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Attenuanti generiche: la fedina pulita non basta

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di tre imputati condannati per reati legati al porto e detenzione di armi da guerra. La Corte ha stabilito che la sola incensuratezza non è sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche, essendo necessaria la presenza di elementi positivi. Inoltre, ha confermato l’applicazione della recidiva per due imputati, considerando i nuovi reati come espressione di una persistente inclinazione criminale, anche in relazione a precedenti condanne per associazione mafiosa.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: la Cassazione Ribadisce che la Sola Incensuratezza non è Sufficiente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato due temi cruciali del diritto penale: la concessione delle attenuanti generiche e l’applicazione della recidiva. La decisione chiarisce che una fedina penale pulita, di per sé, non obbliga il giudice a concedere uno sconto di pena, specialmente in assenza di altri elementi positivi di valutazione. Questo principio, consolidato dalla giurisprudenza, assume particolare rilevanza per comprendere come vengono bilanciate le pene nel nostro ordinamento.

I Fatti del Caso

Il caso riguardava tre persone condannate in appello per gravi reati, tra cui detenzione e porto illegale di un’arma da guerra, ricettazione e detenzione di munizioni. La Corte d’Appello aveva confermato le condanne del primo grado, emesse con rito abbreviato.

Contro questa decisione, gli imputati hanno proposto ricorso in Cassazione per motivi diversi:
1. Una delle imputate, incensurata, lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, sostenendo che la sua fedina pulita dovesse essere valutata positivamente.
2. Gli altri due coimputati contestavano invece la decisione dei giudici di merito di non escludere la recidiva, nonostante i loro precedenti penali.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili entrambi i ricorsi, confermando integralmente la sentenza d’appello. I giudici hanno fornito motivazioni distinte e molto chiare per ciascuna delle questioni sollevate, offrendo importanti spunti di riflessione sull’applicazione della legge penale.

Le motivazioni sul Diniego delle Attenuanti Generiche

Per quanto riguarda la posizione dell’imputata incensurata, la Cassazione ha ritenuto corretta la decisione dei giudici di merito. È stato ribadito un principio fondamentale, rafforzato dalla riforma dell’art. 62-bis del codice penale: lo stato di incensuratezza non è più un elemento sufficiente a giustificare, da solo, la concessione delle attenuanti generiche.

Il giudice, per concedere questo beneficio, deve individuare elementi positivi e concreti che depongano a favore dell’imputato. La semplice assenza di precedenti penali non costituisce, di per sé, un tale elemento. La motivazione del diniego può quindi legittimamente basarsi sulla constatazione che, al di là della fedina pulita, non emergono altre circostanze favorevoli o elementi di segno positivo dalla condotta dell’imputato o dalla sua personalità.

Le motivazioni sull’Applicazione della Recidiva

Anche riguardo alla contestazione sulla recidiva, la Corte ha considerato adeguata e logica la motivazione della sentenza impugnata. I giudici di merito avevano correttamente inquadrato il contesto in cui i nuovi reati erano maturati. In particolare, il recupero e la custodia di un’arma da guerra con matricola abrasa erano finalizzati a vendicare l’omicidio di un parente di uno degli imputati.

Questo movente, unito ai precedenti penali (tra cui una condanna per associazione di tipo mafioso a carico di uno degli imputati), è stato interpretato come un chiaro segnale di una persistente e radicata propensione a delinquere. Di conseguenza, la Corte ha ritenuto che i nuovi reati non fossero episodi isolati, ma l’espressione di una continuità criminale che giustificava pienamente l’applicazione dell’aggravante della recidiva.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre due importanti lezioni pratiche:
1. Non si può dare per scontata la concessione delle attenuanti generiche solo perché si è incensurati. È necessario che dalla condotta processuale e dalla personalità dell’imputato emergano elementi positivi concreti che il giudice possa valorizzare.
2. La valutazione sulla recidiva non è un automatismo, ma un’analisi contestualizzata. Il giudice deve esaminare il legame tra i vecchi e i nuovi reati per comprendere se questi ultimi siano sintomo di una pericolosità sociale ancora attuale, giustificando così un trattamento sanzionatorio più severo.

Avere la fedina penale pulita garantisce automaticamente la concessione delle attenuanti generiche?
No. Secondo la Corte, la sola incensuratezza non è più sufficiente per ottenere le attenuanti generiche, essendo necessaria la presenza di ulteriori elementi positivi che giustifichino una riduzione della pena.

Come può un giudice motivare legittimamente il diniego delle attenuanti generiche?
Il giudice può negare le attenuanti generiche motivando la sua decisione con l’assenza di elementi o circostanze di segno positivo, al di là della semplice incensuratezza dell’imputato.

Quando viene applicata la recidiva e non esclusa dal giudice?
La recidiva viene applicata quando i nuovi reati, posti in relazione con precedenti condanne (in questo caso, anche per associazione mafiosa), sono considerati espressione di una persistente e radicata inclinazione a delinquere, piuttosto che un episodio isolato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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