza che ostano alla concessione delle attenuanti. In questo contesto, i precedenti penali assumono un ruolo centrale. Secondo la Corte, basare il diniego sui precedenti penali dell’imputato equivale a formulare, sia pure implicitamente, un giudizio di disvalore sulla sua personalità. Tale giudizio negativo è di per sé sufficiente a giustificare la decisione di non applicare la riduzione di pena.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio di fondamentale importanza pratica: la presenza di un curriculum criminale negativo, specialmente se caratterizzato da recidiva in reati della stessa indole, rappresenta un elemento fortemente ostativo al riconoscimento delle attenuanti generiche. La decisione della Cassazione conferma che una motivazione, anche sintetica, che si fondi su questo aspetto è pienamente legittima e non censurabile in sede di legittimità. Per gli imputati con precedenti penali, le possibilità di ottenere una riduzione di pena tramite le attenuanti generiche si riducono drasticamente, in quanto il loro passato viene interpretato come un indicatore di una personalità non meritevole del beneficio.

È possibile ottenere le attenuanti generiche in presenza di precedenti penali?
Secondo l’ordinanza, è molto difficile. La Corte di Cassazione ha confermato che i precedenti penali, specialmente se di natura analoga al reato per cui si procede, sono un elemento di preponderante rilevanza che può giustificare, da solo, il diniego delle attenuanti, in quanto indice di una “negativa personalità” dell’imputato.

Il giudice deve analizzare ogni singolo elemento a favore dell’imputato per negare le attenuanti generiche?
No. La Corte ha ribadito che non è necessario per il giudice esprimere una valutazione su ogni singola deduzione difensiva. È sufficiente indicare gli elementi di preponderante rilevanza ritenuti ostativi alla concessione del beneficio, come i precedenti penali.

Cosa significa che la valutazione sui precedenti penali costituisce un “giudizio di disvalore” sulla personalità?
Significa che, nel negare le attenuanti basandosi sui precedenti penali, il giudice sta implicitamente formulando un giudizio negativo sulla personalità dell’imputato. Si ritiene che la sua condotta passata dimostri una scarsa capacità di rispettare la legge, rendendolo non meritevole di una riduzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati