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Attenuanti generiche: la personalità del reo decide

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per violazione della sorveglianza speciale. La Corte conferma la decisione di non concedere le attenuanti generiche basandosi sulla personalità negativa dell’imputato, ritenuta elemento sufficiente e prevalente per il diniego del beneficio.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando la Personalità del Reo Giustifica il Diniego

La valutazione delle attenuanti generiche rappresenta uno dei momenti più delicati del giudizio penale, in cui il giudice è chiamato a personalizzare la pena in base alle specificità del caso concreto e alla figura del reo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la personalità negativa dell’imputato, da sola, può essere un elemento sufficiente a giustificare il diniego di tale beneficio. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un individuo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno. Durante un controllo effettuato in data 25 settembre 2019, le forze dell’ordine hanno accertato la sua assenza dalla propria abitazione, in violazione delle prescrizioni imposte. Per tale violazione, l’uomo è stato condannato nei primi due gradi di giudizio.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, affidandosi a quattro principali censure:
1. Violazione di legge e vizi di motivazione: Contestazione generale sulla sussistenza del reato, in particolare sull’elemento soggettivo.
2. Mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p.: Richiesta di riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.
3. Prescrizione del reato: Sosteneva che il termine per l’estinzione del reato fosse già decorso.
4. Diniego delle attenuanti generiche: Lamentava la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche.

Le Motivazioni della Corte: il Diniego delle Attenuanti Generiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo tutte le censure infondate o generiche. Di particolare interesse è l’analisi sul diniego delle attenuanti generiche. I giudici di legittimità hanno confermato la correttezza della decisione della Corte d’Appello, la quale aveva ancorato il suo giudizio negativo a due elementi chiave: la mancanza di elementi positivamente valutabili e, soprattutto, la personalità negativa dell’imputato. Quest’ultimo, infatti, risultava avere precedenti per reati contro il patrimonio e la persona.

La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire un consolidato orientamento giurisprudenziale: ai fini della concessione o esclusione delle attenuanti generiche, il giudice può limitarsi a prendere in esame, tra gli elementi indicati dall’art. 133 del codice penale, quello che ritiene prevalente. Di conseguenza, anche un solo elemento, come la personalità del colpevole o l’entità del reato, può essere ritenuto sufficiente a determinare la decisione. Nel caso di specie, la personalità negativa dell’imputato è stata considerata un fattore decisivo e assorbente, rendendo le obiezioni del ricorrente del tutto generiche e prive di pregio.

Anche le altre censure sono state respinte. La critica sulla sussistenza del fatto è stata giudicata una mera rivalutazione del merito, inammissibile in sede di legittimità. La richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. è stata rigettata evidenziando il pericolo derivante dalla violazione e la già menzionata personalità negativa. Infine, l’eccezione di prescrizione è stata ritenuta palesemente infondata, dato il breve lasso di tempo trascorso dalla commissione del reato.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma la discrezionalità del giudice di merito nel valutare le circostanze attenuanti generiche. La decisione sottolinea che non è necessaria un’analisi analitica di tutti gli elementi previsti dall’art. 133 c.p.; è sufficiente che il giudice motivi la sua scelta basandosi su un elemento ritenuto prevalente. La personalità del reo, desunta dai precedenti penali e dal comportamento complessivo, si conferma come uno dei pilastri fondamentali di questa valutazione, capace da solo di giustificare il diniego del beneficio, anche a fronte di un reato di non particolare gravità intrinseca.

Un solo elemento negativo può bastare per negare le attenuanti generiche?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il giudice può basare la sua decisione di negare le attenuanti generiche su un unico elemento ritenuto prevalente tra quelli indicati dall’art. 133 del codice penale, come la personalità negativa del colpevole.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure proposte erano estremamente generiche, manifestamente infondate (come quella sulla prescrizione) o miravano a una rivalutazione dei fatti di causa, attività preclusa al giudice di legittimità.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in assenza di elementi che escludano la sua colpa, al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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