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Attenuanti generiche negate per precedenti penali

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata contro la condanna per aver indebitamente percepito un beneficio. La Corte ha confermato il diniego delle attenuanti generiche, motivandolo con la presenza di precedenti penali per furto e frode, ritenuti un elemento sufficiente per la decisione.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando i Precedenti Penali Contano di Più

L’applicazione delle attenuanti generiche rappresenta uno degli aspetti più discrezionali del giudizio penale. Queste circostanze, previste dall’articolo 62-bis del codice penale, consentono al giudice di diminuire la pena tenendo conto di elementi positivi non specificamente previsti dalla legge. Tuttavia, questa discrezionalità non è illimitata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come la presenza di precedenti penali possa essere un ostacolo insormontabile per ottenere tale beneficio, portando alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

I Fatti del Caso: Una Condanna e il Ricorso in Cassazione

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una persona condannata in primo e secondo grado per un reato previsto dall’art. 7 del D.L. n. 4/2019, relativo alla percezione indebita di benefici economici. La pena inflitta era di un anno e sei mesi di reclusione, con sospensione condizionale.

Contro la sentenza della Corte d’Appello, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su un unico motivo: la mancata concessione delle attenuanti generiche. Secondo il ricorrente, i giudici di merito non avrebbero adeguatamente valutato gli elementi a favore dell’imputata, negandole ingiustamente la riduzione di pena.

La Valutazione delle Attenuanti Generiche e i Precedenti

La difesa si doleva del fatto che la Corte d’Appello avesse negato le attenuanti basandosi esclusivamente sui precedenti penali dell’imputata. La questione centrale, quindi, era stabilire se un singolo elemento negativo, come una precedente condanna, potesse da solo giustificare il diniego del beneficio, a fronte di altri potenziali elementi favorevoli.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno sottolineato che il motivo di ricorso era una mera riproposizione di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, infatti, aveva fornito una motivazione logica e coerente, evidenziando come i precedenti penali a carico dell’imputata – specificamente per furto e frode fiscale – fossero un elemento ostativo alla concessione delle attenuanti generiche.

La Suprema Corte ha richiamato il suo consolidato orientamento giurisprudenziale, secondo cui la valutazione per la concessione delle attenuanti è un giudizio di fatto, insindacabile in sede di legittimità se la motivazione è priva di contraddizioni. Il giudice di merito, nel decidere, non è obbligato a prendere in esame tutti gli elementi indicati dall’art. 133 del codice penale (gravità del reato, capacità a delinquere, etc.), ma può concentrarsi su quello che ritiene prevalente. In questo caso, il precedente penale è stato ritenuto un indicatore della personalità dell’imputata sufficiente a giustificare il diniego del beneficio.

Conclusioni

La decisione riafferma un principio fondamentale: la discrezionalità del giudice di merito nella valutazione delle attenuanti generiche è molto ampia. Un solo elemento negativo, come la presenza di precedenti penali specifici, può essere considerato decisivo per escludere la riduzione di pena. La presentazione di un ricorso in Cassazione basato su argomenti già adeguatamente trattati nei gradi di merito si espone a una quasi certa dichiarazione di inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

I precedenti penali possono impedire la concessione delle attenuanti generiche?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, i precedenti penali possono essere considerati un elemento preponderante e sufficiente per negare le attenuanti generiche, in quanto indicatori della personalità dell’imputato.

Il giudice deve considerare tutti gli elementi dell’art. 133 del codice penale per decidere sulle attenuanti generiche?
No. La Corte ha ribadito che il giudice può limitarsi a considerare anche un solo elemento tra quelli indicati nell’art. 133 c.p. (come la personalità del colpevole o la gravità del reato) che ritenga prevalente per concedere o escludere il beneficio.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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