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Attenuanti generiche: la discrezionalità del giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata contro il diniego delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che il giudice di merito esercita un potere ampiamente discrezionale e non è tenuto a esaminare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, essendo sufficiente una motivazione congrua che si basi sugli elementi negativi ritenuti decisivi o sull’assenza di elementi positivi. Il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando il Giudice Può Negarle? L’Analisi della Cassazione

Le attenuanti generiche rappresentano uno strumento fondamentale nel diritto penale, consentendo al giudice di adattare la pena alla specificità del caso concreto. Tuttavia, la loro concessione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 22153/2024) offre un importante chiarimento sui limiti della discrezionalità del giudice nel negare tali circostanze, sottolineando come una motivazione ben fondata sia sufficiente a rendere la decisione insindacabile.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un’imputata avverso la sentenza di una Corte d’Appello che aveva confermato la decisione di primo grado, inclusa la mancata concessione delle attenuanti generiche. La ricorrente contestava proprio questo diniego, ritenendolo ingiustificato. Il caso è quindi giunto all’esame della Corte di Cassazione, chiamata a valutare la legittimità della decisione dei giudici di merito.

La Decisione della Corte sulla Discrezionalità nelle Attenuanti Generiche

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, giudicandolo manifestamente infondato. La decisione si basa su un principio consolidato: il riconoscimento o il diniego delle attenuanti generiche rientra nel potere ampiamente discrezionale del giudice di merito. Questo potere, se esercitato correttamente e con una motivazione adeguata, non può essere oggetto di censura in sede di legittimità. La Corte ha quindi condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Scelta

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni. La Cassazione ha spiegato che, per motivare il diniego delle attenuanti generiche, il giudice non ha l’obbligo di prendere in considerazione e analizzare minuziosamente tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o emergenti dagli atti. È invece sufficiente che la sua decisione sia supportata da una motivazione congrua e logica.

In particolare, il giudice può legittimamente fondare il suo convincimento su due basi alternative:

1. Focalizzazione sugli elementi negativi: Può dare risalto agli elementi sfavorevoli all’imputato (come la gravità del fatto, la personalità, i precedenti), ritenendoli decisivi e prevalenti su qualsiasi elemento positivo.
2. Assenza di elementi positivi: Può semplicemente constatare la mancanza di elementi di particolare valore o merito che possano giustificare una riduzione della pena.

Nel caso di specie, la Corte ha rilevato che i giudici di merito avevano ampiamente esplicitato le ragioni del loro convincimento, seguendo proprio questo schema logico. Di conseguenza, ogni altro elemento addotto dalla difesa doveva considerarsi implicitamente superato o disatteso da tale valutazione, rendendo il ricorso privo di fondamento.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale per la prassi forense: l’appello o il ricorso contro il diniego delle attenuanti generiche ha scarse probabilità di successo se si limita a contrapporre una diversa valutazione degli stessi elementi già esaminati dal giudice. Per ottenere una riforma della decisione, è necessario dimostrare un vizio logico manifesto nella motivazione o una violazione di legge, e non un semplice dissenso rispetto all’esercizio del potere discrezionale del giudice. La decisione rafforza la centralità della motivazione come baluardo della legittimità delle sentenze di merito.

Un giudice deve analizzare ogni singolo elemento presentato dalla difesa per negare le attenuanti generiche?
No, non è necessario. Secondo la Corte, è sufficiente che il giudice fornisca una motivazione congrua, concentrandosi sugli elementi negativi ritenuti decisivi o sulla semplice assenza di elementi positivi di rilievo.

Qual è stato l’esito finale del ricorso esaminato dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che un motivo di ricorso è manifestamente infondato?
Significa che le ragioni presentate nel ricorso sono palesemente prive di qualsiasi fondamento giuridico, tanto da non meritare un esame approfondito nel merito. In questi casi, la Corte può respingere il ricorso con una procedura semplificata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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