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Attenuanti generiche negate: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, i quali avevano negato la concessione delle attenuanti generiche in virtù dei precedenti penali specifici della ricorrente, ritenendoli elemento sufficiente a delineare una personalità negativa e a giustificare il diniego.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti generiche negate per precedenti penali: la conferma della Cassazione

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta uno degli strumenti più discrezionali a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica situazione del reo. Tuttavia, questa discrezionalità non è illimitata. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la presenza di precedenti penali specifici può essere un motivo sufficiente e decisivo per negare tale beneficio. Analizziamo insieme la vicenda.

I fatti del caso

Una donna veniva condannata in primo e secondo grado per due distinti reati legati agli stupefacenti. Il primo (capo a) riguardava la detenzione ai fini di spaccio di diverse sostanze (hashish e marijuana) e di un bilancino di precisione, rinvenuti nella porzione di abitazione da lei occupata. Il secondo (capo b) concerneva la cessione di una dose di cocaina a un acquirente in cambio di 70 euro.

L’imputata, tramite il suo difensore, presentava ricorso in Cassazione, contestando la sentenza della Corte d’Appello su tre fronti:
1. Un presunto vizio di motivazione riguardo la sua identificazione come autrice della cessione di cocaina.
2. Un’analoga carenza motivazionale sulla sua consapevolezza della presenza delle altre sostanze stupefacenti in casa.
3. Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi proposti una mera riproposizione di censure già esaminate e correttamente respinte dai giudici di merito. La Cassazione ha sottolineato come la motivazione della Corte d’Appello fosse logica, congrua e giuridicamente corretta, e quindi non soggetta a censure in sede di legittimità.

Nello specifico, i giudici hanno evidenziato la solidità del quadro probatorio a carico dell’imputata. Per la cessione di cocaina, le prove includevano le dichiarazioni dell’acquirente, la testimonianza di un agente di polizia che aveva assistito allo scambio e il ritrovamento della somma esatta di 70 euro addosso alla donna subito dopo i fatti. Per la detenzione, la Corte ha considerato la condotta di spaccio come prova evidente della sua piena consapevolezza della presenza delle altre sostanze pronte per essere vendute.

Le motivazioni sul diniego delle attenuanti generiche

Il punto centrale dell’ordinanza riguarda la conferma del diniego delle attenuanti generiche. I giudici di merito avevano basato la loro decisione sulla “negativa personalità” della ricorrente, desunta da due precedenti penali specifici a suo carico.

La Cassazione ha avallato pienamente questo approccio, richiamando il suo consolidato orientamento giurisprudenziale (citando la sentenza n. 23055/2013). Secondo la Corte, per adempiere all’obbligo di motivazione sul diniego delle attenuanti, non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È sufficiente che faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi.

In questo caso, i precedenti penali specifici e reiterati sono stati considerati un fattore talmente rilevante da superare ogni altra possibile considerazione favorevole, giustificando pienamente la decisione di non concedere alcuna riduzione di pena a titolo di attenuanti generiche.

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce due principi importanti. In primo luogo, il ricorso per Cassazione non è una sede per rivalutare i fatti o le prove, ma solo per controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. In secondo luogo, la valutazione della personalità dell’imputato, basata su elementi oggettivi come i precedenti penali, gioca un ruolo cruciale nella concessione o nel diniego delle attenuanti generiche. La decisione conferma che una storia criminale specifica può legittimamente essere considerata dal giudice come un ostacolo insormontabile all’applicazione di questo beneficio.

Perché il ricorso dell’imputata è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice riproposizione di questioni già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, con argomentazioni logiche e giuridicamente corrette. Il ricorso non ha evidenziato vizi di legittimità, ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

Quali prove sono state ritenute decisive per dimostrare la cessione di droga?
Le prove decisive sono state plurime e convergenti: le dichiarazioni del compratore che ha descritto la venditrice, la testimonianza dell’agente di polizia che ha assistito da breve distanza allo scambio, la consegna spontanea della dose di cocaina da parte dell’acquirente fermato subito dopo e, infine, il ritrovamento addosso all’imputata della somma di 70 euro, esatto corrispettivo della vendita.

È sufficiente avere precedenti penali per non ottenere le attenuanti generiche?
Sì, secondo quanto stabilito dalla Corte in questa ordinanza. La presenza di precedenti penali specifici è stata considerata un elemento decisivo, sufficiente a dimostrare una personalità negativa e a giustificare il diniego delle attenuanti generiche, senza che il giudice fosse tenuto a prendere in considerazione tutti gli altri elementi favorevoli o sfavorevoli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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